I documenti di spesa che attestano il diritto alla detrazione delle spese sanitarie devono essere conservati anche se non sussiste più l’obbligo?
Cosa fare con gli scontrini e le fatture cartacee delle spese sanitarie portate in detrazione nel modello 730? Devono essere conservati per cinque anni insieme alla dichiarazione inviata? Con la campagna dichiarativa 2025 ormai iniziata da diversi mesi e con gran parte delle dichiarazioni già trasmesse all’Agenzia delle Entrate, molti contribuenti si chiedono cosa devono fare con la documentazione cartacea che attesta le spese sostenute. Da diversi anni l’obbligo di conservare questi documenti di spesa non sussiste più, ma molti cittadini hanno timore a disfarsene per paura di un successivo controllo.
Una volta inserite le spese (o confermate quelle presenti nel precompilato) gli scontrini e le fatture che le attestano vanno gettati via? Gli esperti consigliano, nonostante non vi sia più l’obbligo di farlo, di conservare questa documentazione cartacea perché in caso di discrepanze si potrà dimostrare di aver sostenuto le spese. Anche se la dichiarazione dei redditi è presentata dal Caf, sarà lo stesso centro di assistenza fiscale a conservare la documentazione in copia (ma si consiglia di mantenere anche gli originali conservati).
Vediamo la novità e come conservare al meglio i documenti fiscali.
La novità 2025 su scontrini e fatture
La novità in vigore da qualche anno è che se si utilizza il modello 730 precompilato non è obbligatorio conservare gli scontrini e le fatture cartacee perché, essendo associati al codice fiscale del contribuente e comunicati all’Agenzia delle Entrate tramite il sistema di tessera sanitaria, la conservazione è informatizzata.
Le spese sanitarie, infatti, rientrano tra quelle caricate dall’Agenzia delle Entrate insieme alle spese per premi assicurativi, quelle per i contributi previdenziali, per interventi di ristrutturazione e per spese universitarie (ce ne sono anche molte altre, ma evitiamo di inserire la lista completa).
Le spese mediche e sanitarie rientrano tra le spese che danno diritto alla detrazione del 19% sull’importo che supera la franchigia di 129,11 euro. Dal 2007 è stato inserito lo scontrino parlante, quello che riporta il codice fiscale del contribuente che effettua la spesa oltre alla tipologia e la natura del prodotto acquistato.
Lo scontrino parlante, ogni volta che viene erogato, è contabilizzato nel cassetto fiscale del contribuente sul sito dell’Agenzia delle Entrate (proprio per questo l’Agenzia è in grado di inserire queste spese in automatico nella dichiarazione precompilata: con il sistema tessera sanitaria, infatti, queste spese sono comunicate dai soggetti terzi al Fisco periodicamente).
Perché e come conservare gli scontrini delle spese
Se quando si controlla il 730 precompilato tutte le spese mediche sono state inserite correttamente e non c’è bisogno di apportare modifiche, l’obbligo di conservare gli scontrini viene meno. Se si modifica o si inserisce qualche spesa non presente, invece, l’obbligo rimane ma solo per la voce modificata o inserita. Le spese possono essere riportate nel 730, quindi, anche se il contribuente non ne è in possesso, se le stesse sono state acquisite dal sistema tessera sanitaria.
In caso di discrepanze tra gli scontrini di cui si è in possesso e quelli indicati nella dichiarazione precompilata, infatti, il totale delle spese mediche sostenuto deve essere modificato: in questo caso, però, il consiglio è quello di conservare tutte le fatture e tutti gli scontrini relativi alle spese mediche acquisendo, al tempo stesso, anche il prospetto di quelle presenti nel sistema tessera sanitaria.
Conservare gli scontrini, quindi, non è più obbligatorio, ma è sempre consigliabile prima della presentazione della dichiarazione dei redditi perché al momento del controllo potrebbe esserci una discrepanza e potrebbe mancare qualche spesa in quelle già inserite. Per chi sta già pensando se gettare o conservare gli scontrini della farmacia relativi al 2025, quindi, la risposta è sempre che è meglio conservarli perché in caso di discrepanze si avrà una copia del documento di spesa per inserirla nel 730.
Il consiglio, poi, è anche quello di conservare gli scontrini anche in copia perché la carta termica su cui gli scontrini sono stampati tende a scolorire e a diventare illeggibile se esposta a fonti di calore.
Scontrini farmacia e fatture visite, cosa fare per il 2026?
Per chi nel corso del 2025 sta pensando di non conservare gli scontrini delle spese mediche che sta sostenendo, il consiglio è quello, invece, di farlo. Se si effettua una visita medica, ad esempio, presso una struttura privata può capitare che per un qualsiasi motivo la spesa non venga comunicata con il sistema tessera sanitaria. A quel punto la stessa non apparirà nel 730 precompilato 2026 del contribuente che, quindi, dovrà inserire la spesa manualmente (ed è necessario avere il documento di spesa che la attesti).
Un altro esempio classico che fa comprendere perché è importante conservare gli scontrini cartacei è dato dalle spese sanitarie sostenute per i figli a carico. Se il figlio non viene inserito automaticamente a carico nel 730 precompilato (perché magari il sostituto di imposta non ha comunicato all’Agenzia delle Entrate il codice fiscale) o nel caso in cui il Fisco non sappia quale dei genitori ha sostenuto la spesa, l’importo non sarà presente nel precompilato 2025. Anche in questo caso è necessario conservare gli scontrini e le fatture rilasciate da ospedali e farmacie per poter portare in detrazione la spesa.
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