L’espansione dell’A.I. trainata da Nvidia affascina gli investitori ma rivela fragilità: debito frammentato, modelli chiusi, consumi energetici e il timore di una nuova bolla globale.
C’è un rondó che da qualche mese sta rallegrando gli investitori, ma che ora li preoccupa: la strepitosa performance del fatturato di Nvidia, il colosso dei microchip che sta fornendo i quattro più grandi gruppi americani, Alphabet, Amazon, Meta e Microsoft, impegnati nello sviluppo delle infrastrutture di supporto alle piattaforme di A.I., ha trainato verso l’alto in modo irrefrenabile la quotazione azionaria di Nvidia, suscitando di recente più di un dubbio sulla correttezza delle informazioni fornite al mercato finanziario.
Qualcuno, infatti, ha avanzato il sospetto che le vendite siano state effettuare a credito, attraverso una sorta di vendor financing: in pratica, cosí come accadde nel caso della Enron e della Lucent, stavolta Nvidia si sarebbe accollata rischi tanto rilevanti quanto ben occultati.
A monte, c’è infatti il rischio che questi colossali investimenti in una tecnologia cosí avanzata non abbiano il ritorno profittevole che viene sperato: dopo una fase iniziale di disseminazione gratuita volta a far apprezzare i risultati, si tratterà di fornire servizi a pagamento, con abbonamenti commisurati alle diverse esigenze personali, professionali, ovvero aziendali, resi indispensabili per sostituire le attuali lunghe ricerche di testi o dati reperibili su Internet con la ricezione di risposte mirate e perfettamente personalizzate. [...]
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