M5S, Di Maio sarà costretto dai suoi a fare un passo indietro?

Mario D’Angelo

24 Settembre 2019 - 22:49

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Un gruppo di senatori vuole chiedere formalmente a Luigi Di Maio di lasciare «tutti gli incarichi»

M5S, Di Maio sarà costretto dai suoi a fare un passo indietro?

Aria di burrasca nel Movimento 5 Stelle. Un gruppo di senatori, capitanato da Mario Michele Giarrusso, ha sostanzialmente sfiduciato il capo politico Luigi Di Maio, cui sarà chiesto di farsi da parte per istituire “un comitato a 10” che prenda il suo posto. La conclusione è arrivata dopo la riunione dei senatori M5S per l’elezione del nuovo capogruppo a Palazzo Madama, dopo la nomina a ministro di Stefano Patuanelli.

M5S, Di Maio sfiduciato dai suoi

Se penso che Di Maio abbia troppi poteri? Sì, dovrebbe lasciare tutti gli incarichi. Non vedo quale esperienza possa vantare agli Esteri. Abbiamo perso 6 milioni di voti, siamo in minoranza in Consiglio dei ministri”, ha detto Giarrusso all’Adnkronos. Il senatore, uno dei più critici dell’alleanza di governo con il Partito Democratico, ha anche postato sulla sua pagina Facebook un articolo in cui si parla della “vigliacca arrendevolezza di Luigi Di Maio” in relazione all’esclusione dell’ex ministra Giulia Grillo.

Giarrusso si lancia in un attacco durissimo contro il leader del Movimento, in cui dà sfogo ai malumori emersa nella riunione fra senatori. Alcuni di essi starebbero preparando un documento per chiedere formalmente a Di Maio di fare un passo indietro per “riportare la democrazia nel Movimento”. E se questo non avrà esito, sarà chiesto “a gran voce un intervento di Beppe Grillo”.

Il senatore e membro della Commissione antimafia non ha risparmiato anche Danilo Toninelli, che dopo l’esclusione dall’esecutivo è papabile per il ruolo di capogruppo al Senato. “Toninelli deve raccontarci per filo e per segno come mai abbiamo mandato a quel paese 6 milioni di elettori. Finché non chiarisce su quanto successo nell’ultimo anno e mezzo, non abbiamo bisogno di ulteriori ambiguità”, dice bollando di fatto la candidatura.

Dissenso M5S, problemi per il governo?

Il dissenso interno, sembra suggerire la risposta sibillina di Giarrusso, potrebbe anche riflettersi sul supporto in aula: “Ci sono tanti colleghi che chiedono che i principi del M5S non vengano svenduti al momento del voto…”.

Anche alla Camera dei deputati, in effetti, sembra che non tutti i parlamentari siano contenti dell’attuale situazione del Movimento, almeno così dimostra un post su Facebook del deputato siciliano Riccardo Nuti.

Decisamente più diplomatico il presidente della Commissione antimafia Nicola Morra, che scrive: “Il sale della #democrazia è il confronto, il dibattito in cui tutti possono dire la loro venendo ascoltati. Oggi questo sale l’abbiamo impiegato nella nostra assemblea Senato, esattamente come in altre occasioni simili.”

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