Mediobanca ha appena annunciato il nuovo piano aggiornato al 2028. La mossa per difendersi dall’OPS di MPS, con ulteriore aumento utili, dividendi, ricavi.
Il “nuovo” piano di Mediobanca, scudo contro l’OPS di MPS-Monte dei Paschi di Siena, è stato annunciato oggi, venerdì 27 giugno 2025, come anticipato giorni fa da Piazzetta Cuccia, con una nota che ha spiazzato il mercato e che ha confermato tutta l’intenzione della banca finita nel mirino dell’istituto senese di affilare le armi contro quella OPS che molti considerano più espressione di manovre di Stato che di logiche di mercato.
Il CEO di Mediobanca Alberto Nagel ha aggiornato il piano, che precedentemente copriva un arco temporale fino al 2026, al 2028, per un motivo ben preciso: consentire agli azionisti di Mediobanca di poter fare un paragone tra i guadagni che otterrebbero da una Piazzetta Cuccia in versione standalone e quelli che incasserebbero se decidessero di aderire all’offerta pubblica di scambio presentata lo scorso 24 gennaio 2025 da Monte dei Paschi di Siena. Una operazione che è stata considerata dal CDA subito “ostile”, “non concordata e fortemente distruttiva di valore ”. E una operazione che è finita al centro di diverse polemiche, in quanto accusata di essere stata orchestrata dal governo Meloni, per la precisione dal MEF maggiore azionista di MPS, e dagli azionisti Francesco Gaetano Caltagirone e Delfin, (holding della famiglia Del Vecchio) per puntare all’obiettivo ultimo chiamato Generali, di cui Mediobanca è maggiore azionista.
Dopo aver rimandato l’altra strategia di difesa contro l’OPS di MPS a settembre - l’OPS lanciata su Banca Generali - Mediobanca ha deciso di ricorrere a un altro scudo per proteggersi dalle mire della banca senese, ovvero, per l’appunto, all’aggiornamento del piano industriale, giocando particamente la carta dei dividendi, per la precisione di più dividendi a favore dei soci. E mettendo in evidenza, anche, tutta la capacità di Mediobanca di macinare più utili e ricavi.
Con l’aggiornamento del piano, la banca guidata dal CEO Alberto Nagel ha presentato i nuovi target finanziari al 2028, comunicando di stimare “ una ulteriore crescita di ricavi, utili, redditività e remunerazione ”.
Nelle ultime ore novità sono arrivate anche dalla banca predatrice, ovvero da Monte dei Paschi di Siena, dopo che il CDA, a seguito della riunione che si è svolta ieri, ha deciso di dare l’ok all’aumento di capitale a servizio dell’OPS lanciata su Piazzetta Cuccia, dopo l’autorizzazione rilasciata dalla BCE.
Mediobanca annuncia aggiornamento piano anti MPS, Nagel: non c’è paragone
Il piano di Mediobanca aggiornato al 2028 è stato presentato e commentato dal numero uno, l’amministratore delegato Alberto Nagel che, nel corso della call con gli analisti, ha ribadito il no secco all’OPS di MPS:
“ Il nostro piano stand-alone, devo dirlo, è privo di rischio: anche se le nostre attività sono sempre associate a del rischio noi abbiamo sempre dimostrato negli ultimi 10 anni che quando fissiamo dei target, normalmente, li centriamo ”.
Tra questo piano e l’offerta di Mediobanca, ha fatto notare Nagel “ non c’è paragone ”, per un motivo ben preciso: se il rischio associato al piano aggiornato al 2028 firmato da Piazzetta Cuccia è contenuto, ha sottolineato il banchiere, quello “ associato a una transazione senza precedenti come quella proposta da MPS-Mediobanca è elevato ”.
Non solo. Nagel è tornato a riassumere tutti i motivi alla base del suo grande no all’OPS di Siena.
Intanto, si tratta della “prima transazione in cui una banca commerciale compra una banca di investimento” che, se avesse successo, si tradurrebbe in “ una forte riduzione dei ricavi ”.
Inoltre, “ è davvero difficile definire quale sia la reale crescita degli EPS dell’entità combinata, ed è difficile da capire quale possa essere la distribuzione ai soci ”.
Il CEO di Mediobanca ha continuato illustrando la ragione per cui ha deciso di aggiornare il piano al 2028: “Non possiamo non dare ai nostri azionisti la prospettiva di una Mediobanca stand alone opposta a una Mediobanca integrata a Montepaschi”. E “la comparazione ci dice chiaramente che non c’è paragone tra le due storie ”.
Il banchiere ha anche sottolineato che un altro nodo è rappresentato dal fatto che MPS è più esposta alle variazioni dei tassi di interesse (decise dalla BCE di Christine Lagarde). Variazioni tra l’altro che sono da un po’ al ribasso, come dimostrano i continui tagli dei tassi, otto in meno di un anno, e che dunque penalizzano in generale la redditività delle banche.
