Italia in crescita, ma solo con il Pnrr: l’allarme OCSE

Violetta Silvestri

07/06/2023

Italia allertata dall’OCSE sulle condizioni necessarie per la crescita: senza una credibile gestione del Pnrr il Paese può deludere i mercati e cadere in crisi.

Italia in crescita, ma solo con il Pnrr: l’allarme OCSE

L’Italia sotto la lente dell’OCSE con il nuovo report sulle previsioni economiche: con un Pil stimato a +1,2% nel 2023 e a +1,0% nel 2024, il nostro Paese è visto crescere, seppure in rallentamento dal +3,8% dell’anno scorso.

Il quadro macroeconomico emerso dall’aggiornamento delle stime per il prossimo biennio non è così cupo per la nazione, che si sta riprendendo seppure con un ritmo modesto. Il Belpaese, però, resta osservato speciale - e non senza critiche - per quanto riguarda il Pnrr.

Il Piano nazionale di ripresa e resilienza è citato anche dall’OCSE come vero motore della ripresa italiana. Per questo, l’organizzazione ha messo in guardia il Governo: un fallimento nell’uso efficiente delle risorse sarebbe fatale.

L’Italia può crescere, ma ad alcune condizioni ed evitando rischi che sono all’orizzonte.

Italia sotto la lente OCSE: condizioni e rischi per la ripresa

“L’elevata inflazione sta erodendo i redditi reali a causa della modesta crescita salariale, le condizioni finanziarie si stanno inasprendo e l’eccezionale sostegno fiscale legato alla crisi energetica viene gradualmente ritirato, gravando sui consumi privati ​​e sugli investimenti”: inizia con questa allerta la sintesi OCSE sul nostro Paese.

In realtà, l’Italia può beneficiare anche di una domanda interna ben supportata da alti risparmi, da un’occupazione che cresce in modo robusto, da una disoccupazione bassa, dal recente calo dei prezzi energetici.

In numeri, l’OCSE prevede un’inflazione complessiva al 6,4% nel 2023 e al 3% nel 2024 (8,7% nel 2022), e quella core, rispettivamente, al 5,2 e 3,6% (3,3% nel 2022).

Un primo rischio per le finanze nazionali proviene dal percorso di rialzi dei tassi della Bce, con il costo del governo per il rifinanziamento dell’ampio stock di debito pubblico che cresce e “i costi di servizio del debito che dovrebbero raggiungere circa il 4% del PIL nel 2024.”

I venti contrari comprendono anche redditi reali erosi da un’inflazione elevata, revoca dei sostegni fiscali per le bollette, tassi di interessi più alti per imprese e cittadini che chiedono prestiti.

Pnrr: è massima allerta per l’Italia

Tuttavia, il punto cruciale per le sorti economiche del Paese è uno: il Pnrr. