Navi e armi Usa in arrivo nel Mediterraneo, cosa succede con lo scoppio della guerra in Israele

Luna Luciano

9 Ottobre 2023 - 23:48

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Israele è in guerra con la Palestina e gli Stati Uniti sono pronti a sostenere Tel Aviv con l’invio di navi da guerra e armi: cosa succede con lo scoppio del conflitto israelo-palestinese?

Navi e armi Usa in arrivo nel Mediterraneo, cosa succede con lo scoppio della guerra in Israele

Gli Stati Uniti sono pronti a inviare navi da guerra, caccia e armi per sostenere Israele in guerra con Hamas, che governa la Palestina dal 2007.

Con l’attacco a sorpresa di Hamas contro Tel Aviv, è quindi scoppiata la settima guerra israelo-palesstinese degli ultimi diciotto anni. E se Hamas ha rivelato di aver ricevuto il sostegno dell’Iran, Israele può contare sul suo più stretto alleato: gli Stati Uniti.

Infatti, dopo aver ribadito il sostegno statunitense allo Stato di Israele e condannato ancora una volta il terrorismo di Hamas, il presidente Joe Biden ha assicurato al premier Benyamin Netanyahu che “ulteriore assistenza è in arrivo, e nuovi aiuti arriveranno nei prossimi giorni”.

È questione di ore, prima che le prime forniture si muovano verso Israele, vicino al quale sarà schierata la portaerei Gerald R. Ford, e il G-16 e F-35. Davanti a una simile situazione è opportuno capire cosa sta succedendo con lo scoppio della guerra israelo-palestinese, come si muoveranno gli Stati Uniti e quali sono i rischi: di seguito tutto quello che serve sapere a riguardo.

Pronte armi per Israele, come si muovono gli Stati Uniti: cosa succede con lo scoppio della guerra?

Con lo scoppio della guerra tra Israele e Palestina si sono iniziati a muovere di conseguenza gli altri attori sulla scacchiera geopolitica. Primi tra tutti gli Stati Uniti, ai quali Israele ha fatto immediatamente ricorso, presentando un elenco di richieste, incluse munizioni per i jet. Nell’annunciare il pacchetto di aiuti, il capo del Pentagono Lloyd Austin ha infatti parlato- senza scendere nel dettaglio - di “apparecchiature e munizioni”.

E nonostante gli ingenti aiuti all’Ucraina, sembra che Washington abbia ancora un arsenale adeguato per far fronte alle esigenze del suo storico alleato. Inoltre, il Pentagono ha spiegato che Ucraina e Israele utilizzano sistemi d’arma diversi e quindi le due richieste non confliggono. Infine, il pacchetto d’armi definito dall’amministrazione Biden non richiede ulteriori fondi dal Congresso, in quanto le armi si trovano già nelle scorte americane. Ed è probabile che proprio dalle scorte americane in Israele giungeranno alcune armi, alle quali Tel Aviv può accedere solo in caso di emergenza.

Intanto, gli Stati Uniti hanno iniziato a a spostare il gruppo d’attacco della USS Gerald R. Ford Carrier Strike Group nel Mediterraneo orientale: ciò include:

  • la portaerei della Marina statunitense USS Gerald R. Ford (CVN-78);
  • l’incrociatore missilistico guidato di classe Ticonderoga USS Normandy (CG 60);
  • cacciatorpediniere lanciamissili di classe Arleigh-Burke USS Thomas Hudner (DDG 116);
  • USS Ramage (DDG 61);
  • USS Carney (DDG 64);
  • USS Roosevelt (DDG 80).

Tra le armi e i mezzi dati in dotazione a Israele, spicca tra tutte la USS Gerald R. Ford, la prima nave della nuova classe di portaerei a propulsione nucleare CVN-21 della U.S. Navy.

Guerra tra Israele e Palestina: c’è il rischio di una terza guerra mondiale?

E mentre gli Stati Uniti approvano il primo pacchetto di aiuti a Israele, giunge la notizia delle prime vittime americane nel conflitto israelo-palestinese - almeno 4. Ma non solo.

Con la guerra tra Israele e Palestina, gli Stati Uniti si ritrovano a dover fronteggiare l’Iran che, secondo Hamas, avrebbe supportato l’attacco a Tel Aviv. Ed è proprio Teheran e il ruolo che gioca nel conflitto israelo-palestinese ad agitare la politica americana, con Biden sommerso dalle critiche per i sei miliardi sbloccati all’Iran in cambio del rilascio di cinque ostaggi americani.

E se al momento Israele è stata colta di sorpresa da Hamas, sembra che abbia la forza militare per respingere l’assalto, ma cosa accade se si apre un secondo fronte? Sembra infatti che anche dal Libano siano giunti tentativi di infiltrazione nei territori israeliani.

Non solo, a preoccupare il resto del mondo è che il conflitto si espanda, infiammando tutto il Medio Oriente. E mentre in Ucraina si continua a combattere, il timore è che questo scontro armato in Israele possa essere la miccia di una Terza guerra mondiale.

Al momento si delineano i primi schieramenti sulla scacchiera geopolitica: Stati Uniti e Israele da un lato, Palestina con Hamas, Iran e Libano da un’altra. E se al momento Russia, Arabia Saudita e Cina hanno chiesto un immediato cessate il fuoco, si sa che il Medio Oriente è un’area altamente instabile: una polveriera che rischia all’improvviso di esplodere.

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# Guerra

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