Boom di aspiranti autori, corsi di scrittura e self publishing: l’Italia scopre il lato economico della creatività. Ma l’editoria resta un mercato in crisi di lettori.
“Pecché io so’ uno a lèggere, e ‘lloro so’ milioni a scrivere!» diceva Massimo Troisi nel film del 2016 “le vie del Signore sono finite”.
Mai come oggi scrivere è diventato un atto comune. Non solo un esercizio creativo, ma una forma di identità, una dichiarazione di esistenza. In Italia la scrittura è ormai un fenomeno di massa: ogni anno migliaia di persone inviano manoscritti a case editrici, aprono blog narrativi o autopubblicano romanzi sulle piattaforme online.
Il desiderio di emergere nel mondo della narrativa non riguarda più solo chi sogna la carriera letteraria, ma anche professionisti, studenti, pensionati. Scrivere è diventato un linguaggio trasversale, un modo per dare forma al proprio vissuto o per cercare visibilità. È il segno di un’epoca che ha reso accessibile l’autorialità, anche grazie all’intelligenza artificiale. Ma tutto questo a chi giova? [...]
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