Le PMI italiane superano Francia, Germania e Spagna per produttività

Giorgia Paccione

27 Giugno 2025 - 13:08

Le medie imprese italiane registrano la crescita di produttività più alta d’Europa: +31,3% in dieci anni. Presidente Unioncamere: “Sono la spina dorsale del sistema economico manifatturiero”.

Le PMI italiane superano Francia, Germania e Spagna per produttività

Le medie imprese italiane hanno registrato una crescita della produttività che supera nettamente quella delle vicine spagnole, tedesche e francesi.

Secondo il XXIV Rapporto sulle medie imprese industriali italiane , realizzato da Unioncamere con Area Studi Mediobanca e Centro Studi Tagliacarne, infatti, tra il 2014 e il 2023 la produttività del lavoro nelle PMI italiane è aumentata del 31,3%, ponendo l’Italia davanti alla Germania (+3,3%), alla Francia (+14,7%) e alla Spagna (+18,7%) in termini di valore aggiunto per dipendente.

L’intero comparto, composto da circa 3.650 aziende a prevalente gestione familiare, genera il 17% del fatturato manifatturiero italiano, il 16% del valore aggiunto e il 14% dell’export e dell’occupazione del settore. Un modello che dimostra come l’apertura all’innovazione e alla managerialità possa rendere il capitalismo familiare italiano competitivo anche sui mercati internazionali, come sottolinea Giuseppe Molinari, presidente del Centro Studi Tagliacarne:

Queste realtà produttive, con le loro elevate performance, sono la prova che quando il family business si organizza anche dal punto di vista manageriale e si apre alla competizione internazionale, dà vita a un modello di successo per innovazione e produttività.

Negli ultimi dieci anni, anche le vendite sono cresciute del 54,9% e l’occupazione del 24,2%. Le imprese del Paese salgono dunque sul podio anche per fatturato e occupazione, seconde solo alle mid-cap spagnole, ma ancora una volta davanti a Francia e Germania.

PMI italiane sul podio europeo: cresce l’innovazione ma pesa la fiscalità

Oltre che per i risultati ottenuti, le aziende del Paese si distinguono anche per la loro propensione all’innovazione, con il 45,8% che possiede almeno un brevetto, e una forte capacità di competere sui mercati internazionali, con il 42% delle medie imprese che esporta regolarmente e una contribuzione del 45% all’export complessivo italiano.

Gli Stati Uniti rappresentano una delle principali destinazioni e due imprese su tre che esportano Oltreoceano. Tuttavia, l’incertezza legata ai dazi e alle tensioni commerciali internazionali preoccupa oltre la metà delle aziende esportatrici. Il 33% delle imprese prevede di rispondere a eventuali barriere con un aumento dei prezzi, mentre il 25% punta a rafforzare la presenza sui mercati europei e il 18% a diversificare verso nuovi Paesi. Oltre il 50% delle PMI chiede poi una politica commerciale europea più incisiva contro dumping e protezionismo, il 31% invoca invece una strategia comunitaria sulla sicurezza energetica.

Le incertezze non favoriscono gli investimenti - ha dichiarato Andrea Prete, presidente di Unioncamere - ma sono fiducioso: nelle difficoltà il sistema economico italiano è sempre stato il più reattivo di tutti.”

Nonostante la crescita e la fiducia, le medie imprese italiane devono affrontare anche criticità strutturali. In particolare, il peso della fiscalità resta elevato e il tax rate medio delle medie imprese è superiore di 5,8 punti percentuali rispetto alle grandi aziende. Se avessero goduto dello stesso trattamento fiscale, avrebbero risparmiato oltre 6 miliardi di euro nell’ultimo decennio.

Quali sfide devono affrontare le medie imprese in Italia?

Un’altra delle principali sfide per le medie imprese italiane riguarda la difficoltà nel reperire competenze adeguate. Otto imprese su dieci lamentano la scarsità di profili tecnici specializzati. Per rispondere a questa esigenza, il 40% delle aziende investe in formazione e il 37% punta sull’automazione. La presenza femminile resta sotto il 25% e gli under 30 rappresentano appena il 18% della forza lavoro, un segnale che dimostra la necessità di lavorare ancora su diversità generazionale e di genere.

Sul fronte della sostenibilità, l’80% delle medie imprese ha già avviato percorsi ESG, soprattutto in ambito ambientale. Il 67% lavora per ridurre l’uso di fonti fossili, il 62% si occupa di riciclo e gestione dei rifiuti e il 43% organizza formazione ambientale per i dipendenti. Tuttavia, la misurazione delle emissioni resta una criticità in quanto il 62,3% delle aziende non è ancora in grado di quantificare i propri gas serra e solo il 40,9% ritiene raggiungibile l’obiettivo di zero emissioni entro il 2050.

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