Meloni attacca la Bce: cosa ha detto sul rialzo dei tassi

Violetta Silvestri

25/10/2022

26/10/2022 - 09:28

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Nel discorso alla Camera, Giorgia Meloni non ha nascosto la sua critica alla politica aggressiva sui tassi Bce: cosa ha detto la presidente del Consiglio a due giorni dalla riunione a Francoforte.

Meloni attacca la Bce: cosa ha detto sul rialzo dei tassi

Giorgia Meloni contro la Bce? Analizzando le parole del lungo messaggio annunciato oggi alla Camera dalla neo presidente del Consiglio, si può facilmente cogliere un tono critico - ai limiti del polemico - nei confronti della politica aggressiva della banca centrale sui tassi di interesse.

Il tema non è di poco conto, considerando innanzitutto che giovedì 27 ottobre Lagarde e i membri del Consiglio direttivo si riuniranno per un incontro cruciale, con il quale affrontare un’inflazione in Eurozona che ormai lambisce la crescita a doppia cifra a colpi di rialzi decisi del costo del denaro.

Stando alle indicazioni degli esperti, ci si aspetta un aumento di 75 punti base, che porterebbe il tasso di riferimento al 2,0%. Questo significa che crescono i costi per i finanziamenti, anche di imprese e famiglie, oltre a lievitare anche l’onere dello Stato sugli interessi del debito pubblico.

Giorgia Meloni sa bene che la stabilità dei conti è osservata speciale e che un balzo dei tassi potrebbe scuotere il mercato obbligazionario nazionale. Cosa ha detto la presidente del Consiglio contro la Bce?

Meloni critica con la Bce: le sue parole sui tassi

Il passaggio del discorso di Giorgia Meloni sulla Bce è stato interessante e non ha lasciato spazio a molte interpretazioni: la critica c’è. Parlando dell’inflazione alle stelle, infatti, la presidente del Consiglio ha ricordato come le banche centrali stiano agendo con rialzi dei tassi senza precedenti e, soprattutto, dopo anni di non intervento.

Nello specifico, ha spiegato che la mossa di aumentare il costo del denaro è stata:

“Una decisione da molti reputata azzardata e che rischia di ripercuotersi sul credito bancario a famiglie e imprese e che si somma a quella già assunta dalla stessa Banca centrale di porre fine a partire dal 1° luglio 2022 al programma di acquisto di titoli a reddito fisso sul mercato aperto, creando una difficoltà aggiuntiva a quegli Stati membri che, come il nostro, hanno un elevato debito pubblico.”

La frase si inserisce nel commento della presidente del Consiglio sul momento difficile che l’economia italiana sta affrontando, con l’obiettivo crescita prioritario. E con l’attenzione massimo sul debito, che non può crescere.

Il riferimento alla Bce e al suo inasprimento è legato soprattutto alla preoccupazione degli effetti sul debito e rientra perfettamente nell’approccio di difesa degli interessi nazionali che la Meloni ha sempre privilegiato, anche a costo di schierarsi contro le decisioni europee o di enti internazionali.

Per memoria, la battaglia contro il MES è stata un esempio, così come le accuse di controllo sul bilancio italiano dalla cosiddetta Troika, (Bce, Fmi e Commissione europea). Bisogna sottolineare che proprio i rapporti con le istituzioni finanziarie europee sono osservate speciali in questo Governo, considerando lo scetticismo nei confronti delle decisioni comunitarie di Salvini e anche Meloni negli anni passati.

Certo, ora non è più tempo di euroscetticismo e la presidente del Consoglio e il suo Governo lo sanno bene, tanto da non averne fatto cenno in modo plateale nel programma o nel discorso odierno. Si parla di maggiore risolutezza dell’Italia nei consessi di Bruxelles, ma non di rottura.

C’è da vedere, comunque, come reagirà il mercato obbligazionario, e lo spread, alla decisione di giovedì 27 ottobre, quando la Bce aumenterà ancora i tassi. Non solo l’Italia, ma anche altre nazioni come Francia e Finlandia hanno esternato preoccupazioni sull’andamento aggressivo dei rialzi del costo dei finanziamenti da parte della banca. Il contesto in sui si sta muovendo Lagarde non è ostile solo al nostro Paese perennemente indebitato, ma presenta rischi enormi per tutti con la crisi energetica, la guerra in Ucraina e la possibilità di recessione in corso.

C’è anche da sottolineare, comunque, che finora proprio l’Eurotower ha salvato l’Italia con gli acquisti straordinari del debito nazionale. Giorgia Meloni, in fondo, sa che la ripresa e la credibilità dell’Italia sono intrecciate al sistema della banca centrale e dell’Ue. E per non far crollare il debito serviranno politiche nazionali attente ed efficaci.

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# Bce

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