Quali sono i maggiori azionisti di MPS? Quali le quote in mano alla holding della famiglia Del Vecchio, a Caltagirone, al MEF, BPM, BlackRock. E il tesoro Generali.
Come è cambiato l’azionariato di MPS-Monte dei Paschi di Siena, a seguito del successo dell’OPAS che la banca senese ha lanciato su Mediobanca? A scattare una fotografia di quelli che sono ora i nuovi maggiori azionisti di Rocca Salimbeni è stata la Consob, Commissione Nazionale per le Società e la Borsa, nella sezione delle partecipazioni rilevanti nelle società quotate in Borsa.
La fotografia è stata scattata dopo che la Consob ha appreso i nuovi equilibri dell’azionariato di Siena, a seguito del pagamento da parte del Monte dei Paschi del corrispettivo dell’OPAS agli azionisti di Mediobanca che hanno aderito all’offerta, il 15 settembre scorso.
Di conseguenza, i nuovi maggiori soci di MPS annunciati dalla Consob sono riconducibili a quella data, precedente il periodo della riapertura dei termini dell’OPAS, compreso tra martedì 16 settembre e venerdì 22 settembre 2025.
Ciò significa che bisogna attendere ancora qualche giorno per conoscere la composizione definitiva del nuovo azionariato del Monte.
Il nuovo azionariato del Monte dei Paschi di Siena. Maggiori soci la famiglia Del Vecchio e Caltagirone
Si è appreso intanto dai risultati provvisori della riapertura dei termini dell’OPAS che il Monte dei Paschi ha conquistato più dell’86% del capitale di Mediobanca, fattore che ha sollevato dubbi su cosa farà a questo punto Siena, visto che il controllo dell’assemblea straordinaria della preda e la capacità di deliberare su una eventuale fusione tra le due banche sono più che garantiti, mentre permane l’incognita sul delisting delle azioni di Piazzetta Cuccia.
Primo azionista di MPS-Monte dei Paschi di Siena è ora la holding della famiglia Del Vecchio Delfin, che detiene una partecipazione nel capitale di MPS pari al 20,949% delle azioni.
Segue l’imprenditore romano Francesco Gaetano Caltagirone, con una quota pari al 12,260%.
In evidenza la minore presenza nel capitale di MPS di Banco BPM, che passa dall’8,996% al 4,471%, dimezzando praticamente la partecipazione nel Monte.
Occhio alle ’nuove’ quote del MEF. Sempre presente BlackRock
Sforbiciata della metà anche la partecipazione del MEF, Ministero dell’Economia e delle Finanze in precedenza maggiore azionista del MPS-Monte dei Paschi di Siena che, dall’avere l’11,7% del capitale detiene una quota poco superiore al 5%.
Non finisce qui, in quanto a essere stata dimezzata è stata secondo la Consob anche la quota dei francesi di BPCE, che hanno il 3,370%.
Tra gli altri azionisti, spiccano inoltre UBS, socio con il 4,331% complessivo, soprattutto attraverso i derivati, e il colosso del risparmio gestito numero uno al mondo Blackrock, in possesso di una partecipazione pari al 3,596%, suddivisa tra il 2,259% sotto forma di azioni e la parte rimanente come partecipazione potenziale.
BlackRock è stata citata tra l’altro più volte a Piazza Affari per le grandi manovre che ha continuato a fare muovendosi nei capitali, in particolare, di alcuni pesi massimi dell’Italia.
MPS ora in possesso del ’tesoretto’ Generali
La grande notizia è che, ottenendo il controllo di Mediobanca, MPS ora è in possesso di una partecipazione indiretta nel colosso delle assicurazioni, Assicurazioni Generali, di cui Mediobanca è primo azionista con una quota del 13% circa.
Proprio il possesso di questa quota nel Leone di Trieste da parte di Piazzetta Cuccia, grazie al successo dell’OPAS, spetta ora al Monte dei Paschi di Siena, che detiene praticamente nel gigante Generali il 13,186%.
MPS vanta una partecipazione indiretta anche nelle altre controllate di Mediobanca, ovvero il 6,810% in Italmobiliare e il 5,010% in Piquadro.
Generali attenzionata post mosse di UniCredit e a causa di quel sospetto su vero target di MPS
In evidenza intanto le manovre sul capitale di Generali che sono state lanciate da UniCredit, la banca italiana guidata dal CEO Andrea Orcel che, dopo essere salita a più riprese nel capitale del Leone, ha infine tagliato la sua quota, stando ad alcune antipazioni comunicate da Bloomberg, portandola al 2% circa del gigante assicurativo, tanto attenzionato dal governo Meloni, in quanto visto come roccaforte dei risparmi degli italiani e dei BTP, ovvero del debito pubblico di casa.
UniCredit avrebbe tra l’altro intenzione di continuare a mollare le azioni di Generali, diventate invece vero e proprio tesoretto di MPS, attraverso il controllo di Mediobanca appena ottenuto.
Il tesoretto Generali non stupisce sicuramente chi aveva visto nell’offerta promossa dal Monte sull’istituto guidato dall’ormai ex AD Alberto Nagel una strategia per conquistare proprio Trieste. Obiettivo ultimo: tutelare, in base ai desiderata del governo Meloni, il risparmio degli italiani.
Era stata in primis Mediobanca a citare le presunte manovre di Stato (sempre negate dal governo Meloni) e la presenza di un eventuale piano orchestrato dalla famiglia Del Vecchio e da Caltagirone.
Piazzetta Cuccia aveva infatti definito subito l’OPS (poi diventata OPAS) di MPS ostile e distruttiva di valore, menzionando parallelamente “ rilevanti intrecci azionari di Delfin e Caltagirone ”.
Agli inizi di aprile, un articolo de Il Corriere della Sera, aveva poi riportato alcuni rumor, riferendosi all’invio da parte di Generali alla Consob e all’IVASS di una “segnalazione sull’ipotesi dell’esistenza di un concerto che lega i suoi azionisti Caltagirone e Delfin nella partita che non riguarda solo il Leone, ma coinvolge a monte anche Mediobanca e Monte dei Paschi”.
Si era parlato anche di un faro che era stato acceso dalla BCE “ sugli intrecci azionari, sempre di Caltagirone e Delfin in Mediobanca”. Delfin e Caltagirone che, comunque siano andate le cose, alla fine la partita l’hanno alla fine davvero vinta.
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