Fed e debito Usa sostengono la corsa dell’oro

Alessandro Venuti

19/02/2019

19/02/2019 - 18:03

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Il metallo prezioso continua a brillare in questo 2019. Una Fed accomodante e il crescente indebitamento degli Stati Uniti potrebbero essere elementi a sostegno del prezzo dell’oro. Ne abbiamo parlato con uno dei massimi esperti in materia: Carlo Alberto De Casa, Capo Analista per ActivTrades

Fed e debito Usa sostengono la corsa dell’oro

Il metallo giallo continua a brillare quest’anno, nel panorama dei metalli preziosi. La soglia psicologica dei 1.300 dollari l’oncia superata alla fine di gennaio sembra tenere bene.

L’oro nei giorni scorsi ha proseguito la sua ascesa, nonostante la fase di rafforzamento del dollaro Usa e dei listini azionari globali, entrambi fattori che dovrebbero influire negativamente sull’andamento del prezioso.

Proprio questa resilienza a fronte di due fattori che notoriamente dovrebbero rappresentare un ostacolo alla corsa dell’oro, evidenzia il fatto che non è solo l’interesse per i beni rifugio a sostenere il metallo giallo.

“Il rialzo dell’oro è dovuto anche le mosse delle Banche centrali, in primis la Federal Reserve, che stanno aggiustando le loro intenzioni sulle future azioni di politica monetaria e parallelamente accumulando riserve auree a ritmi che non si devano da mezzo secolo, quando Nixon annunciò la fine del Gold standard”, spiega Carlo Alberto De Casa, Capo Analista per ActivTrades (nella foto).

Carlo Alberto De Casa, Capo Analista per ActivTrades

“Gli investitori stanno ancora mettendo in conto una Fed accomodante e, il crescente indebitamento degli Stati Uniti con le politiche di spesa di Trump, potrebbe essere un altro elemento a sostegno del prezzo dell’oro”, prosegue l’esperto di ActivTrades.

L’analisi tecnica

Secondo De Casa, la struttura tecnica dell’oro indica che c’è ulteriore spazio per movimenti verso l’alto: “Dopo aver attaccato e superato l’area resistenziale posizionata a 1.325 dollari l’oncia, potrebbe esserci spazio per ulteriori mosse rialziste”.

XAU/USD, grafico giornaliero. Fonte: Bloomberg

“Da un punto di vista tecnico, l’oro è appena entrato nell’intervallo 1.325-1.350 dollari l’oncia”, spiega l’esperto. “Se i prezzi rimangono sopra i 1.325 dollari è probabile che il momento positivo continui, mentre gli investitori scommettono su ulteriori rally del lingotto”.

“Se l’oro continua ad apprezzarsi in maniera costante ma senza evidenti eccessi, il metallo giallo potrebbe raggiungere come target finale anche la successiva resistenza statica lasciata in eredità dai massimi registrati nel post Brexit a 1.375 dollari l’oncia”, conclude De Casa.

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