La fotografia dell’economia italiana nei dati e in 4 grafici di Confindustria: quale ripresa economica per la nostra nazione e a cosa prestare attenzione per il futuro?
La Congiuntura Flash di Confindustria del mese di settembre offre uno sguardo approfondito sullo stato di salute dell’economia italiana: quale ripresa si sta delineando nel nostro Paese?
La risposta è affidata a dati dettagliati relativi al terzo trimestre 2024 e a 4 grafici nei quali leggere condizioni più o meno favorevoli della nostra economia, con segnali di allerta da non sottovalutare.
Se, infatti, l’inflazione continua a raffreddarsi dando sollievo alla spesa di famiglie e imprese, il Pil nel periodo luglio-settembre cresce, ma con delle ombre: la minore crescita nei servizi e un’attenuazione nel calo dell’industria, si legge nella nota. Anche l’export ha registrato una performance scoraggiante, con la debole domanda europea, tedesca soprattutto, a deprimere le vendite.
La ripresa economica dell’Italia si inserisce in un contesto ancora insidioso a livello nazionale, europeo e globale. I 4 grafici di seguito mostrano quali fattori stanno influenzando la crescita nazionale.
Dove va l’economia italiana secondo Confindustria
Il quadro dipinto dalla nota di Confindustria lancia diversi segnali per l’Italia. Una buona notizia è quella relativa ai prezzi al consumo: “L’Italia si conferma il paese a minor inflazione: +1,1% (core a +2,1%), contro +2,0% in Germania, +2,2% in Francia, +2,4% in Spagna”, si legge nel documento.
La produzione industriale, dopo due mesi in recupero, è scesa di -0,9% a luglio, pur in prospettive che appaiono meno deboli. I servizi hanno mostrato un calo ad agosto con previsioni di una crescita meno accentuata. Gli investimenti hanno evidenziato una crescita nel secondo trimestre, mentre con -1,8% per i beni e -0,3% per i servizi, l’export ha arrancato.
Confindustria ha sottolineato anche che “prosegue la buona performance del mercato del lavoro italiano: ancora su l’occupazione (a luglio +56mila unità, +260mila su gennaio) e giù la disoccupazione
(-107mila le persone in cerca di occupazione; al 6,5% il tasso, il più basso da marzo 2008).” Ma c’è un’ombra: gli inattivi non sono diminuiti e la forza lavoro non si è espansa.
I 4 grafici che seguono riassumo altrettanti fattori chiave per il futuro economico dell’Italia.
1. Consumi di beni deboli
I consumi delle famiglie sono osservati con attenzione poiché offrono indicazioni importanti sulla fiducia nei confronti dell’economia e sulla disponibilità di reddito da spendere in acquisti. In questo grafico i beni sono suddivisi in durevoli (come casa, automobile, elettrodomostici); non durevoli (come generi alimentari e prodotti per la pulizia della casa); semidurevoli (come abbigliamento, calzature, libri).
Nel secondo trimestre 2024 il consumo di beni in generale è risultato in calo rispetto a quello dei servizi in aumento. Secondo la nota, le “prospettive sono modeste” per i consumi, con la fiducia delle famiglie “diminuita in agosto dopo tre aumenti.”
2. Prezzi gas in aumento
I prezzi energetici nel grafico sono rappresentati dal petrolio Brent e dal gas rilevato nel benchmark olandese riferimento per l’Europa. Le quotazioni sono di rilevanza internazionale e vengono registrate dal 2019 a oggi, in un periodo temporale di 5 anni durante il quale il mondo ha affrontato la pandemia e la crisi energetica dopo la guerra russa in Ucraina.
Il prezzo del gas per l’Europa risulta più alto del periodo di pre-crisi energetica del 2021. Questo andamento in parte preoccupa, perché l’Europa rimane vulnerabile agli shock energetici e, quindi, a potenziali balzi in avanti del prezzo del gas.
Il costo del gas è inoltre una voce importante dell’inflazione italiana, dove i prezzi energetici sono considerati più elevati proprio per la scarsa diversificazione delle fonti di approvvigionamento (con il gas che rappresenta ancora un combustibile rilevante per produrre elettricità).
3. Lavoro
In generale, i quadro occupazionale italiano risulta positivo. Considerando gennaio 2022 mese di riferimento per la comparazione, gli occupati sono aumentati (dato rilevato in migliaia di unità). A luglio si sono aggiunti 56mila lavoratori.
L’occupazione è quindi in crescita, ma il dato degli inattivi desta una certa allerta: queste persone non sono diminuite rispetto al numero di inizio 2024. Secondo Confindustria, questo dato potrebbe indicare una debolezza della crescita occupazionale in futuro.
4. Tassi Bce in calo
Il grafico mette a confronto la politica monetaria Bce con quella Fed, comparando il livello dei tassi di interesse e quello dell’inflazione in Eurozona e negli Usa. La banca centrale europea ha iniziato già a tagliare il costo del denaro rispetto alla Federal Reserve. I tassi di interesse dell’Eurozona, infatti, sono visti più bassi a fine 2024 rispetto a quelli Usa.
Il grafico delinea anche l’andamento dell’inflazione, poiché strettamente legato alle decisioni delle banche centrali sui tassi di interesse. Le banche centrali hanno infatti iniziato ad aumentare il costo del denaro per raffreddare i prezzi al consumo saliti alle stelle.
I tassi Bce hanno subito un secondo taglio da 25 pb nella riunione del 12 settembre. Un costo del denaro in calo è positivo per l’Eurozona e per l’Italia, poiché incide sulle rate dei mutui e sui prestiti, abbassandole.
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