Un emendamento alla Legge di Bilancio 2026 punta a inserire una deduzione dal reddito complessivo della spesa sostenuta per l’acquisto dei libri di testo per la scuola. Vediamo cosa cambierebbe.
Un emendamento presentato alla Legge di Bilancio 2026 vorrebbe includere nella manovra, per il prossimo anno, la deduzione dal reddito della spesa sostenuta per i libri scolastici dei figli. La proposta viene dalla maggioranza e, quindi, la probabilità che sia approvata è abbastanza alta.
Quello che si intende attuare è uno stanziamento di 200 milioni di euro ogni anno, a partire dal 2026, per inserire tra gli oneri deducibili previsti dall’articolo 10 del Tuir la spesa sostenuta dalle famiglie per l’acquisto dei libri scolastici.
Deduzione libri di testo, cosa cambierebbe per le famiglie?
Era stata già avanzata, qualche tempo fa, una proposta per rendere detraibile la spesa sostenuta per l’acquisto dei libri di testo per i figli. La proposta cambia forma, ma nella sostanza resta la stessa: riconoscere alle famiglie un aiuto quando affrontano le spese scolastiche per l’istruzione dei figli, soprattutto per la frequenza della scuola dell’obbligo.
L’obbligo scolastico in Italia è per almeno 10 anni e arriva fino al compimento dei 16 anni. A questa età, solitamente, si dovrebbe raggiungere il terzo anno della scuola superiore. Se per la scuola primaria, però, le famiglie non devono farsi carico della spesa dei libri di testo (a carico dei Comuni che riconoscono una cedola libraria alle famiglie), per la scuola secondaria (medie e superiori) non c’è gratuità e le famiglie devono sostenere la spesa, non indifferente, dei libri di testo.
Esistono interventi che consentono alle famiglie meno abbienti di avere una fornitura gratuita o semigratuita con contributi dedicati, ma si tratta di aiuti gestiti a livello comunale o regionale.
Le detrazioni per le spese di istruzione
Oggi, le famiglie possono contare sulle detrazioni per le spese di istruzione soltanto per determinate voci: è detraibile la mensa scolastica, lo scuolabus, le tasse di iscrizione e frequenza, le gite scolastiche e gli eventuali corsi organizzati dalla scuola negli orari extrascolastici. Tra queste spese, però, non rientrano libri di testo per la scuola secondaria, nonostante si tratti ancora di scuola dell’obbligo che, secondo la Costituzione dovrebbe essere gratuita.
Se l’emendamento proposto entrasse nella Legge di Bilancio 2026 dal prossimo anno scolastico le famiglie potrebbero contare su una deduzione dal reddito imponibile della spesa sostenuta per l’acquisto dei libri di testo. Ovviamente nel testo definitivo della manovra dovrebbero essere fissate i limiti e le condizioni di accesso al beneficio fiscale.
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