La Russia ha schierato la sua flotta in 5 mari, si sta preparando alla guerra?

Maria Paola Pizzonia

15 Settembre 2024 - 09:30

Come mai la Russia ha schierato la sua flotta in 5 mari? Ecco la situazione geopolitica e le risposte alla (possibile) guerra.

La Russia ha schierato la sua flotta in 5 mari, si sta preparando alla guerra?

Recentemente, la Russia ha effettuato uno schieramento imponente della sua flotta militare, dispiegando navi e sottomarini in cinque mari diversi. Questo evento, che non si verificava da tre decenni, ha sollevato interrogativi sul vero scopo dielle suddette manovre e sulle eventuali implicazioni geopolitiche.

Cosa sta succedendo?

Per la prima volta in 30 anni, la Russia ha dispiegato la sua flotta da guerra in tutti e cinque i mari principali: l’Oceano Artico, il Mar Baltico, il Mar Caspio, il Mar Mediterraneo e il Pacifico. Le esercitazioni, denominate Okean-2024, sono particolarmente imponenti, coinvolgendo oltre 400 navi, tra cui sottomarini e navi da guerra, e circa 90.000 soldati della Marina e dell’Aeronautica. Le manovre includono operazioni antisommergibili, difesa aerea e logistica marittima, e si concentrano su scenari complessi che simulano missioni di combattimento reali. Questa vasta operazione non è solo una dimostrazione della capacità di coordinamento delle forze russe, ma serve anche a testare la loro prontezza operativa in condizioni estreme.

Un complesso contesto geopolitico

Okean-2024 si inserisce in un contesto geopolitico di crescente tensione tra Russia e Occidente. Le esercitazioni avvengono in un periodo di alta conflittualità, con la guerra in Ucraina che ha già polarizzato le relazioni tra Mosca e le potenze occidentali. Il dispiegamento simultaneo della flotta russa in cinque mari è interpretato come un messaggio chiaro alla NATO e agli alleati occidentali: la Russia non solo mantiene la capacità di operare su scala globale, ma intende anche dimostrare la sua resilienza e la sua determinazione a mantenere la propria influenza nelle acque strategiche. Queste manovre rafforzano l’immagine della Russia come una potenza navale capace di rispondere a minacce su più fronti, anche in risposta alle sanzioni economiche e alle pressioni diplomatiche.

Un aspetto significativo delle esercitazioni è la partecipazione della Cina, che ha inviato navi da guerra, sottomarini e unità aeree per partecipare alle manovre congiunte con la Marina russa. Questa cooperazione rafforza il legame tra i due Paesi e rappresenta una strategia condivisa per contrastare l’influenza dell’Occidente, in particolare degli Stati Uniti e dei loro alleati nella regione dell’Indo-Pacifico. La partecipazione cinese non è semplicemente un segno di alleanza strategica, ma si imprime di un sottotesto: inviare un messaggio di unità e di sfida agli avversari comuni. Per entrambe le nazioni, le esercitazioni servono a dimostrare la loro capacità di operare congiuntamente e a consolidare una partnership militare che potrebbe avere implicazioni significative per gli equilibri di potere globali.

Una crescente preoccupazione internazionale?

Il dispiegamento russo ha suscitato preoccupazioni tra le nazioni vicine e tra gli alleati internazionali. In particolare, la Norvegia e altri Paesi europei hanno monitorato da vicino i movimenti delle forze russe, temendo che l’intensificazione dell’attività militare possa destabilizzare ulteriormente la regione. Le esercitazioni Okean-2024 sono viste come un indicatore di una possibile escalation delle tensioni, con il rischio di un aumento delle provocazioni e delle confrontazioni marittime. La comunità internazionale è osserva l’impatto che queste manovre potrebbero avere sulla sicurezza globale e sull’equilibrio delle alleanze.

Sebbene il dispiegamento possa essere interpretato come una mossa tattica per dimostrare forza, resta il rischio che possa innescare una conseguenze e aumentare le tensioni tra Russia e le potenze occidentali. In conclusione, mentre le esercitazioni Okean-2024 dovrebbero (per ora!) essere lette come una semplice dimostrazione di potenza, il loro impatto sulle dinamiche geopolitiche globali rimane una questione aperta. Niente è detto.

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