Mercati verso la chiusura del primo trimestre. Cosa è successo e quali previsioni?

Violetta Silvestri

28/03/2024

Cosa è successo e cosa può accadere ai mercati ora che il primo trimestre 2024 si sta chiudendo? Uno sguardo alle Borse mondiali di oggi e una sintesi di tutti i fattori chiave da osservare.

Mercati verso la chiusura del primo trimestre. Cosa è successo e quali previsioni?

Sta per essere archiviato il primo trimestre 2024 dei mercati: cosa è successo finora e quali sono i tami cruciali per i prossimi mesi?

Banche centrali e tagli ai tassi, inflazione, crescita cinese, tonfo dello yen, tensioni geopolitiche ed effetti sulle materie prime sono i fattori che hanno guidato i mercati nei primi tre mesi dell’anno.

La sessione odierna si sta chiudendo in Asia all’insegna della volatilità. Lo yen è rimasto ai livelli più deboli degli ultimi decenni, anche se la minaccia di intervento delle autorità giapponesi ha impedito ai trader di spingere la valuta verso un nuovo minimo, mentre i titoli azionari asiatici sono saliti in attesa del rapporto sull’inflazione statunitense che sarà pubblicato domani, venerdì (quando molte Borse saranno chiuse per le festività pasquali).

Le azioni cinesi hanno invertito le perdite del giorno precedente, sostenute da uno yuan più forte e dalle aspettative che Pechino adotterà misure più aggressive per stimolare l’economia.

Il governatore della Fed Christopher Waller ha affermato che secondo lui non c’è fretta di abbassare i tassi di interesse e vuole vedere “almeno un paio di mesi di dati sull’inflazione migliori” prima di tagliare. I rendimenti dei titoli del Tesoro a due anni, che sono più sensibili ai movimenti politici, sono aumentati di circa quattro punti base. Il dollaro si è rafforzato rispetto alla maggior parte delle valute del Gruppo dei 10.

In questo contesto i mercati si apprestano ad archiviare un primo trimestre con interessanti spunti di riflessione.

Mercati verso la fine del primo trimestre: bilancio e previsioni

I mercati obbligazionari e azionari globali stanno chiudendo il primo trimestre in modo positivo, dopo mesi caratterizzati da un clima oscillante tra ottimismo e pessimismo sui futuri tagli dei tassi da parte delle principali banche centrali.

L’indice azionario globale MSCI, che ha raggiunto livelli record a marzo, è in rialzo del 10% da metà gennaio dopo che i trader hanno abbandonato le scommesse precedenti su ben sette tagli dei tassi statunitensi nel 2024, ma hanno poi scelto di celebrare l’idea di una diminuzione a partire da giugno.

La settimana scorsa la Svizzera ha dato il via ad un ciclo di allentamento tra le grandi economie sviluppate. E mentre gli investitori si aspettano che la Federal Reserve riduca i costi di finanziamento statunitensi dai massimi di 23 anni a giugno e che la Bce tagli il tasso sui depositi dal 4% sempre in quel mese, la cautela è d’obbligo.

L’indice S&P 500 di Wall Street e l’indice europeo STOXX 600 sono vicini a livelli record.

Tra i principali mercati, solo la Cina non è stata vincente con il ritmo di crescita ancora fragile e incerto.

Nei mercati delle materie prime, una carenza di offerta ha spinto i futures del cacao a livelli record, e nelle valute, la riduzione delle scommesse sul taglio dei tassi della Fed ha lasciato il dollaro di nuovo in rialzo.

L’indice del dollaro, che misura il valore del biglietto verde rispetto alle altre principali valute, ha chiuso il trimestre in rialzo di quasi il 3%. La sua forza ha creato ulteriore sofferenza sia per le principali economie che per quelle in via di sviluppo, con i mercati attenti all’intervento giapponese volto a sostenere lo yen scambiato vicino ai minimi di 34 anni.

Cosa sta per accadere nei mercati globali?

Con gli investitori che ora puntano su un cosiddetto scenario “no landing” di tagli dei tassi senza recessioni, alcuni analisti hanno messo in guardia sulle ricadute di segnali economici contrastanti.

“Questo è uno strano ciclo (economico) in cui nulla è esattamente ciò che sembra e in questo momento riceviamo tutti questi segnali contrastanti”, ha affermato Andrew Pease su Reuters, responsabile globale della strategia di investimento presso Russell Investments.

Guy Miller, capo stratega del mercato di Zurich Insurance Group, ha evidenziato che, sebbene i mercati abbiano abbracciato l’idea di una migliore crescita economica a sostegno degli utili delle aziende, i rischi di recessione non dovrebbero essere dimenticati.

Da un sondaggio della Deutsche Bank condotto questo mese su 250 investitori è emerso che quasi la metà non si aspettava alcuna recessione negli Stati Uniti e che l’inflazione sarebbe rimasta al di sopra dell’obiettivo medio del 2% della Fed entro la fine del 2024.

Più della metà degli investitori intervistati ritiene che l’indice S&P 500, che influenza la direzione dei titoli azionari in tutto il mondo, abbia maggiori probabilità di scendere del 10% piuttosto che di aumentare di tale importo.

“La situazione sarebbe molto diversa (da quella attuale) se l’inflazione sorprendesse al rialzo e i tagli dei tassi dovessero essere ulteriormente spinti. I mercati finanziari ne soffrirebbero”, ha detto Miller di Zurigo.

In sintesi, nei prossimi trimestri tutto può ancora accadere e gli investitori sono chiamati più alla prudenza che all’euforia.

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