Con la stablecoin A7A5, Mosca costruisce un sistema parallelo per aggirare le sanzioni occidentali e sostenere la propria economia.
Nella guerra ibrida della Russia per consolidare il suo sistema economico e far sfuggire le proprie attività al regime sanzionatorio occidentale, statunitense in particolare, giocano un ruolo importante anche le criptovalute. Il Cremlino sarebbe riuscito a spostare, da agosto ad oggi, 6 miliardi di dollari in sistemi economici interdetti alla Russia utilizzando l’exchange A7A5, una stablecoin che prende il nome dal sistema di pagamenti A7 messo in campo da Mosca per evitare il regime sanzionatorio USA sugli scambi di denaro transfrontalieri. A7A5 si basa su una serie di hub ed exchange regionali che servono a mascherare la matrice russa di fondi e risorse. Washington ritiene che, oltre a favorire le mosse russe, questi exchange — tra cui Garantex e Grinex (basato in Kirghizistan, hub dell’aggiramento delle sanzioni commerciali) — utilizzino attività illegali per potenziare il montante di risorse presenti al loro interno e dare fluidità ai mercati che abilitano.
Secondo il Financial Times, è da sottolineare il fatto che “A7A5 è registrato in Kirghizistan, una giurisdizione amica per Mosca, a differenza della maggior parte dei Paesi occidentali. L’emittente registrato della moneta è una società kirghisa chiamata Old Vector, anch’essa inserita nella lista nera degli Stati Uniti ad agosto”. Il Ft aggiunge che “a inizio ottobre le autorità russe hanno concesso ad A7A5 lo status ufficiale di asset finanziario digitale. Questo consente a esportatori e importatori di utilizzarlo ufficialmente attraverso una piattaforma di proprietà di Promsvyazbank, che garantisce ogni token con un rublo, secondo l’emittente di A7A5”.
In sostanza, la Russia applica una strategia simile a quella del Genius Act statunitense fortemente voluto dal presidente Donald Trump. La valuta nazionale è utilizzata come sottostante per garantire da rischi speculativi o bolle l’emissione della stablecoin, che poi sfrutta un complesso sistema di exchange esteri e società di comodo per coprire transazioni verso l’esterno. “I rapporti del Centre for Information Resilience (CIR) indicano un volume significativo di transazioni attraverso giurisdizioni cinesi, con A7A5 che sta anche affermandosi in mercati africani come Nigeria e Zimbabwe”, nota Radom. Questo mostra una complessa fase della sfida geopolitica per il controllo dei cripto-asset, divenuti di alto valore sistemico. [...]
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