La corsa del dollaro e l’effetto sull’euro, quale direzione per la coppia?

Violetta Silvestri

30/05/2024

La coppia EUR/USD continua a oscillare, trainata soprattutto dalle indicazioni provenienti da Bce e Fed sui tassi. Il biglietto verde sembra ancora forte, cosa può accadere?

La corsa del dollaro e l’effetto sull’euro, quale direzione per la coppia?

Il dollaro continua a beneficiare di una spinta al rialzo.

Il biglietto verde ha toccato il picco di due settimane contro le sue principali valute nelle prime negoziazioni di giovedì 30 maggio, mentre la disfatta dei titoli del Tesoro ha migliorato l’attrattiva della valuta grazie sia ai rendimenti statunitensi più alti che alla domanda di beni rifugio.

La valuta Usa si è spinta al massimo di due settimane contro l’euro ed ha esteso il suo rimbalzo dal minimo di oltre due mesi alla sterlina, dopo un rialzo di 15 punti base di due giorni sopra il 4,6% per i rendimenti del Tesoro a lungo termine.

Spinta da una serie di dati economici più forti del previsto e da una serie di aste mal accolte, la disfatta del mercato del Tesoro ha spaventato gli investitori, facendo crollare bruscamente le azioni globali e stimolando una corsa verso gli asset più sicuri. In questo contesto, il dollaro ha prima indebolito l’euro per poi mollare la presa e consentire alla coppia EUR/USD di recuperare terreno sopra la soglia di 1,0800.

Euro dollaro sotto pressione, cosa può accadere?

Le indicazioni dalle banche centrali e dai dati macro continuano a essere driver cruciali per le valute.

Mercoledì la coppia EUR/USD è stata sottoposta a forti pressioni ribassiste e ha chiuso la giornata in territorio negativo, mentre i flussi verso i beni rifugio hanno dominato l’azione sui mercati finanziari. Dopo essere scesa al livello più basso in due settimane sotto 1.0800 nella sessione asiatica di giovedì, la coppia è tornata sopra 1.0800.

L’euro debole è dovuto soprattutto alla certezza di una politica più accomodante in arrivo, con un taglio dei tassi di interesse della Bce quasi certo il 6 giugno. Si prevede che quest’anno la Banca Centrale Europea effettuerà tagli dei tassi di 69 punti base (pb), rispetto ai soli 24 pb rimasti nel menu della Federal Reserve. Il divario probabilmente lascerà spazio al biglietto verde per rafforzarsi ancora.

Secondo un’analisi di Fxstreet, nonostante la notevole forza che caratterizza l’economia statunitense, sono sempre più diffuse le opinioni secondo cui i prezzi dei mercati azionari internazionali sono piuttosto elevati e i margini di una correzione rilevante sono significativi.

Un tale scenario, combinato con i tassi di interesse più alti del dollaro Usa rispetto all’euro, potrebbe aumentare la possibilità che il biglietto verde sviluppi una tendenza rialzista.

Chris Turner di ING ha notato che “a meno che questa svendita obbligazionaria non acquisisca slancio e porti le azioni globali al ribasso, sospettiamo che l’attuale rally DXY potrebbe esaurirsi nell’area 105,15/25. È più probabile che i dati sull’inflazione di aprile di domani determineranno il prossimo trend significativo del dollaro”.

Secondo l’analista, c’è una discreta possibilità che il cambio EUR/USD torni sopra 1,0800 in mercati tranquilli, ma gli investitori probabilmente aspetteranno i dati di domani (inflazione Usa) prima di fare la prossima mossa sul Forex.

La forza del dollaro come valuta rifugio

Le aspettative per la riduzione dei tassi di interesse della Federal Reserve quest’anno sono state ridimensionate a causa dei segnali di inflazione vischiosa. Questo è stato finora il motore che maggiormente ha spinto al rialzo il dollaro.

Occorre considerare, però, anche il ruolo da sempre giocato dal biglietto verde come valuta rifugio, alla quale gli investitori si indirizzano in tempi di incertezza.

“Anche se i Paesi a livello globale hanno discusso della dipendenza dall’USD, esso rimane ancora un rifugio sicuro”, hanno scritto gli strateghi di TD Securities in una nota che delinea “le basi per la nostra visione dell’USD più forte a medio termine”.

“I titoli statunitensi sono ancora considerati l’asset preferito in tempi di incertezza data l’elevata liquidità, le istituzioni democratiche stabili, i sistemi bancari e il trattamento della maggior parte delle istituzioni nazionali come ’troppo piccole per fallire’ con l’aiuto del governo a portata di mano”, hanno aggiunto.

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