Mercati affondano sotto il doppio timore di tassi elevati più a lungo e di una Cina che arranca, con il settore immobiliare in grave difficoltà. Cosa succede oggi nelle Borse?
La settimana dei mercati inizia con il tonfo azionario in Asia, trainato da Cina e Hong Kong.
Le azioni asiatiche stanno archiviando la seduta in profondo rosso, dopo che la scorsa settimana le banche centrali hanno rafforzato il messaggio che i tassi di interesse sarebbero rimasti più alti più a lungo, mentre gli investitori si preparano ai dati sull’inflazione provenienti da Stati Uniti ed Europa.
I mercati sono anche alla ricerca di indizi sulla ripresa dell’economia cinese, con una settimana di festa nazionale che inizierà venerdì e che costituirà un test chiave per la spesa dei consumatori.
L’indice Hang Seng è in calo di oltre l’1,7%. Il Bloomberg Intelligence sugli sviluppatori immobiliari cinesi è sceso fino al 6,4%, dirigendosi verso la peggiore sessione degli ultimi nove mesi. A innervosire il clima, infatti, è stata una notizia poco rassicurante su Evergrande, che ha perso quasi il 20% su rinnovate difficoltà con la gestione del suo debito.
Inoltre, i rendimenti dei titoli del Tesoro a dieci anni sono saliti di 2 punti base al 4,4580%, dopo essere scesi dal massimo di 16 anni del 4,508% venerdì. Gli investitori obbligazionari rimangono nervosi dopo la riunione Fed e stanno ridimensionando di molto le aspettative di taglio dei tassi, che nel 2024 dovrebbero essere meno del previsto.
In questo agitato contesto per le Borse mondiali, le quotazioni del petrolio rimangono ampiamente sopra i 90 dollari al barile, aggravando le previsioni sull’inflazione.
Cina crolla, Evergrande torna a spaventare i mercati
Il più ampio indice MSCI delle azioni dell’area Asia-Pacifico al di fuori del Giappone è sceso dello 0,6%, avvicinandosi al minimo di dieci mesi toccato proprio la scorsa settimana. Il Nikkei giapponese, invece, è ha chiuso a +0,95%.
I mercati asiatici stanno per archiviare una seduta nervosa, all’insegna di forti perdite. L’Hang Seng di Hong Kong sta subendo il tonfo peggiore con un -1,81%, mentre gli indici cinesi Shenzhen e Shanghai sono in calo rispettivamente di 0,37% e 0,59%.
S&P ha abbassato le sue previsioni per la crescita economica della Cina nel 2023 al 4,8% dal 5,2%, affermando che l’allentamento fiscale e monetario è rimasto limitato. Il grande test della settimana saranno i dati sugli utili industriali provenienti dalla Cina mercoledì, così come i PMI manifatturieri e dei servizi sabato.
Intanto, è tornato lo spettro Evergrande e di tutto il settore immobiliare. Le sue azioni sono crollate del 19,1%, dopo che la società ha dichiarato di non essere in grado di emettere nuovi debiti a causa un’indagine su una delle sue filiali.
Il promotore immobiliare non può soddisfare i requisiti per “l’emissione di nuove obbligazioni”, poiché la sua principale controllata, Hengda Real Estate Group, è oggetto di indagine, si legge in un documento depositato domenica alla Borsa di Hong Kong.
Hengda Real Estate ha dichiarato ad agosto di essere stata indagata dalla China Securities Regulatory Commission per una sospetta violazione delle norme sulla divulgazione di informazioni.
L’annuncio arriva due giorni dopo che Evergrande ha annullato le riunioni dei creditori previste per lunedì e martedì, citando vendite inferiori alle attese e la necessità di rivalutare i termini di ristrutturazione.
Nuove tensioni per gli sviluppatori hanno quindi annullato gli spiragli di ottimismo di venerdì scorso, quando un indice delle società cinesi quotate negli Stati Uniti era stato rafforzato dalla notizia che Washington e Pechino stavano formando gruppi di lavoro per discutere di questioni economiche e finanziarie.
C’è nervosismo per la politica dei tassi di interesse
Non solo Cina: a preoccupare gli investitori è anche la politica monetaria della Fed con le sue dirette conseguenze sul mercato obbligazionario. I rendimenti del Treasury a 10 anni viaggiano a +4,47%.
I titoli del Tesoro saranno al centro dell’attenzione questa settimana, con numerosi funzionari della Fed che interverranno in occasione di eventi pubblici. Gli investitori seguiranno inoltre la pubblicazione dei dati mensili sull’inflazione negli Stati Uniti e valuteranno il probabile impatto di un possibile shutdown del governo statunitense.
“Ciò che ha guidato la Fed è l’accettazione che lo shock inflazionistico non è transitorio, ma richiederà una politica monetaria restrittiva per molto più tempo di quanto pensassimo inizialmente. Affinché le obbligazioni possano riprendersi a livello globale, avremo bisogno di un ciclo coordinato di tagli dei tassi, in particolare da parte della Fed. Personalmente non vedo un taglio della Fed nel 2024, quindi non penso che il 2024 sarà un anno particolarmente positivo per le obbligazioni”, ha affermato Andrew Lilley, capo stratega dei tassi di Barrenjoey.
Redmond Wong, stratega di mercato per Saxo Capital Markets HK Ltd ha inoltre avvisato che il sentiment rimane ancora fragile con messaggi di rialzo più a lungo che si riverberano attraverso i mercati. Un potenziale shutdown del governo statunitense e lo sciopero degli United Auto Workers “potrebbero intaccare ulteriormente il sentiment questa settimana”, ha dichiarato.
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