La Russia ha un nuovo nemico

Luna Luciano

20 Agosto 2025 - 21:35

Dopo decenni di rapporti stretti, Mosca e Baku sono ai ferri corti. Energia, geopolitica e incidenti recenti hanno trasformato l’Azerbaigian nel nuovo nemico della Russia.

La Russia ha un nuovo nemico

La Russia ha un nuovo nemico ed è l’Azerbaijan. Nonostante un passato che li ha uniti sotto l’Urss, gli interessi energetici comuni e un legame economico profondo, oggi i due Paesi si trovano ai lati opposti della scena geopolitica.

Se Mosca per decenni ha considerato Baku un partner affidabile, un fornitore strategico e un ponte verso il Medio Oriente, negli ultimi anni la traiettoria azera ha preso una direzione diversa, più vicina ad Ankara e all’Occidente. L’invasione russa dell’Ucraina e la conseguente crisi energetica hanno poi accelerato questo processo, trasformando l’Azerbaijan in un attore chiave per l’Europa desiderosa di affrancarsi dal gas russo.

La tensione è esplosa con una serie di episodi drammatici: dall’abbattimento accidentale di un aereo azero da parte della difesa russa fino agli arresti reciproci di cittadini e alle accuse di sostegno militare a Kiev. Il linguaggio usato oggi dai leader e dai parlamentari dei due Paesi richiama scenari di scontro aperto, con Mosca che minaccia un’“operazione speciale” contro Baku e l’Azerbaijan che valuta l’invio di armi all’Ucraina.

Ma qual è la storia di questi due Paesi, cosa sta accadendo e quali sono i rischi di queste tensioni? Ecco tutto quello che c’è da sapere a riguardo.

Russia e Azerbaijan, la storia del loro rapporto

Per comprendere l’attuale frattura, bisogna guardare alla lunga storia di interdipendenza tra Russia e Azerbaijan. Durante l’epoca sovietica, Baku era un tassello fondamentale dell’Unione, integrato economicamente e culturalmente nello spazio comune. Dopo il crollo dell’Urss, i rapporti non si sono però interrotti: Mosca ha continuato a fornire petrolio e gas a basso costo, mentre l’Azerbaijan ha sviluppato la propria produzione, affermandosi come esportatore di frutta, verdura e materie prime verso la Russia. Centinaia di migliaia di azeri hanno trovato lavoro nelle città russe, alimentando ulteriormente i legami tra i due Paesi.

Per molti anni, la relazione è sembrata quasi simbiotica. La leadership di Heydar Aliyev, padre dell’attuale presidente Ilham, ha garantito stabilità politica e un orientamento pragmatico, capace di tenere in equilibrio la vicinanza a Mosca e l’apertura all’Occidente. L’Azerbaijan è stato, in un certo senso, la “porta sud-orientale della Russia” verso mercati strategici e una fonte di legittimazione internazionale nel campo energetico. Tuttavia, le radici della diffidenza reciproca affondano nelle guerre del Nagorno-Karabakh (1991-1994 e 2020): Mosca si è schierata con l’Armenia mentre Ankara con Baku. Da questo momento, il percorso dell’Azerbaijan ha iniziato ad allontanarsi da quello di Mosca.

Perché l’Azerbaijan è il nuovo nemico di Mosca?

Negli ultimi anni, il quadro è cambiato radicalmente. L’ascesa di Recep Tayyip Erdoğan e il consolidamento dell’alleanza con Ankara hanno spinto l’Azerbaijan a modernizzare il proprio esercito con aiuti turchi e occidentali, fino a riconquistare il Nagorno-Karabakh nelle operazioni militari del 2020 e del 2023. La Russia, impegnata a punire l’Armenia filo-occidentale, non ha fermato l’avanzata azera, ma il risultato è stato contrario alle attese: Yerevan non ha mutato il suo orientamento politico, mentre Baku ha guadagnato legittimità e visibilità internazionale.

Sul fronte energetico, la rottura è diventata evidente dopo l’invasione russa dell’Ucraina. Bruxelles ha scelto l’Azerbaijan come alternativa al gas russo e Baku ha iniziato persino a fornire forniture dirette a Kiev, utilizzando le stesse infrastrutture che un tempo trasportavano gas da Mosca. In questo contesto si è inserito l’incidente del dicembre scorso: un aereo passeggeri azero è stato abbattuto per errore dalla difesa russa, provocando 38 vittime. L’episodio ha spinto Ilham Aliyev a criticare apertamente il Cremlino e a rafforzare i contatti con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Da quel momento, le accuse reciproche si sono moltiplicate: arresti, chiusure di uffici stampa legati a Mosca e attacchi mirati a infrastrutture energetiche azere in Ucraina hanno reso evidente la frattura definitiva tra Baku e Mosca.

Russia-Azerbaijan, quali sono i rischi?

Le tensioni attuali sollevano una domanda cruciale: fin dove arriverà questo conflitto politico e diplomatico? Un vero scontro militare diretto appare improbabile. L’esercito azero è numeroso, ben equipaggiato grazie al supporto turco e occidentale, e vanta esperienza recente sul campo. La Russia, dal canto suo, è già profondamente impegnata in Ucraina e fatica a ottenere risultati decisivi. Per Mosca, aprire un nuovo fronte sarebbe rischioso e difficilmente sostenibile.

Più probabile è invece una rottura definitiva dei legami economici. Le imprese azere hanno una presenza radicata in Russia, dai settori edilizi al commercio, e un’interruzione delle relazioni danneggerebbe entrambe le economie. Inoltre, la compagnia energetica statale SOCAR è in corsa per rilevare asset di Lukoil in Bulgaria, un’operazione che potrebbe saltare senza l’approvazione del Cremlino. Per l’Europa, l’evoluzione della crisi è altrettanto rilevante: la dipendenza crescente dal gas azero significa che un deterioramento dei rapporti tra Baku e Mosca potrebbe trasformarsi in un’arma geopolitica ulteriore.

La Russia non può permettersi di apparire indebolita di fronte a un ex alleato che oggi si presenta come fornitore strategico per l’Occidente. E l’Azerbaijan, forte della sua nuova centralità energetica, non sembra disposto a tornare indietro.

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