La novità per i mutui è la possibilità di passare dal variabile la fisso per alleggerire le rate: la misura è nella manovra, ma quanto si risparmia davvero? Alcune analisi.
Mutui sempre più cari: il Governo corre ai ripari con la re-introduzione di una norma di dieci anni fa per consentire il passaggio dal variabile al fisso.
La finalità è chiara: sostenere con urgenza tutti i consumatori che hanno chiesto un prestito per la casa e che ora si trovano a dover pagare rate molto pesanti, con il tasso Euribor di riferimento per il mutuo variabile che è schizzato in un anno di ben 230 punti nel mensile.
Complice la politica aggressiva sui tassi di interesse avviata dalla Bce, il fisso sta diventando più conveniente, considerando anche che la Banca centrale europea ha già annunciato ulteriori rialzi nel corso del 2023. Questo significa che la corsa dell’Euribor non è finita e ricadrà sulle rate mensili con probabili e ulteriori aumenti.
La norma rilanciata dal Governo Meloni in manovra consente di rinegoziare il tasso del proprio mutuo con la banca, passando dal variabile al fisso, in presenza di particolari condizioni (finanziamento fino a 200.000 euro, Isee fino a 35.000 euro, nessun ritardo nel pagamento delle precedenti rate).
Si può davvero risparmiare? Di seguito alcuni calcoli di passaggio dal mutuo variabile al fisso per capire quanto costa la rata mensile.
Per cambiare in fisso, si parte dall’Eurirs a 20 anni al 2,57%, che è più basso rispetto a quello a 10 anni, al 2,84%. Con la somma dello spread si ha il 4,04%, ovvero una di 877,39 euro (rata più bassa perché la parte di rimborso di capitale risulterà minore, a 391,63 euro).
Se, invece, il mutuo variabile trentennale è stato da poco sottoscritto e restano quindi almeno 29 anni di pagamenti, si deve prendere in considerazione l’Eurirs a 10 anni e quello a 25 anni. Poiché quest’ultimo è più basso (2,33%) diventa il riferimento base al quale aggiungere lo spread dell’Euribor.
Si tratta di un 1% per i variabili indicizzati all’Euribor a 3 mesi e di circa un 1,2% per quelli indicizzati all’Euribor a 1 mese. Alla fine, il tasso fisso è al 3,33%, considerato interessante nel panorama attuale.
I nuovi tassi calcolati come fissi grazie a questo passaggio consentito dalla manovra risultano quindi inferiori a quel 6% del mutuo variabile che ci si aspetta con la politica Bce.
In collaborazione con


edutrading
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