Legge di Bilancio 2024: tra stipendi, pensioni e tasse, ecco cosa ci sarà

Chiara Esposito

4 Giugno 2023 - 17:54

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Promesse di riforme del Governo Meloni: uno sguardo ai dossier e alle priorità dell’esecutivo in vista della prossima Legge di Bilancio.

Legge di Bilancio 2024: tra stipendi, pensioni e tasse, ecco cosa ci sarà

Ad aprile il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, in audizione parlamentare sul Documento di Economia e Finanza approvato dal Governo, aveva parlato delle prossime tappe dell’agenda politica della maggioranza fornendo importanti anticipazioni che ora si apprestano a concretizzarsi. In vista della deadline autunnale della Legge di Bilancio 2024, potrebbero infatti vedere la luce diverse manovre di peso.

Con il chiaro intento di capitalizzare sui consensi mantenendo le promesse elettorali di bandiera e concretizzare un solido posizionamento della destra in vista dell’appuntamento alle urne delle Elezioni Europee 2024, si aprono le porte alla discussione di misure economiche decisive in materia previdenziale e fiscale. La Flat Tax invece riceve una battuta d’arresto. Capiamo perché.

Focus sul Fisco: taglio del cuneo e Tobin tax

Come dichiarato dal viceministro Maurizio Leo, il governo sta passando al vaglio la Tobin tax, introdotta 10 anni fa dalla Legge di Stabilità per il 2013 e ideata dall’omonimo premio Nobel per attenuare le speculazioni sui mercati dei cambi.

Al momento si sta procedendo ad una vera e propria verifica di fattibilità.
Le opzioni sul tavolo sono tre:

  • l’abrogazione definitiva della TT;
  • l’esenzione per le transazioni fuori dai mercati regolamentati (Otc);
  • l’allargamento dell’esenzione alle quotate con capitalizzazione fino a 1 miliardo di euro.

C’è poi il tema del taglio del cuneo fiscale che, come noto, è una misura a tempo. Ciò significa che per essere prorogata anche il prossimo anno - attuale interesse della maggioranza - avrebbe bisogno di non meno di 10-12 miliardi. Ci sono però discussioni in corso sulla validità di questa spesa.

Una probabile rinuncia è invece quella del superamento totale della Legge Fornero.

Doppio filo tra finanza e demografia: pensioni e natalità

Il grande tema della natalità - strettamente connesso a quello delle pensioni -
trovava spazio già nelle parole di Giorgetti nelle sue primissime dichiarazioni sulla Legge di Bilancio 2024: «Sarà improntata al graduale superamento delle misure straordinarie adottate negli ultimi tre anni, per riorientare l’intervento pubblico in modo da incentivare lo sviluppo dell’economia fermo rimanendo il sostegno ai soggetti più vulnerabili e, in particolare, alle famiglie, cui si darà particolare attenzione anche in sede di attuazione della delega fiscale».

Già il Def mostrava grande attenzione alle politiche a sostegno della genitorialità, come quelle destinate ad incentivare l’offerta di lavoro e l’imprenditorialità femminile. Restano però da discutere i dettagli dei metodi d’attuazione di questi progetti. Il ministro, al tempo, proponeva di superare il sistema degli incentivi fiscali potendo più attenzione sulle «spese vive» sostenute della famiglie.

L’altra faccia della medaglia, come detto, è il controverso “dossier pensioni”. Sappiamo che su questo fronte non ci sono news per Opzione donna e Quota 103 (verosimilmente rimandate alla prossima manovra), ma il Corriera della Sera rilancia l’interesse di Forza Italia sulle minime a 600 euro anche dopo il 31 dicembre 2023. In parallelo invece Lega e FdI lavoreranno sugli incentivi alle pensioni di invalidità.

A che punto siamo con la Flat Tax?

Dopo diversi semafori verdi arriva anche uno stop. Tra tutte spicca infatti una manovra piuttosto osteggiata: quella della Flat Tax. A bocciarne l’introduzione è Banca d’Italia che ne parla come di un progetto “poco realistico”.

Le scarse risorse sono il cuore problema ma il governo vuole tenere duro aspettando a depennare la misura dagli obiettivi di legislatura e ripiegando così sulla "formula giovani". Si legge infatti nel testo delega l’interesse ad aprire la porta alle associazioni professionali e alle società di professionisti composte composte al massimo da tre professionisti under 35 anni che abbiano dichiarato ricavi o percepito singolarmente compensi non superiori a 85 mila euro l’anno.

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