Mercati: i quattro temi caldi della prossima settimana

Luca Fiore

17 Maggio 2019 - 18:16

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Elezioni europee, verbali della Fed, Yuan e indici PMI. Questi i quattro temi caldi della settimana che inizia il prossimo 20 maggio.

Mercati: i quattro temi caldi della prossima settimana

Elezioni europee: 400 milioni di elettori alle urne

Dopo quelle indiane, le elezioni in Europa rappresentano la seconda consultazione democratica al mondo. 400 milioni di europei tra il 23 e il 26 maggio saranno chiamati ad eleggere 751 membri del parlamento europeo.

In un momento in cui l’incertezza della congiuntura economica gioca a loro favore, i movimenti populisti puntano ad affermarsi all’interno dell’istituzione comunitaria. Alla luce dei risultati delle ultime elezioni, non è detto che ce la facciano.

Matteo Salvini ha già avvisato che la nuova composizione dell’assemblea finirà per condizionare anche la scelta del successore di Mario Draghi. “Aspettiamo il voto del 26 maggio, credo che molte cose cambieranno in Europa, anche a livello di Commissione”.

Al momento, i candidati più accreditati alla successione del chairman sono il tedesco Jens Weidmann e il francese François Villeroy de Galhau. “Non è necessario ogni volta scegliere tra Berlino e Parigi”, ha detto il vice-premier.

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Federal Reserve: in arrivo le minute

A proposito di banche centrali, mercoledì prossimo saranno diffuse le minute dell’ultima riunione della Federal Reserve. Dai verbali dovrebbero emergere nuovi dettagli relativi le stime dei membri del Fomc, il braccio operativo della banca centrale, sulle misure da adottare nei prossimi mesi.

Nonostante le scarse pressioni inflazionistiche abbiano fatto guadagnare punti all’ipotesi di un taglio dei tassi, le minute, stimano gli analisti, dovrebbero confermare che al momento la Fed non ha fretta di agire, né al rialzo, né al ribasso.

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Yuan: conviene svalutare la moneta del popolo?

A dispetto degli sforzi delle autorità cinesi, i venti di guerra commerciale hanno spinto il cambio dollaro/yuan sopra quota 6,9. Un ulteriore escalation della tensione, rilevano gli esperti, potrebbe condurre il cross fino a 7 yuan, livello toccato l’ultima volta nel corso della crisi finanziaria.

Se nelle sale operative si vocifera di vendita di Treasury da parte delle autorità cinesi per acquistare oro, si inizia a ragionare sull’opportunità di lasciare indebolire la moneta per compensare l’incremento dei dazi varato dall’amministrazione Trump. Da inizio mese la moneta del popolo ha perso 3 punti percentuali.

Quella di indebolire la moneta rappresenta un’arma a doppio taglio perché se da un lato permette di contrastare l’incremento delle tariffe, dall’altro provoca un deflusso di capitali (stimato a 600 milioni di dollari giornalieri dall’Istituto internazionale di Finanza) e la perdita di fiducia per una divisa che punta ad accreditarsi a livello globale.

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Eurozona: indici PMI in primo piano

La prossima sarà la settimana relativa gli indici PMI (Purchasing Managers Index), quelli relativi il sentiment dei direttori degli acquisti di Eurolandia. In pubblicazione giovedì, il dato relativo il settore terziario è stimato in lieve aumento a 53 punti mentre quello del manifatturiero dovrebbe segnare un lieve incremento a circa 48 punti.

La conferma sotto la soglia dei 50 punti, che fa da spartiacque tra espansione e recessione dell’attività economica, è legata alla negatività del dato tedesco (visto in tenue miglioramento da 44,4 a 44,9 punti).

È probabile che la notizia del rinvio dei dazi per il comparto auto da parte dell’amministrazione Usa, divenuto ufficiale solo oggi, non sia inglobato nel dato.

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