Mascherine al chiuso, nessun addio: «Ecco fino a quando andranno indossate». Intervista all’immunologa Antonella Viola

Emiliana Costa

14/04/2022

14/04/2022 - 19:08

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In Italia il virus ha ripreso a correre. Intanto procede la road map delle riaperture, dal 1° maggio addio al green pass. E le mascherine al chiuso? Ne abbiamo parlato con l’immunologa Antonella Viola.

Mascherine al chiuso, nessun addio: «Ecco fino a quando andranno indossate». Intervista all’immunologa Antonella Viola

In Italia il virus ha ripreso a correre. Nel bollettino di oggi, giovedì 14 aprile, i nuovi contagi nelle 24 ore sono stati 64.951 su 438.375 tamponi. Per un tasso di positività del 14,8%. Le vittime sono state 149.

A trainare l’ondata di casi, Omicron 2, la cui contagiosità è equivalente a quella del morbillo. Non solo. Negli ultimi giorni nel nostro paese sono state isolate nuove varianti, tra cui Xf, un mix di Delta e Omicron. Mix che preoccupa gli esperti per la possibile aggressività e contagiosità.

Intanto, procede la road map delle riaperture prevista dal governo Draghi. Dal 1° maggio diremo addio al green pass, dibattito aperto invece per quanto riguarda l’obbligo delle mascherine al chiuso. Obbligo che scadrebbe il prossimo 30 aprile. Ma siamo pronti all’allentamento delle restrizioni? Ne abbiamo parlato con Antonella Viola, immunologa e direttrice scientifica dell’Istituto di ricerca pediatrica Città della Speranza.

In Italia, i contagi continuano a correre. Siamo di fronte alla quinta ondata?

Sicuramente è un’ondata importante che sta attraversando non solo l’Italia, ma l’Europa. C’è un’impennata di casi anche in Francia, Germania e Regno Unito. L’ondata da Omicron 2 ha creato una gobba nella discesa che era stata registrata dopo l’ondata da Omicron 1. L’arrivo di questa nuova variante insieme all’allentamento delle restrizioni ha causato questa recrudescenza del virus.

Tra 15 giorni diremo addio al green pass e si sta discutendo sulle mascherine al chiuso. Siamo pronti?

Al green pass sì siamo pronti, perché si stanno contagiando anche i vaccinati. Anche se l’efficacia del vaccino è ancora al 60% e quindi protegge ancora molto. Comunque i contagi in chi ha fatto due o tre dosi di vaccino ci sono. Non ha più senso continuare a discriminare per la capacità di movimento. Certo, resta il pericolo per chi non è vaccinato di ammalarsi in maniera severa, ma il rischio contagio c’è per tutti. Le mascherine al chiuso invece devono rimanere, la circolazione del virus è ancora alta. È una misura lieve, accettabile che non limita il movimento. Abbiamo ancora 150 morti al giorno, se ci fosse un nuovo virus penseremmo che è una tragedia. Ci siamo abituati a questi numeri altissimi di morti e contagi. La mascherina è l’unico strumento che dobbiamo utilizzare. E al chiuso bisogna indossare una mascherina adatta, la Ffp2.

Con Omicron 2 c’è anche un allarme reinfezioni. Cosa fare per proteggersi soprattutto in vista delle feste di Pasqua?

Bisogna proteggere gli anziani, i più fragili. La maggior parte delle persone con 3 dosi di vaccino anche se si ammala non svilupperà una malattia grave. Ma le persone con patologie pregresse o per età possono andare incontro a patologie severe. Questo non vuol dire che debbano isolarsi a Pasqua. Ma se si sta in tanti in un ambiente chiuso, sono necessarie le mascherine e comunque eviterei grandi aggregazioni. Se si può, meglio stare all’aperto per essere tutti più tranquilli. Ovviamente, consigliata la terza dose per chi ancora la deve fare e quarta dose per gli over 80. Il vaccino è ancora l’arma di difesa più potente.

Negli ultimi giorni sono emerse nuove varianti, l’ultima è la Xf, mix di Delta e Omicron. Può mantenere l’aggressività di Delta e la contagiosità di Omicron?

Questa nuova variante può preoccuparci per l’aggressività clinica. Bisogna vedere se Xf ha un vantaggio nella trasmissione rispetto alla BA.2, che in questo momento traina i contagi. Omicron 2 ha avuto un vantaggio su Omicron 1 e per questo è diventata dominante. Dobbiamo capire cosa succederà, ma è ancora presto per dirlo.

L’Aifa pensa a una quarta dose autunnale per gli over 50-60, da estendere forse a tutti. È necessario un richiamo annuale per tutti?

Un richiamo annuale può essere utile, mentre un richiamo continuo dal punto di vista immunologico non ha senso. Andrà studiata bene, facendo i richiami 10 giorni prima del picco dei contagi, verso fine autunno. L’altra cosa che andrà valutata è se questi vaccini aggiornati avranno un vantaggio reale rispetto al vaccino originario. In ogni caso, il richiamo una volta all’anno, finché circolerà il virus, sarà importante farlo. La soluzione ideale sarebbe un vaccino che riconosca più proteine e antigeni di questo Sars-Cov-2. Noi ci siamo focalizzati sulla spike che purtroppo sta cambiando parecchio.

Quando finirà la pandemia o quantomeno migliorerà la situazione?

La pandemia nel senso di emergenza come due anni fa è finita, perché ora ci sono i vaccini che limitano i contagi e la severità della malattia. In estate caleranno i contagi, come lo scorso anno. Nel futuro dipenderà da come funzionano i vaccini, ma soprattutto da come cambia il virus. L’unico sacrificio nei prossimi anni sarà l’uso nella mascherina nei posti al chiuso affollati. La mascherina non va utilizzata per paura, ma per senso di responsabilità. Sappiamo che c’è il virus e dobbiamo evitare di portarlo in giro, accettando quello che è successo.

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