La Bce può alzare i tassi al 4% dopo questi dati sull’inflazione

Violetta Silvestri

28 Febbraio 2023 - 11:31

Le ultime letture dell’inflazione in Spagna e in Francia pressano la Bce per rialzi dei tassi record: si arriverà al 4% per i trader. Cosa succede ai prezzi e come può cambiare la politica monetaria.

La Bce può alzare i tassi al 4% dopo questi dati sull’inflazione

Bce verso aumenti dei tassi di interesse inaspettati: gli investitori hanno alzato le scommesse sul picco del costo del denaro della Banca centrale europea al 4% per la prima volta, dopo che l’inflazione in Francia e Spagna si è mostrata elevata.

Nello specifico, i prezzi al consumo francesi e spagnoli sono rimbalzati a febbraio, sfidando le speranze che le pressioni inflazionistiche si stiano davvero raffreddando in Europa e sollevando dubbi su quanto velocemente Lagarde e i suoi membri saranno in grado di allentare l’inasprimento.

Se Lane della Bce ha cercato di alleggerire la tensione in Eurozona, ammettendo che l’inflazione sta rallentando e i rialzi dei tassi funzionano, dall’altra parte le letture dei dati macro dei due Paesi Ue, importanti per le loro economie, hanno riportato nubi all’orizzonte.

La Bce può fare un salto fino al 4% nell’aumento dei tassi di interesse e continuerà ad aumentare anche nel 2024? Per alcuni analisti è possibile. Intanto, crollano i titoli di Stato in Europa, con rendimenti in crescita anche in Germania, e si indeboliscono le azioni europee.

Inflazione Francia e Spagna cresce e allarma la Bce

I prezzi al consumo francesi sono aumentati del 7,2% nell’anno fino a febbraio, un nuovo massimo pluridecennale rispetto alla crescita del 7% del mese precedente e al di sopra della stagnazione che gli economisti avevano previsto in un sondaggio di Reuters.

La crescita dei prezzi al consumo in Spagna è accelerata al 6,1%, in aumento rispetto al 5,9% di gennaio e oltre le aspettative degli economisti di un calo al 5,5%.

Le cifre sollevano dubbi su quanto sarà vischiosa l’inflazione nell’Eurozona, in vista della pubblicazione dei dati sulla crescita dei prezzi di febbraio per il blocco giovedì, che dovrebbe mostrare un rallentamento all’8,1% dall’8,6% di gennaio.

Gli investitori hanno ora alzato le scommesse sul cosiddetto tasso terminale dal 3,5% all’inizio dell’anno ad almeno il 4%, scossi anche dai dati sui prezzi peggiori del previsto provenienti dagli Stati Uniti.

Da ricordare, che il tasso di interesse di riferimento della Bce è attualmente al 3%, con la certezza che aumenterà di uno 0,50% a marzo. A questo punto ci si aspetta un intervento di altri 50 punti base, o almeno altri due da 25 punti base.

Secondo gli esperti di Bloomberg Economica: “L’aumento dell’inflazione armonizzata Ue in Spagna è un altro promemoria del fatto che il percorso di crescita dei prezzi sarà instabile e vischioso durante la discesa, poiché le pressioni sui prezzi sottostanti rimangono forti. Mentre gli effetti base domineranno nei prossimi mesi, riducendo significativamente l’inflazione entro l’estate, ci aspettiamo comunque che finisca l’anno sopra il 5%.”

D’altronde, proprio come spiegato settimane fa dal membro Bce Panetta, azzardare previsioni già oggi sui futuri rialzi dei tassi non è auspicabile, poiché tutto cambia velocemente. Inoltre, l’inflazione core si muove più lentamente di quella generale. Un calo dei prezzi energetici, per esempio, si riversa sui beni attraverso i costi di trasporto e dei fertilizzanti, che solo in un secondo momento ricadono sul prodotto finito.

In definitiva, c’è ancora incertezza sul fronte inflazione in Eurozona. Il picco dei prezzi non si vede chiaramente e la politica aggressiva della Bce sembra, invece, lunga.

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