Il naufragio della legge elettorale grazie alla sceneggiata messa in campo dal PD e dai 5 Stelle scatena la rabbia di Salvini. Ora addio alle elezioni anticipate.
Addio alla nuova legge elettorale e arrivederci anche all’ipotesi delle elezioni anticipate. Mentre si svolgevano le elezioni nel Regno Unito, in Italia invece è andata in scena l’ennesima farsa parlamentare degli ultimi tempi.
Dopo il tanto sbandierato accordo sul modello tedesco rivisitato come nuova legge elettorale, una soluzione che ha visto stringere un patto Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Forza Italia e Lega Nord, al primo ostacolo l’intesa si è sciolta come neve al sole.
Il voto a scrutinio segreto su un emendamento riguardante il Trentino presentato dalla forzista Biancofiore, ha fatto andare sotto quella che in teoria era una maggioranza titanica. Il risultato è stato la rottura immediata del patto, con i sogni di approvare una nuova legge elettorale entro luglio che sono stati subito riposti nel proverbiale cassetto.
Sfumano così anche quelle elezioni anticipate a settembre che ormai sembravano inevitabili. Un susseguirsi di eventi che ha provocato la stizzita reazione di Matteo Salvini, che con un post su Facebook ha espresso tutta la contrarietà riguardo l’accaduto.
Il vero inciucio sulla legge elettorale
Da quando il tema della legge elettorale è entrato con prepotenza nell’agenda politica nostrana, il Movimento 5 Stelle da subito si mosso per denunciare quello che per loro fosse un inciucio tra Renzi e Berlusconi.
Parole sprecate visto che il Rosatellum, ovvero il sistema elettorale scelto inizialmente come testo base dalla commissione Affari Costituzionali, vedeva d’accordo solo Partito Democratico e Lega Nord.
Forza Italia, così come i 5 Stelle, era invece sulle barricate in quanto l’impianto per metà maggioritario di quella legge elettorale toglieva grandi possibilità di vittoria a chi non fosse forte sul territorio.
La fretta nel far votare agli iscritti e poi proporre il modello tedesco, non era quindi dovuta al cercare di evitare un accordo tra Renzi e Berlusconi, ma soltanto per cercare di evitare che approdasse in Parlamento una legge elettorale che li avrebbe svantaggiati.
L’ampia convergenza sul modello tedesco rivisitato che si è poi venuta a creare poteva contare sul sostegno dell’80% del totale dei parlamentari. Il testo quindi era più che blindato, tanto da uscire in tempi rapidi nella sua stesura definitiva dalla commissione.
Improvvisamente poi al primo voto segreto dopo poco più di un giorno questa maggioranza schiacciante si dissolve. Il Movimento 5 Stelle vota a favore di un emendamento riguardo il quale non aveva alzato un dito in commissione, ovvero il luogo più adatto per apportare modifiche.
Il Partito Democratico dal canto suo fa mancare voti che sarebbero stati fondamentali: i dem alla Camera avrebbero i numeri per approvare la legge anche da soli, ma magicamente nonostante l’appoggio sulla parola delle altre forze politiche sono andati sotto.
Quello che ne è seguito è il solito teatrino dello scambio d’accuse tra il PD e i 5 Stelle, ognuno pronto a rinfacciare all’altro le proprie responsabilità. Invece di cercare un rimedio e di proseguire nelle votazioni, si è deciso di mandare tutto all’aria alla faccia del patto di responsabilità.
In sostanza, si sono spesi più di sei mesi per trovare un accordo sulla legge elettorale, motivo principe per cui è nato il governo Gentiloni, una volta sigillato il patto poi con una maggioranza extra large ecco che al primo voto segreto cade tutto e non se ne fa più niente.
Il risultato è che ora si andrà a votare nel 2018 con un pasticcio di legge elettorale, che non produrrà nessuna maggioranza ma solo un Parlamento di nominati con dentro tutti i partiti più piccoli vista la bassa soglia di sbarramento.
Dopo i toni esasperati iniziali, tutti magicamente hanno preso atto della cosa accettando il nulla di fatto. L’unica voce di protesta è stata quella di Matteo Salvini, che continua a chiedere a gran voce le elezioni anticipate.
L’ira di Salvini
Mentre ancora il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle si scambiavano accuse alternandosi nei vari salotti televisivi, Matteo Salvini su Facebook denunciava quello che secondo lui era stato l’inciucio tra i due partiti.
Passata la nottata poi, il giorno seguente sembrava essere tornata la pace nel mondo politico, con i vari parlamentari tutti pronti trolley in mano a tornare a casa viste anche le elezioni amministrative di domenica.
Angelino Alfano e i partiti più piccoli hanno cantato vittoria per il grosso pericolo scampato, mentre PD e M5S hanno iniziato a guardare avanti e a studiare altre strategie. La verità con ogni probabilità è che approvare la legge elettorale interessava poco a tutti.
A tornare sull’argomento però è stato ancora una volta Matteo Salvini, con il leader della Lega Nord che sempre affidandosi a Facebook è tornato a chiedere elezioni anticipate rispetto al 2018.
A cantare questa canzone però ormai sembrerebbe essere rimasto soltanto Salvini, con i partiti che possono dirsi vicini a quello che potrebbe essere il loro vero grande obiettivo: garantirsi tutti un comodo posto parlamentare per altri cinque anni, lasciando il timone del governo a Matteo Renzi che è l’unico che scalpita per ricoprire il ruolo di premier.
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