Aria di crisi di Governo in Italia. Il Belpaese è tornato sotto i riflettori in Europa: con l’imminente rialzo dei tassi della Bce e l’esecutivo Draghi in bilico, i conti pubblici sono sotto assedio.
I titoli di Stato italiani sono scivolati mentre le turbolenze politiche hanno messo il Governo Draghi a rischio di collasso, portando potenzialmente a elezioni anticipate.
Lo spread avanza verso i 220 punti e in Europa si guarda a Roma con una certa apprensione, considerando anche la prossima riunione Bce del 21 luglio, nella quale prenderà il via il rialzo dei tassi per contrastare l’inflazione da record.
Le obbligazioni italiane sono sotto pressione da mesi a causa del ritiro delle politiche ultra accomodanti della banca centrale. I funzionari dell’Eurotower stanno elaborando uno strumento anti-frammentazione che mirerà a ostacolare qualsiasi vendita ingiustificata del debito della nazione. Il rischio per alcuni è che una potenziale rimozione di Draghi possa far deragliare gli sforzi della Bce.
“La politica italiana tira il tappeto sotto la Banca centrale europea”, ha affermato Davide Oneglia, direttore della ricerca macro europea e globale di TS Lombard. Cosa sta per accadere in Italia e in Eurozona con questa crisi politica ed economica incrociata?
Italia al bivio: crisi a un passo e pressing Bce
Mentre tutta l’attenzione italiana e non solo è sul Senato, dove il Movimento 5 Stelle dovrebbe mettere in scena l’ennesima crisi politica nazionale, il Belpaese torna protagonista dell’instabilità economica e finanziaria.
Il rendimento dei titoli italiani a 10 anni è salito di otto punti base al 3,23% a inizio sessione europea.
“Stamattina gli spread italiani si stanno allargando su più rumori politici”, ha affermato Mohit Kumar, stratega di Jefferies International. “Il nostro caso di base rimane che l’attuale crisi non dovrebbe portare a elezioni anticipate poiché nessun partito, incluso il M5S, vorrebbe andare alle urne quando il Paese sta affrontando una crisi energetica e del costo della vita.”
Come scrive un’analisi di Bloomberg, la prova della vulnerabilità dell’Italia è emersa proprio il mese scorso quando la prospettiva di un aumento dei costi finanziari ha costretto il rendimento del suo debito a 10 anni a superare il 4% per la prima volta dal 2014. Secondo Eric Lonergan, un gestore di portafoglio di M&G, la vendita delle sue obbligazioni stava diventando una “scommessa a senso unico”.
Da allora i rendimenti sono diminuiti con l’impegno della Bce di creare un backstop, ma la tensione si sta manifestando presso l’unica autorità monetaria globale, che non può aumentare i costi dei prestiti senza escogitare uno strumento per contenere le ricadute della propria politica. Poiché gli investitori scommettono sull’ulteriore aumento dei tassi statunitensi, l’euro ha raggiunto la parità con il dollaro per la prima volta dal 2002.
In questa cornice di incertezza, si sta aprendo il nuovo scenario di crisi italiana. Anche senza elezioni anticipate, la prospettiva che i populisti prendano il potere, o ci sia una coalizione frammentata o che spende soldi in modo poco saggio, è reale. Questo è uno scenario avverso di Bloomberg Economics.
“Se la situazione politica diventa ostile e il nuovo governo italiano non riesce a concordare un percorso da seguire con la Commissione europea, non ci si può realisticamente aspettare che la Bce intervenga”, hanno affermato gli economisti. “Dato che dovrà ancora affrontare l’inflazione, il risultato sarebbe la frammentazione e potenzialmente una crisi.”
Secondo alcuni osservatori, comunque, non ci sarà uno shock italiano. Con una scadenza media del debito superiore a sette anni, molto meno vulnerabile della Grecia quando ci sono state le turbolenze sovrane, l’Italia ha una certa resilienza. Le sue dimensioni e il ruolo di membro fondatore dell’UE lo collocano anche in una categoria politica diversa.
Tuttavia, con una crisi europea in corso e un Governo seriamente in pericolo di sciogliersi, i numeri macroeconomici del Belpaese risuonano come campanelli di allarme: spread BTP/BUND: 223 punti, rendimenti BtP decennali: 3.44% (Spagna e Portogallo 2.38%); debito pubblico complessivo: 2.750 Miliardi; debito/Pil: 153%.
L’Italia resta al bivio e con essa anche la Bce e la sua capacità di intervenire con successo.
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