May chiede ancora un rinvio per Brexit e invoca l’aiuto dei Labour

Mario D’Angelo

2 Aprile 2019 - 20:25

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Nuovo capitolo dell’odissea Brexit: May chiede un nuovo rinvio all’Europa (ma non oltre il 22 maggio) e invoca l’aiuto dei laburisti di Jeremy Corbyn

May chiede ancora un rinvio per Brexit e invoca l’aiuto dei Labour

All’intensificarsi dei timori per una hard Brexit (con annesso crollo della sterlina), Theresa May chiede un’altra estensione all’Unione Europea. L’intento, stavolta, è quello di cercare una nuova intesa con i laburisti per trovare, così, un divorzio più morbido e, si spera, meno traumatico per il Regno Unito. “Uscire senza accordo è certamente la soluzione peggiore”, ha detto May, e dopo la terza bocciatura dell’accordo si rende necessario vagliare tutte le piste, anche quelle che negano la volontà popolare. D’altronde, diceva qualche giorno fa il ministro della Giustizia Gauke, quando non ci sono i voti non si può perseguire ostinatamente la linea del manifesto conservatore, ma bisogna optare “per la seconda o terza scelta”.

Brexit, May chiede estensione

È stata una dichiarazione TV molto breve quella che è succeduta a una riunione di governo durata 7 ore al numero 10 di Downing Street. Sono due le richieste che emergono dalle parole della premier britannica. La prima è esterna, ai leader europei, per ulteriore pazienza. La quale, a giudicare dalle ultime dichiarazioni di Macron e Conte, si sta rapidamente esaurendo.

Il Presidente francese, infatti, ha detto che “l’Europa non può essere ostaggio” dell’indecisione britannica. Giuseppe Conte ha dichiarato che, in mancanza di chiarimenti sulla situazione, l’esecutivo italiano si sta ormai preparando al no deal. La May, insomma, non è in condizioni di negoziare proroghe, e infatti ha chiesto un breve rinvio al 22 maggio, il giorno prima delle elezioni europee.

May invoca aiuto di Corbyn

La seconda richiesta, forse ancora più disperata, è gli avversari politici laburisti. Theresa May ha detto che cercherà il dialogo con il loro leader, Jeremy Corbyn, per pianificare un’uscita che accontenti entrambi gli schieramenti.

Se questa si rivelerà impossibile, ha dichiarato la premier, verrà messa al voto una (ulteriore) serie di opzioni pro-Brexit, e il governo supporterà qualsiasi proposta che raccolga il maggior favore.

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