Missile Jericho, cosa sappiamo dell’arma nucleare in mano a Israele

Luna Luciano

12 Ottobre 2023 - 20:22

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Imperversa la guerra in Palestina: Gaza è assediata, mentre Israele ricorre alla retorica di deterrenza nucleare e tira in ballo il missile Jericho: ecco cosa sappiamo sull’arma nucleare di Tel Aviv.

 Missile Jericho, cosa sappiamo dell’arma nucleare in mano a Israele

Israele ha dichiarato guerra totale ad Hamas, e mentre si prepara ad attaccare ancora la Striscia di Gaza, ricorre a una retorica di deterrenza nucleare, citando il suo sistema di missili Jericho e minacciando Hamas e la Palestina di una guerra nucleare.

E se Israele vanta uno dei 20 eserciti più forti al mondo, a preoccupare la comunità internazionale è che la guerra si espanda in tutto il Medio Oriente e non solo. Più sale la tensione e più si manifestano prese di posizioni estreme, come la decisione da parte del ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, di dichiarare l’assedio totale alla Striscia di Gaza - violando il diritto internazionale, come denunciato dall’Onu. E se Gallant ha dichiarato che Israele sta “combattendo degli animali umani”, il deputato israeliano, l’avvocato Tally Gotliv, ha invocato il sistema missilistico Jericho, come riportato da Newsweek.

E mentre gli Stati Uniti sono pronti a inviare armi a Israele, le parole di Gotliv gettano una nuova luce sulle armi nucleari detenute dal Paese, sulle quali non ha mai divulgato i propri dati. Armi che minaccia di schierare come rappresaglia per gli attacchi di Hamas: una soluzione estrema oltre che pericolosa per la stessa sopravvivenza di Tel Aviv, data la vicinanza territoriale.

Di fronte a un simile quadro, è naturale interrogarsi su quale sia effettivamente la pericolosità del Missile Jericho (di cui esistono ben tre versioni) e quali sono i rischi attuali. Di seguito tutto quello che c’è da sapere a riguardo.

Missile Jericho, cos’è e come funziona: quanto è pericoloso?

La pericolosità del sistema missilistico Jericho è al quanto noto alla comunità internazionale: il programma dei missili balistici, infatti, fu sviluppato a partire dagli anni ’60 originariamente in collaborazione con la società aerospaziale francese Dassault, salvo poi che la Francia decise di ritirarsi nel 1969, mentre Israele mantenne il sistema. A oggi Israele avrebbe a disposizione ben 90 missili, nel tempo sempre più sofisticati.

Il missile Jericho-1 fu sviluppato e migliorato negli anni ’60 e dagli originali 13,4 metri fu reso alto 14 metri, pensante 21.000 kg - come scrive il Messaggero - con una gittata tra i 1.500 e 2.500 km, capace di trasportare un carico utile di 1.000 chilogrammi e una carica termonucleare.

Dalla metà degli anni ’70 alla fine degli anni ’80 fu invece sviluppato il missile a lungo raggio Jericho-2 con una lunghezza di 15 metri e un diametro di 1,35 metri ma con un carico utile identico, e con una gittata tra 1.500 e 3.500 chilometri.

Il sistema Jericho-3, conosciuto come YA-4, è un missile a raggio intermedio ed è stato sviluppato negli anni 2000. Secondo il Centro per gli studi strategici e internazionali (CSIS), il missile sarebbe stato testato nel 2008 e introdotto in servizio nel 2011. Sviluppato da Israele, l’ultimo prototipo ha caratteristiche migliori rispetto ai due precedenti: è lungo 16 metri e un diametro di 1,56 metri. Stando alle fonti, la singola testata pesa di circa 750 chilogrammi e ha una portata compresa tra 4.800 e 6.500 chilometri, mentre il carico utile è di 1.300 chilogrammi.

Stando a quanto si legge su Newsweek, anche i funzionari del Ministero della Difesa israeliano hanno riconosciuto il lancio del 2008 di Jericho-3 come la prova del “drammatico salto nelle capacità missilistiche di Israele”.

Guerra in Palestina: c’è davvero il rischio che Israele ricorra al nucleare?

È opportuno chiarirlo fin da subito: la minaccia nucleare che Israele ha mosso nei confronti di Hamas appare al quanto impraticabile, data la vicinanza territoriale tra Israele, la Palestina e i restanti Paesi arabi avversi a Tel Aviv.

Intanto le Forze di Difesa Israeliane (IDF) hanno affermato di non avere “nessuna prova” sul coinvolgimento di Teheran nel conflitto, nonostante la dichiarazione di Hamas di averne ricevuto il sostegno: Teheran avrebbe, infatti, fornito ai combattenti palestinesi le competenze necessarie per il combattimento.

E se non ci sono prove, resta da chiedersi perché Israele minacci di utilizzare l’arma nucleare.Il ricorso a una strategia di deterrenza nucleare può essere del tutto spiegabile alla luce “dell’ossessione” che Israele ha per la sua sicurezza e integrità territoriale. Non è da escludere quindi che, cosciente della sua forza militare e dello scudo statunitense di cui gode, abbia considerato “gli scenari peggiori e i piani per le emergenze”.

Al momento, quindi, il Medio Oriente è una vera e propria polveriera che rischia di esplodere all’improvviso. E non è da escludere che una strage di civili a Gaza - come quella che si sta consumando - diventi la miccia che infiammi l’intero Medio Oriente, con l’entrata in guerra di Libia, Siria, Giordania - dove vivono oltre 2 milioni di palestinesi e dove si sono tenute manifestazioni interventiste - e l’Iran. Con il rischio che ci si avvicini a una escalation mondiale.

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