L’ipotesi dei mutui a 50 anni promette rate più basse ma aumenta fortemente il debito, rischiando di aggravare prezzi delle case, indebitamento delle famiglie e divari territoriali.
Negli Stati Uniti l’amministrazione Trump sta valutando l’introduzione dei mutui a 50 anni come risposta alla crisi di accessibilità della casa. L’idea è semplice: allungare la durata del prestito per ridurre la rata mensile. Molto meno semplice sono gli effetti nel medio-lungo periodo, sia per le famiglie che per il sistema finanziario.
In un contesto in cui anche l’Unione europea sta preparando un “Piano europeo per l’abitazione accessibile”, è inevitabile chiedersi: un’idea del genere potrebbe arrivare anche da noi? E cosa comporterebbe per l’Italia, dove la casa di proprietà resta il “salvadanaio” principale delle famiglie?
Secondo le ultime dichiarazioni, Trump e il direttore della Federal Housing Finance Agency (FHFA), Bill Pulte, stanno valutando di far supportare mutui a 50 anni da Fannie Mae e Freddie Mac, le due grandi agenzie pubbliche che garantiscono la maggior parte dei mutui americani. [...]
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