20 giorni di riposo in più per questi lavoratori e lo stipendio non cambia. Una splendida sorpresa al rientro dalle ferie.
Per molti lavoratori italiani è arrivato il tanto temuto rientro dalle ferie.
La buona notizia, però, è che nella maggior parte dei casi ci sono ancora giorni residui da utilizzare nei prossimi mesi, sempre in accordo con il datore di lavoro. È infatti quest’ultimo ad avere l’ultima parola sulla pianificazione delle ferie, mentre la legge si limita a stabilire due regole precise: almeno 2 settimane devono essere godute nell’anno di maturazione, e tutti i giorni accumulati vanno smaltiti entro i 18 mesi successivi.
Nella pratica, soprattutto nelle piccole aziende dove ogni assenza pesa di più sull’organizzazione, non tutti i dipendenti riescono a gestire liberamente i propri riposi. Alcuni sono costretti ad adattarsi alle esigenze dell’impresa, altri invece hanno maggiori margini di autonomia.
Tra i più fortunati ci sono oggi i lavoratori di Luxottica, che ancora una volta si distingue per le iniziative a favore del personale. Non si tratta di ferie in senso stretto, ma di giorni di riposo aggiuntivi a parità di stipendio: grazie a un nuovo accordo con i sindacati, l’azienda sperimenterà la settimana lavorativa di 4 giorni in un intero sito produttivo.
Una novità che rende meno amaro il ritorno dalle vacanze: i dipendenti potranno contare su 20 giornate extra di pausa, solitamente il venerdì, trasformando così il weekend in un’occasione più lunga da dedicare a sé stessi o a una breve fuga.
Così Luxottica «regala» 20 giorni di ferie ai dipendenti
La novità nasce dall’ultimo accordo firmato tra EssilorLuxottica e i sindacati di categoria (Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil), che conferma l’intenzione del gruppo a coniugare competitività e benessere dei lavoratori. L’intesa, infatti, prevede l’estensione della settimana corta a un intero sito produttivo a partire da gennaio 2026.
Nel dettaglio, i dipendenti coinvolti potranno beneficiare di 20 giornate di riposo aggiuntive all’anno, generalmente il venerdì, senza alcuna riduzione di stipendio. Quindi, significa che per 20 settimane il calendario lavorativo sarà organizzato su 4 giornate anziché cinque, regalando di fatto quasi un mese in più di “vacanza”.
L’obiettivo è duplice: alleggerire la routine dei lavoratori, ma anche rendere la fabbrica più efficiente. Secondo l’azienda, infatti, la riduzione dell’orario favorisce un miglior equilibrio vita-lavoro, aumenta la qualità del contributo individuale e consente di ottimizzare i tempi di produzione. Un beneficio che inoltre si riflette sulla sostenibilità ambientale, grazie a consumi energetici più contenuti.
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Le conseguenze sul piano occupazionale
Se da un lato la settimana corta rappresenta un vantaggio immediato per i dipendenti, dall’altro l’accordo tra EssilorLuxottica e sindacati ha anche una forte valenza sul piano occupazionale. Le parti hanno infatti sottolineato che la riduzione dell’orario non deve essere letta come un rischio di perdita di produttività, bensì come uno strumento per rafforzare la competitività e quindi garantire posti di lavoro stabili nel lungo periodo.
Da parte loro i sindacati hanno accolto con favore l’intesa, definendola “una garanzia di continuità produttiva e occupazionale negli stabilimenti italiani”. D’altronde, in un settore come quello della manifattura di alta gamma, dove qualità e artigianalità sono centrali, il coinvolgimento diretto dei lavoratori nella strategia industriale diventa un fattore chiave.
Il nuovo modello organizzativo si accompagna inoltre a una revisione dei meccanismi di incentivazione: la componente legata all’eccellenza della produzione avrà un peso maggiore sia nel calcolo del premio di risultato annuale, sia nei criteri di valutazione delle performance individuali. In questo modo i lavoratori non solo beneficeranno di più tempo libero, ma saranno anche parte attiva della crescita aziendale.
Un altro aspetto cruciale riguarda i progetti di stabilizzazione: l’accordo prevede, infatti, la possibilità di trasformare rapporti di lavoro a termine in contratti a tempo indeterminato, soprattutto nelle nuove linee dedicate ai dispositivi wearable.
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