C’è poi la grande differenza in termini di gestione del capitale, visto che se MPS adotta in questo senso la strategia “ capital intensive ”, Mediobanca punta sul “light-model”.
I nuovi target finanziari al 2028 di Mediobanca su utili, redditività, dividendi
Questi i nuovi target finanziari annunciati oggi da Mediobanca nel presentare il piano aggiornato al 2028:
- Crescita degli utili a €1,9 miliardi (+45% nel triennio, con un tasso di crescita composto medio annuo del triennio compreso tra il giugno del 2025 e il giugno del 2028 pari a +14%). L’utile per azione è atteso a €2,4 (+14%) considerando il solido sviluppo degli utili ordinari a €1,7 miliardi (+30% nel triennio tra giugno 2025 a giugno 2028, con un tasso di crescita composto medio annuo +9% ) e il conseguimento di utili derivanti dalla progressiva valorizzazione del progetto immobiliare nel Principato di Monaco per un apporto lordo cumulato di €500 milioni nel triennio (30% nell’esercizio 2027 e 70% nel esercizio 2028);
- Crescita della redditività a livello di Gruppo (ROTE al 20%) - rettificato degli utili non ricorrenti al 17% (dal 14%) - e divisionale: il WM è atteso registrare il maggior incremento della redditività (“RORWA”) passando dal 4,0% al 5,2%; il CIB è atteso migliorare al 2,2% (dall’1,9%), il CF stabile al 2,9%;
- Crescita nella remunerazione degli azionisti sino a €4,9 miliardi nel triennio di cui €4,5 miliardi in dividendi e €0,4 miliardi tramite il completamento del piano di riacquisto e cancellazione di azioni proprie previsto nel piano al 2026, presentato nel maggio 2023.
L’aumento della distribuzione, ha precisato Mediobanca “è consentito dalla maggiore generazione di capitale ( 280pb annui, +30% da 220pb) derivante dall’elevata redditività e dall’assenza di impatti regolamentari negativi nei prossimi anni”.
Nagel e il commento su DNA Mediobanca. Percorso sarà ancora più potenziato con Banca Generali
Così l’amministratore delegato di Mediobanca, Alberto Nagel, stando al comunicato con cui Piazzetta Cuccia ha presentato “l’aggiornamento delle proiezioni economico-finanziarie 2025-28” del Piano “One Brand – One Culture”
“L’estensione al 2028 del piano ONE BRAND - ONE CULTURE, dimostra come Mediobanca sia in grado di realizzare, pur in un contesto macroeconomico complesso, un’ulteriore solida crescita di ricavi, utili e redditività, puntando a conseguire i migliori rendimenti di settore, associati a un basso profilo di rischio e di execution nonché a un significativo aumento della remunerazione degli azionisti. Questo entusiasmante percorso di crescita stand-alone, compiuto rimanendo ancorati alla scuola di banca responsabile radicata nel DNA della Banca, verrà ulteriormente potenziato dalla combinazione con Banca Generali, operazione in grado di creare un leader Europeo nel Wealth Management per dimensioni, capacità di crescita e remunerazione degli azionisti, il cui closing è previsto per il prossimo mese di ottobre”.
Payout al 100%, dividendo per azione atteso raddoppiare da 2025 a 2028
Nello specifico, per quanto riguarda la politica di remunerazione a favore degli azionisti, Mediobanca ha specificato che la politica di distribuzione del triennio (es.26/27/28) sarà interamente per cassa, basata sugli utili ricorrenti e sarà affiancata nel esercizio 2026 dal completamento del programma di acquisto di azioni proprie.
La politica di payout corrisponderà a una erogazione pari al 100% degli utili ricorrenti per gli esercizi 2026/27/28.
Occhio in particolare al dividendo per azione DPS, che si attesterà a €1,125 nel esercizio 2025, per salire del 50% nel 2026, fino a raddoppiare a €2,1 nel esercizio 2028.
In totale, la distribuzione ai soci sarà di circa 5 miliardi cumulati nei tre anni, pari a circa il 30% della capitalizzazione di mercato, derivante da un monte dividendi complessivo di circa 4,5 miliardi e dalla conclusione per 0,4 miliardi del programma annuale di riacquisto di azioni proprie annunciato nel piano 2023-2026 ora aggiornato, per un controvalore complessivo di €1 miliardo (che saranno interamente dedotti dal CET1 a giugno 2025) e per il 60% eseguito negli esercizi 23/24 e 24/25).
Crescita margine di interesse e commissioni. I numeri
Nello specifico, per quanto concerne i ricavi, Mediobanca prevede i seguenti trend, con i tassi di crescita che, va ricordato, corrispondono al tasso di crescita composto medio annuo del triennio compreso tra il mese di giugno 2025 e il giugno del 2028.
- Crescita margine di interesse da quasi 2 a oltre 2,2 miliardi (+4%), trainato dalla salita dei volumi (impieghi di Gruppo +5%), con una crescita costante ed elevata del margine di interesse del CF (+6%). A tal proposito, “lo scenario dei tassi, in ulteriore calo nel primo anno e poi previsto in moderata ripresa, porterà ad un aumento degli yield negli ultimi due anni maggiore dell’aumento del costo del funding e ad un contributo positivo di tutte le divisioni negli esercizi 2027 e 2028 ”.
