È legale utilizzare l’audio di Raul Bova?

Simone Micocci

28 Luglio 2025 - 17:12

L’audio di Raul Bova è pubblico, ma è legale utilizzarlo senza il suo consenso? Ecco cosa prevede la legge.

È legale utilizzare l’audio di Raul Bova?

Il clamore mediatico degli audio di Raul Bova si è presto esteso alle sedi della giustizia. La procura di Roma ha già un indagato per estorsione, gli avvocati delle molteplici parti coinvolte tentano di difendere la reputazione degli assistiti e intanto i messaggi dell’attore continuano a essere pubblicati in ogni dove. La maggior parte delle persone è infatti convinta di poter diffondere tranquillamente gli audio o il loro contenuto visto che sono già stati resi pubblici, contribuendo così a danneggiare la reputazione e a violare la privacy di Bova. Ecco cosa prevede la legge.

È legale utilizzare l’audio di Raul Bova?

Oggi la rete garantisce la disponibilità di moltissimi contenuti, la riservatezza della vita privata sembra un’utopia, soprattutto per i personaggi pubblici. Tuttavia, non bisogna dimenticare che le azioni commesse sul web sono reali e possono avere conseguenze legali. La semplice esistenza di un contenuto, infatti, non autorizza automaticamente alla divulgazione. La questione è piuttosto complessa e la vicenda dell’audio di Raul Bova è particolarmente articolata, ma capire entro quali limiti si possono muovere gli utenti non è così difficile.

Bisogna partire dal presupposto che il famigerato messaggio vocale non è stato condiviso direttamente da Raul Bova, né peraltro dalla presunta destinataria dell’audio. Non soltanto, l’attore non ha nemmeno acconsentito alla divulgazione del messaggio e anzi ne è rimasto danneggiato sotto più profili. Le modalità stesse di condivisione non lasciano spazio a dubbio da questo punto di vista: non c’è il consenso del diretto interessato alla diffusione dell’audio. Questo significa che non è legale utilizzarlo o ripubblicarlo in qualsiasi forma.

Lo stesso principio può essere seguito in ogni caso analogo, in qualsiasi situazione in cui la prima diffusione non è avvenuta lecitamente. In particolare, è vietato utilizzare il contenuto e pubblicarlo, ma anche citarlo integralmente. Si commette altrimenti un illecito amministrativo relativo alla violazione della privacy, per il quale si rischiano sanzioni pecuniarie. La possibilità di perseguire questo genere di condotta è ovviamente limitata, la diffusione incontrollata del materiale sul web è proprio il problema principale di questi illeciti. In astratto, comunque, si tratta di una fattispecie punibile.

A colpire gli utenti è però soprattutto la rimozione dei contenuti, che per chi guadagna con i mezzi di diffusione (ad esempio i social network) può aggiungersi all’impossibilità di “monetizzare” e alla penalizzazione dell’account. Chiaramente si può invece parlare della vicenda, ma anche del contenuto stesso dell’audio, nel limite dell’interesse pubblico e senza ledere la reputazione altrui. Si può ben dire, per esempio, che secondo quanto ascoltato nel noto podcast l’attore sembrava rivolgere parole d’amore alla presunta amante. Non si può invece condividere l’audio, che di fatto non avrebbe mai dovuto essere pubblico, in quanto non rientra neanche nell’esercizio del diritto di cronaca, quanto meno secondo la versione dei legali dell’attore.

Non si possono condividere messaggi privati

Il presunto tradimento di Raul Bova è un vero e proprio caso mediatico, ma i Vip godono degli stessi diritti di qualsiasi altro cittadino. Tra questi, la privacy e la segretezza della corrispondenza. Questo vuol dire che nessuno può condividere i loro messaggi privati, tranne il destinatario o chi ha preso parte alla conversazione. In quest’ultimo caso, tuttavia, bisognerebbe comunque aver cura di rendere irriconoscibile il mittente se non ha espresso il suo consenso. La divulgazione dell’audio di Raul Bova, tuttavia, tocca questioni più grandi della violazione della privacy e della segretezza della corrispondenza.

Oltre alle dubbie modalità di acquisizione del contenuto, con un’indagine per estorsione in corso, c’è un possibile reato di diffamazione. La diffusione che avviene con lo scopo di ledere la reputazione altrui integra infatti questo reato, di cui peraltro i mezzi mediatici costituiscono un’aggravante. Per fare chiarezza sul caso Bova bisogna però attendere le conclusioni degli organi competenti. Nel frattempo, è bene ricordare che non si può diffondere il suo audio, indipendentemente da quante altre persone lo abbiano già fatto.

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