L’azienda dietro ChatGPT ha superato SpaceX ed è ora la startup più preziosa al mondo con una valutazione di $500 miliardi

Gabriele Marrone

2 Ottobre 2025 - 13:18

OpenAI raggiunge una valutazione record di 500 miliardi di dollari, superando SpaceX e diventando la startup privata più preziosa al mondo.

L’azienda dietro ChatGPT ha superato SpaceX ed è ora la startup più preziosa al mondo con una valutazione di $500 miliardi

OpenAI ha finalizzato un accordo che valuta l’azienda la cifra da record di 500 miliardi di dollari. Una valutazione che la rende la startup privata più preziosa al mondo e che le permette di strappare a SpaceX di Elon Musk la posizione di leader in classifica.

Secondo una fonte a conoscenza dei fatti citata da Bloomberg, dipendenti ed ex dipendenti hanno venduto azioni per un valore di circa 6,6 miliardi di dollari a un gruppo di investitori, tra cui Thrive Capital, SoftBank, Dragoneer Investment Group, MGX e T Rowe Price.

La vendita arriva a meno di un anno dalla valutazione di 300 miliardi di dollari conferita a OpenAI in occasione di un round di finanziamento guidato dalla giapponese SoftBank. La recente transazione non prevede l’emissione di nuove azioni, ma fornisce liquidità ai dipendenti, sia ex che attuali.

La nuova valutazione parla chiaro: è un segnale dell’enorme interesse degli investitori nei confronti dell’azienda che ha creato lo strumento di intelligenza artificiale generativa più famoso al mondo.

Gli accordi di cessione di quote dell’azienda sono un meccanismo comune nella Silicon Valley.
Permettono ai dipendenti di trarre profitto dalle azioni detenute senza che l’azienda debba necessariamente quotarsi in borsa.
E allo stesso tempo, aprono le porte a nuovi investitori. Le vendite di azioni secondarie vengono usate spesso dalle startup statunitensi per fidelizzare i talenti migliori, premiare il personale di lunga data e attrarre nuovo capitale senza diluire il capitale esistente. Per OpenAI, la vendita avviene in un momento in cui la concorrenza per i talenti nel campo dell’intelligenza artificiale si sta facendo sempre più spietata.

Meta Platforms, la società dietro a Facebook, avrebbe avviato un’iniziativa mirata a sottrarre ricercatori e sviluppatori a OpenAI e altri realtà leader nel settore per popolare la sua nuova divisione di superintelligenza artificiale. E, per farlo, Zuckerberg offre compensi che raggiungono le nove cifre. Permettere ai dipendenti di monetizzare parte delle loro quote azionarie potrebbe essere una scelta strategica di OpenAI al fine di respingere le offerte lavorative di Meta, rafforzando allo stesso tempo il morale interno.

E la strategia del CEO Sam Altman parrebbe funzionare: il volume delle azioni vendute è inferiore ai 10 miliardi di dollari autorizzati, elemento che testimonia la fiducia nel potenziale a lungo termine di OpenAI da parte di dipendenti ed ex dirigenti.

Né OpenAI, né gli investitori coinvolti nella vendita hanno rilasciato dichiarazioni in merito.

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