Legge elettorale: con la scelta del modello tedesco, alle prossime elezioni ci saranno sei schieramenti. Vediamo come saranno composti e chi rischia di rimanere fuori.
Nuova legge elettorale: con la scelta del modello tedesco alle prossime elezioni si andranno a creare sei schieramenti. Vediamo come saranno composti e chi rischia di rimanere fuori dalla composizione del prossimo Parlamento.
Ormai ci siamo per la nuova legge elettorale. Con il via libera da parte della direzione nazionale del Partito Democratico al modello tedesco come nuovo sistema di voto, il testo ora dovrebbe avere un percorso rapido e blindato in Parlamento.
Il prossimo 20 giugno infatti è prevista l’approvazione alla Camera, mentre il 7 luglio ci potrebbe essere la fumata bianca definitiva con il voto del Senato. Un calendario serrato ma che potrebbe essere rispettato vista la larga maggioranza che è favorevole al testo.
Se non dovessero esserci intoppi, l’ipotesi di un voto anticipato sarebbe uno scenario concreto, con la data di domenica 24 settembre, stesso giorno delle elezioni in Germania, che circola già da diversi giorni.
Ma come cambierà lo scenario politico italiano con questa nuova legge elettorale? Vediamo allora come con ogni probabilità si andranno a schierare i vari partiti, che già da giorni hanno dato il via alle grandi manovre strategiche.
Nuova legge elettorale, i possibili schieramenti
Archiviato sia il Legalicum che il Rosatellum, a meno di clamorosi intoppi parlamentari sarà il modello tedesco riadattato alle nostre leggi il sistema elettorale con il quale gli italiani saranno chiamati a esprimersi alle imminenti prossime elezioni.
Si tratta di una legge elettorale puramente proporzionale, con metà parlamentari eletti tramite collegi uninominali e l’altra metà pescando poi nei listini dei vari partiti. La soglia di sbarramento è indicata al 5%, mentre non è previsto alcun premio di maggioranza.
Con un sistema di voto del genere, lo scacchiere politico nostrano verrà ridisegnato con il bipolarismo degli inizi della Seconda Repubblica che diventerà soltanto un lontano e superato ricordo.
Stando ai rumors, dovrebbero essere sei gli schieramenti che prenderanno parte a questa disputa elettorale. Dalla destra alla sinistra passando per il centro, con il proporzionale ci sarà quasi un sostanziale ritorno al passato.
- Movimento 5 Stelle
- Partito Democratico
- Forza Italia
- Centristi
- Sinsitra
- Lega + Destra
Ad andare da soli però saranno solo tre partiti. Il Movimento 5 Stelle come sempre correrà per conto proprio. Ci sarà da vedere però se i pentastellati, se dovessero risultare essere il partito più votato, cercheranno alleanze post voto per provare a formare una maggioranza di governo.
Con la vittoria di Matteo Renzi alle primarie, il Partito Democratico ha chiuso la porta a ogni possibile alleanza con le altre anime della sinistra, con il segretario dem che è convinto di poter ottenere un ottimo risultato elettorale anche correndo da soli.
Con questa legge elettorale, Forza Italia dovrebbe separarsi una volta per tutte dai i vecchi alleati del centrodestra. A convergere però nella lista azzurra potrebbe essere quel Partito Animalista fondato di recente dalla Brambilla.
Con Silvio Berlusconi che andrà per conto proprio, Lega Nord e Fratelli d’Italia sono pronti a realizzare un loro listone: oltre ai partiti di Salvini e della Meloni, dovrebbero accasarsi anche il Polo Sovranista di Alemanno e Storace, i Responsabili di Fitto e altri movimento locali del Sud.
A sinistra invece Giuliano Pisapia ha dichiarato di essere pronto a dare vita a un nuovo centrosinistra alternativo al Partito Democratico. Oltre al suo Campo Progressista, dovrebbero rispondere presente anche Sinistra Italiana, Movimento Democratici e Progressisti, Verdi e forse anche i Radicali.
Infine c’è il centro, con Angelino Alfano e la sua Alternativa Popolare che stanno cercando di compattare tutte le anime moderate, dall’UdC fino a Idea passando anche per Ala di Denis Verdini.
Chi è il favorito e chi rischia
Le prossime elezioni politiche saranno senza ombra di dubbio all’insegna del grande equilibrio. Dando uno sguardo agli ultimi sondaggi elettorali, nessuna forza in campo sembrerebbe in grado di poter vincere da sola.
Il Movimento 5 Stelle al momento è il primo partito in Italia stimato circa al 30%, tallonato però dal Partito Democratico. Molto dipenderà dalla campagna elettorale per vedere chi tra le due forze politiche riuscirà a essere la più votata.
Il listone sovranista della Lega Nord più la destra può ottenere un ottimo risultato. Alcuni analisti si sono spinti a ipotizzare un possibile raggiungimento per Matteo Salvini e alleati anche del 20%.
Forza Italia con gli animalisti potrebbe massimo arrivare al 15%, una percentuale questa che gli consentirebbe di ottenere circa un centinaio di deputati, un numero sufficiente per potersi candidare a partner di governo per il PD.
A sinistra invece Giuliano Pisapia sta cercando di compattare tutto quell’universo del centrosinistra che per un motivo e per un altro non andrà a confluire nella lista del PD. Una numerosa truppa quella a servizio dell’ex sindaco di Milano che non dovrebbe avere problemi a superare la soglia di sbarramento.
Difficoltà invece ne potrebbe incontrare Alfano, che con il suo polo centrista e moderato al momento sarebbe fuori dal prossimo Parlamento. Per cercare di risalire la china e allargare la sua formazione, si starebbe pensando al ministro Carlo Calenda come possibile candidato premier.
Per quanto riguarda la vittoria elettorale, se i 5 Stelle dovessero risultare essere il primo partito, potrebbero allearsi con il listone di Salvini. Una eventualità questa che però dovrebbe fare i conti con la riluttanza da parte dei pentastellati a stringere accordi con altri partiti.
Il dubbio però in questo caso è anche numerico, visto che un ottimo risultato alle urne dei pentastellati potrebbe coincidere con un ridimensionamento della destra, visto che entrambi gli schieramenti puntano al voto di pancia e a quello degli indecisi.
L’ipotesi più forte per queste imminenti elezioni politiche rimane quindi quella di un governo formato da PD, Forza Italia e magari i centristi se riuscissero a superare la soglia di sbarramento.
A capo ci sarebbe Matteo Renzi, per un governo dalle larghe intese che dovrà affrontare diverse sfide delicate per il futuro del nostro paese, a cominciare da quella manovra economica che deve essere approvata prima della fine dell’anno.
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