Con la sentenza 16217 del 3 agosto la Corte di Cassazione ha stabilito la legittimità del licenziamento per più mancanze minori. Ecco cosa cambia per i dipendenti.
La sentenza 16217 della Corte di Cassazione del 3 agosto ha stabilito la legittimità del licenziamento di un dipendente per più mancanze plurime. Chiamata a deliberare sulla controversia tra un dipendente e il suo datore di lavoro, i giudici della suprema Corte hanno emesso sentenza a favore del procedimento disciplinare a carico del dipendente per più mancanze minori
Cosa è successo e cosa cambia per i lavoratori dipendenti?
Licenziamento per più mancanze minori: il caso
Oggetto della controversia è il licenziamento di un vigilante, accusato di essersi assentato durante l’orario notturno di lavoro la sera in cui l’azienda subiva un furto. L’azienda ha contestato e sanzionato con il licenziamento il dipendente per la cattiva condotta assunta durante il turno di vigilanza nella notte in cui è avvenuto il furto.
Motivazioni del licenziamento sono state più mancanze minori: non aver effettuato l’attività di vigilanza ad intervalli nelle diverse postazioni, l’accusa di aver manomesso il sistema di sorveglianza della propria postazione e non aver effettuato l’appropriata l’attività di controllo.
Utilizzando le disposizioni del Ccnl, le quali prevedono in caso di grave negligenza e di assenza ingiustificata dal lavoro la sospensione conservativa dal servizio e dalla retribuzione, il vigilante si è rivolto al giudice di primo grado e alla Corte d’Appello per deliberare sull’illegittimità del procedimento sanzionatorio a suo carico, chiedendo quindi l’applicazione di una misura sanzionatoria proporzionata alla mancanza lavorativa.
Sia in primo grado che in Appello, i giudici hanno però confermato la legittimità del licenziamento, portando come motivazione i filmati delle telecamere di sorveglianza che riprendevano il ladro al momento del furto e le testimonianze dei colleghi a conferma dell’alterazione del sistema di controllo dell’azienda. Il licenziamento è quindi stato legittimato dai giudici confermando l’effettiva mancanza del lavoratore durante il suo turno di vigilanza e la conseguente rottura del rapporto di fiducia con il datore di lavoro.
La sentenza della Corte di Cassazione: legittimità del licenziamento e motivazioni
Il dipendente, rivoltosi dinnanzi alla Corte di Cassazione per richiedere il riconoscimento dell’illegittimità del procedimento disciplinare a suo carico, si è visto respingere la richiesta. Perché?
Nonostante la legge Fornero preveda nel Ccnl l’applicazione di una pena conservativa, la sanzione del licenziamento non è in questo caso considerata sproporzionata. I fatti che hanno portato al licenziamento del dipendente sono plurimi e ognuno di essi è di particolare rilievo disciplinare. Nella fattispecie, vengono valutati nel loro insieme e, la constatazione delle mancanze plurime legittima il licenziamento a carico del dipendente.
Principio di proporzionalità della sanzione: a carattere generale e ad interpretazione
Nell’emettere la sentenza a favore della legittimità del licenziamento per mancanze plurime, la Corte di Cassazione si è inoltre espressa circa il carattere di generalità del principio di proporzionalità della sanzione. La Corte ha quindi affermato che il principio di giusta causa del licenziamento è stato appositamente definito a caratteri generali, di modo da rendere le norme adeguate alla realtà disciplinare. Il principio del giusto licenziamento va quindi deliberato in via interpretativa, in base ai valori esterni e alle sue disposizioni tacite.
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