Allarme Listeria: muffe, alimenti scaduti e mancata tracciabilità. I prodotti a rischio

Claudia Mustillo

2 Novembre 2022 - 12:16

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Dai controlli sono emerse violazioni per oltre 365mila euro: muffa, prodotti scaduti, malfunzionamenti nei sistemi e molto altro. Ecco cosa succede e quali sono i prodotti a rischio Listeria.

Allarme Listeria: muffe, alimenti scaduti e mancata tracciabilità. I prodotti a rischio

Si torna a parlare di Listeria, questa volta perché sono state sequestrate quattordici tonnellate di alimenti irregolari, per un valore di circa 327mila euro e 23 imprese, il cui valore economico ammonta a oltre 7 milioni di euro, sono sottoposte a chiusura o sospensione.

E quanto emerge dai controlli, finalizzati a verificare la corretta gestione in materia di sicurezza e igiene delle imprese produttive, che si sono tenuti in tutto il territorio nazionale dal Comando Carabinieri per la Tutela della Salute pubblica e dal ministero della Salute, in seguito ai casi di intossicazione da Listeria legati al consumo di alimenti.

Allarme Listeria, violazioni per oltre 365mila euro

Durante i controllo sono state ispezionate oltre mille aziende di lavorazione e trasformazione di alimenti maggiormente esposti alla contaminazione da batterio Listeria, come würstel e insaccati, prodotti caseari ma anche tramezzini e panini.

Sono state accertate irregolarità in 335 strutture (pari al 30% circa degli obiettivi controllati): 310 gli operatori di settore segnalati all’Autorità Giudiziaria e Sanitaria, 541 le violazioni penali e amministrative contestate, per un valore di oltre 365mila euro.

Tra le violazioni riscontrate c’è l’uso di materie prime scadute e in cattivo stato di conservazione. Con particolare frequenza è stata riscontrata anche la mancata applicazione delle procedure preventive di autocontrollo e tracciabilità degli alimenti, elementi essenziali per individuare e contenere possibili casi di intossicazione causati dal consumo di alimenti nocivi o pericolosi.

Falsi referti dai laboratori di analisi

Nell’ambito dei controlli svolti sono stati individuati, dai Nas a Palermo, anche due laboratori privati non autorizzati che producevamo referti falsi attestanti parametri analitici e microbiologici non veritieri in quanto basati su analisi mai eseguite sugli alimenti.

Sempre a Palermo sono stati disposti il fermo preventivo di 945 kg di prodotti caseari e la sospensione dell’attività di un’azienda dopo che un campione di formaggio fresco aveva valori elevati di Listeria. In un’industria di salumi della provincia di Modena, invece, sono stati sequestrati 7.000 kg di tranci di carne suina e bovina e semilavorati, invasi da ghiaccio e brina gelificata a causa del malfunzionamento del sistema di refrigerazione: c’erano anche muffe sulle pareti dei locali destinati allo scarico merci, che avrebbero potuto contaminare gli alimenti. A Bari in un’industria di lavorazione carni sono stati sequestrati 1.800 kg di prodotti privi di etichettatura e di indicazioni utili a garantirne la tracciabilità.

Sequestri anche a Salerno e Catania di 3700 kg di prodotti lattiero-caseari, che stavano per essere commercializzati e che erano sprovvisti della documentazione sulla rintracciabilità. Nella provincia di Savona è stato chiuso un laboratorio di preparazione gastronomica, che non aveva l’autorizzazione sanitaria e presentava gravi carenze anche sul piano dell’igiene.

Per precarie condizioni igieniche ma anche per la mancata attuazione delle procedure di autocontrollo, imposte dalla normativa, sono stati sequestrati a Ragusa 529 kg salumi già confezionati, alcuni sprovvisti di elementi utili alla tracciabilità, altri scaduti. Nella provincia di Napoli chiuso un impianto di sezionamento e commercio all’ingrosso di carni avicole sprovvisto del «Bollo CE» e di riconoscimento produttivo.

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