- Le commissioni e gli altri proventi netti saliranno da quasi 1,1 ad oltre 1,3 miliardi (+7%) trainate dal WM (+11%), che beneficerà di una raccolta netta annua di 10-11 miliardi, di una marginalità in lieve aumento (+3bps le commissioni di gestione delle reti distributive) e di un flusso elevato di collocamenti di prodotti strutturati e di private markets. Il CIB è previsto crescere del 5%2, con un trend solido dell’advisory dopo i risultati record del es.2025 e una crescita del capital market e del lending. Il CF vede una riduzione delle commissioni per il diverso trattamento contabile del BNPL (da commissioni a margine di interesse)
- Il contributo all’equity method di Assicurazioni Generali è stimato salire da oltre 0,5 a quasi 0,7 miliardi, sulla base degli utili di consensus.
Cost/income in calo grazie a WM, in rialzo le rettifiche sui crediti
Riguardo alle altre voci di bilancio, Mediobanca prevede:
- Costi in crescita di circa 160 milioni (+3%).
- Un cost/income che scenderà dal 43% al 40% trainato dalla citata riduzione nella divisione WM (cost/income da 66% a 56% nel triennio; circa la metà del calo di Gruppo), del Consumer (cost/income da 31% a 30% nel triennio), a fronte di un trend stabile per il CIB (46%).
- In rialzo le rettifiche sui crediti, che cresceranno di circa 140 milioni (COR in crescita da quasi 50 a 60pb) per l’attesa normalizzazione dei tassi di default ai livelli pre-covid nel CF, fronteggiati dal rilascio, nei tre anni, degli overlays (circa 145 milioni attesi a fine giugno 2025). Rimarrà contenuto il costo del rischio del CIB (circa 5pb) e nel WM (circa 2pb).
Per quanto riguarda le poste patrimoniali di Mediobanca:
- Gli impieghi cresceranno da 54 a quasi 63 miliardi (+5%) per effetto della crescita di tutti comparti.
- La raccolta salirà da 69 a 82 miliardi, per la crescita dei depositi (da 30 a 33 miliardi, con costo in calo da 1,8% a 1,5%), e l’importante attività di emissioni cartolari (circa 20 miliardi, dopo rimborsi per 18 miliardi). A tal proposito, Mediobanca ha specificato che nel triennio sono previste emissioni di strumenti di capitale per oltre 2 miliardi, tra cui 1 miliardo di senior non preferred, fino a 750 milioni di AT1 e circa 300 milioni di strumenti T2. La restante parte riguarderà collocamenti senior istituzionali (circa 8 miliardi) e su reti al dettaglio (4 miliardi) e debito secured (3 miliardi di covered e 3 miliardi di ABS/SRT). Complessivamente il costo delle emissioni sarà di circa 110 pb vs Eur 3M inferiore al costo delle emissioni in scadenza (124bps).
Gli indicatori di liquidità e funding sono attesi rimanere solidi (LCR a 150% e NSFR a circa 120%). - Le Total Financial Assets (TFA) saliranno da oltre 110 a 143 miliardi (+9%), con la componente AUM/AUA in crescita dell’11%.
- La raccolta netta (NNM) è prevista attestarsi tra 10 e 11 miliardi, e potrà contare su oltre 1 miliardo di eventi di liquidità attesi ogni anno.
- Gli RWAs aumenteranno da 46 a 50 miliardi, per 3,6 miliardi imputabili alla crescita dei volumi di finanziamenti e attività di Markets e per circa 1 miliardo per crescita della partecipazione in Ass. Generali. La crescita, ha sottolineato Piazzetta Cuccia, “sarà in parte mitigata dall’implementazione del nuovo modello PD nel segmento large corporate e dall’esecuzione di un programma di mitigazione del rischio (SRT) che riguarderà oltre al portafoglio Consumer anche gli altri impieghi creditizi del Gruppo (risparmio atteso in circa 1,7 miliardi di RWA”.
Infine, i ratio patrimoniali:
- Il CET1 ratio è atteso in ottimizzazione da circa il 15% al 14%, dopo una generazione di capitale annua pari a circa 280pb, in crescita del 30% rispetto alla media di 220pb del BP23-26, assorbita da una maggiore distribuzione pari a 315pb (circa 4,5 miliardi dividendi nel triennio).
- Il Tier1 ratio sale al 15,5% (in crescita di 50pb rispetto a giugno 25) dopo l’emissione di 750 milioni di AT1, previsti in due tranches.
- Il Total capital ratio è atteso a 17,5% (dal 18% circa), includendo anche 300 milioni di emissioni T2 a fine periodo.
- Il leverage ratio rimane stabile a circa il 7% nel triennio, mentre l’MREL si incrementa al 47% degli RWA (circa 21% delle esposizioni LRE).
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