MPS batte primo target OPAS Mediobanca, mentre un gigante si muove nel suo capitale. Azioni MB bocciate

Laura Naka Antonelli

4 Settembre 2025 - 08:20

Le adesioni degli azionisti di Mediobanca all’OPAS del Monte dei Paschi hanno superato la soglia minima del 35% dopo il rilancio dell’offerta. Focus azioni, Mediobanca accusa colpo analisti.

MPS batte primo target OPAS Mediobanca, mentre un gigante si muove nel suo capitale. Azioni MB bocciate

MPS + Mediobanca: l’operazione che da OPS si è trasformata in OPAS con il rilancio dell’offerta è riuscita.

All’indomani dell’annuncio del Monte dei Paschi di Siena, che ha alzato la posta per la conquista della preda messa nel mirino alla fine di gennaio di quest’anno, le adesioni degli azionisti di Mediobanca hanno non solo centrato, ma superato la soglia minima del 35%, balzando fino al 38,5%. E’ quanto è emerso ieri dai dati di Borsa Italiana, che ha reso noto che le azioni di Mediobanca (l’Emittente) che sono state consegnante all’offerente (Monte di Stato) sono salite dal 30,125% della vigilia (l’altroieri, 2 settembre, quando è arrivato il grande annuncio di MPS), al 38,5%.

La soglia minima è stata superata grazie alle adesioni all’OPS promossa da MPS che hanno visto come mittenti alcuni azionisti di Mediobanca, come Enpam, la Cassa previdenziale dei medici (azionista con una partecipazione del 2% di Piazzetta Cuccia), la holding Edizione dei Benetton (anche in questo caso titolare di una quota pari al 2%), e la famiglia Tortora, che ha consegnato a Siena l’1,1% delle azioni MB.

Tutto, mentre manca meno di una settimana alla conclusione del periodo di adesione all’OPAS, ovvero a lunedì prossimo, 8 settembre. E tutto, considerando che i grandi soci di MPS-Monte dei Paschi di Siena, così come anche di Mediobanca e di Assicurazioni Generali (di cui Mediobanca è prima azionista) - ovvero Delfin (la holding della famiglia Del Vecchio), e Francesco Gaetano Caltagirone - hanno già portato in adesione i loro pacchetti azionari.

UBS detiene partecipazione potenziale superiore al 5% in MPS

In attesa di annunciare ufficialmente la vittoria dell’OPAS su Mediobanca - operazione imprevedibile e imprevista che ha scioccato subito Piazza Affari alla fine di gennaio, quando è stata comunicata - altre due notizie hanno interessato MPS nella giornata di ieri.

In primis, dalle participazioni rilevanti della Consob, è emerso che il colosso bancario svizzero UBS detiene una partecipazione potenziale nel capitale del Monte dei Paschi di Siena pari al 5,073% attraverso 16 società controllate, sulla scia di una operazione che risale allo scorso 25 agosto.

La quota si compone di uno 0,182% in azioni con diritti di voto, di uno 0,873% di azioni oggetto di contratti di prestito titoli con possibilità di restituzione in qualsiasi momento, e di posizioni lunghe con regolamento fisico e in contanti del 3,224% e dello 0,794%.

La notizia della partecipazione posseduta da UBS in MPS si affianca a quella doppia, che vede protagoniste le mosse lanciate negli ultimi giorni dal colosso del risparmio gestito numero uno al mondo BlackRock, nei capitali di altri due pesi massimi di Piazza Affari.

OPAS MPS su Mediobanca incassa il premio di Deutsche Bank

MPS si è aggiudicata inoltre un premio dalla divisione di ricerca di Deutsche Bank, che ha annunciato sempre ieri di avere riavviato la copertura sulle azioni del Monte con un rating “Buy” e un target price a 9,2 euro per azione.

Gli analisti del colosso tedesco hanno mostrato fiducia nell’OPS promossa su Mediobanca, sottolineando che l’operazione è caratterizzata da “ una chiara logica strategica e un significativo potenziale di crescita ”.

La fiducia è stata manifestata facendo riferimento anche al coefficiente CET1 di MPS, pari al 19,6%, considerato da Deutsche Bank “solido”, così come al capitale in eccesso di oltre 3 miliardi di euro.

In definitiva, Deutsche Bank si è così espressa:

L’operazione dovrebbe creare un valore sostanziale sia per gli azionisti di MPS sia per quelli di Mediobanca, nonostante le preoccupazioni ingiustificate del mercato. L’acquisizione diversificherebbe gli utili di MPS, accelererebbe i rendimenti del capitale attraverso un aumento dei dividendi e sbloccherebbe il valore dal bilancio di Mediobanca. La nostra analisi mostra che il rischio di interruzione dei ricavi per Mediobanca dopo l’acquisizione è limitato; anche in scenari gravi, l’operazione rimane positiva per il DPS (dividendo per azione) di MPS”.

Mediobanca esce dal portafoglio di Equita, la visione passa da positiva a neutrale. Tutti i motivi

Nessun giudizio positivo invece per le azioni Mediobanca che, a dispetto del rilancio del prezzo dell’offerta da parte di MPS, hanno fatto i conti con la decisione di Equita di tagliare il rating a “hold”.

Motivo? Di fatto, in una nota annunciata nella giornata di ieri, 3 settembre 2025, gli analisti della SIM hanno annunciato l’uscita delle azioni di Piazzetta Cuccia dal portafoglio principale, a seguito del downgrade a Visione neutrale.

Così Equita, ricordando che il titolo Mediobanca ha messo a segno una performance del +46% YTD, ovvero dall’inizio del 2025, “ sovraperformando l’indice Ftse Mib (+20% rel.) e Stoxx600 (+37% rel.) ”.

La SIM ha motivato la scelta di passare da una visione positiva a una visione neutrale con “ l’upside più limitato rispetto ai livelli di prezzo attuali e le complessità legate all’integrazione con BMPS ”.

In uno scenario stand-alone stimiamo un valore intrinseco più elevato rispetto ai prezzi di mercato, pari a €24”, si legge nella nota, che ha aggiunto che Equita continua “a ritenere che il business model di MB rimanga attraente, grazie a una crescita a basso assorbimento di capitale, un posizionamento distintivo nel WM&PB, un piano strategico al 2028 chiaro e realizzabile con basso rischio di esecuzione (grazie anche ad un solido track record), con una remunerazione attraente ( 10% medio nei prossimi 3 anni) ”.

Tuttavia, “a fronte di una valutazione di 11,6x P/E 2026E (11,3x stub) e 1,7x P/TE (vs. media settore bancario di 9,4x e 1,5x rispettivamente), con un RoTE sostenibile >15%, riteniamo improbabile che si raggiunga una valutazione più elevata alla luce delle incertezze legate all’operazione BMPS. Inoltre, le recenti vendite da parte dei membri del patto di consultazione di MB evidenziano come la base di investitori che aveva sostenuto l’offerta di Banca Generali da parte di Mediobanca all’ultima assemblea (35% del capitale) possa trasformarsi in un potenziale overhang sul titolo ”.

Nel concludere il commento, Equita, che ha agito in qualità di advisor di Mediobanca sia nell’offerta di MPS su Piazzetta Cuccia che nell’OPS che quest’ultima ha lanciato su Banca Generali, ha scritto di credere che “l’integrazione con BMPS presenti elementi di complessità non trascurabili, con rischio di dissinergie ”, visto che “le due realtà si caratterizzano per modelli di business e culture aziendali profondamente differenti, con Mediobanca fortemente posizionata nel WM e nel CIB, mentre BMPS con una vocazione prevalentemente commerciale e retail”.

Il che implica che “ la visibilità sulla crescita degli utili post-combinazione appare meno definita rispetto al piano stand-alone di MB ”.

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