La Fed spegne l’entusiasmo sull’inflazione, ma la Cina spinge i mercati

Violetta Silvestri

14/11/2022

14/11/2022 - 08:39

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Federal Reserve e Cina ancora motori dei mercati mondiali: la Fed smorza l’entusiasmo sull’inflazione in calo e la potenza asiatica è in cerca di messaggi positivi su crisi immobiliare e Covid.

La Fed spegne l’entusiasmo sull’inflazione, ma la Cina spinge i mercati

Mercati ancora guidati da Federal Reserve e dagli eventi che accadono in Cina.

Lunedì mattina le azioni quotate a Hong Kong e nel dragone sono balzate al rialzo dopo un allentamento di alcuni dei controlli zero-Covid di Pechino e le segnalazioni di nuovo sostegno politico per il settore immobiliare indebitato.

Dagli Usa, però, un importante banchiere della Fed ha avvertito gli investitori di non lasciarsi trasportare troppo dall’entusiasmo per la lettura più fredda dell’inflazione di giovedì scorso. Un modesto calo dei prezzi statunitense è stata sufficiente per vedere i rendimenti dei Treasury a due anni scendere di 33 punti base per la settimana e il dollaro perdere quasi il 4% - il quarto calo settimanale più grande dall’era dei tassi di cambio fluttuanti iniziata oltre 50 anni fa.

Tuttavia, i mercati non sono convinti del ritrovato ottimismo. Fed e Cina guidano le Borse mondiali, ma ancora su una strada di cautela. Che succede oggi negli scambi?

Fed in cauto pessimismo, Cina più ottimista: cosa succede ai mercati?

Al momento in cui si scrive - 8.24 circa - gli indici cinesi scambiano deboli e sotto la parità in un seduta comunque contrastante e Hong Kong guadagna oltre l’1%.

L’Asia continua a essere guidata dalle indicazioni provenienti dalla Cina.

Un piano in 16 punti per rilanciare il mercato immobiliare cinese e gli sforzi per ridurre il costo economico della risposta alla pandemia del governo ha visto Hong Kong e gli inidici della terraferma aumentare nella seduta odierna. Le azioni degli sviluppatori hanno guidato il rimbalzo, con Country Garden Holdings Co. in aumento di un record del 55%.

L’indice immobiliare cinese è scattato del 5% in risposta. Le blue chip sono aumentate dell’1,1%, aiutate da una serie di modifiche ai cordoli Covid della Cina, anche se il Paese ha segnalato più casi durante il fine settimana.

Da segnalare che un tono negativo ha dominato anche il mercato giapponese, con gli indici azionari di riferimento della nazione appesantiti da un crollo fino al 14% in SoftBank Group Corp., che non ha annunciato un riacquisto di azioni ampiamente previsto.

Intanto, dagli Usa è arrivato il messaggio del governatore Fed Christopher Waller, che ha affermato che ci vorrà una serie di rapporti più freddi sui prezzi prima che la banca possa davvero mettere il freno alla politica monetari aggressiva.

Waller ha anche osservato che mentre il ciclo di rialzo continuerà per un po’ di tempo, la Fed potrebbe iniziare a considerare un passaggio al ribasso a 50 punti base nel prossimo incontro di dicembre o in quello successivo.

I futures Usa viaggiano in rosso e l’indice del dollaro sta salendo intorno a 106,920, ma è ancora ben al di sotto del massimo di 111,280 della scorsa settimana.

Infine, gli investitori terranno d’occhio il vertice del Gruppo dei 20 in Indonesia, dove dovrebbero incontrarsi il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e il leader cinese Xi. Le preoccupazioni degli Stati Uniti per Taiwan, la guerra della Russia in Ucraina e le ambizioni nucleari della Corea del Nord sono in cima all’agenda.

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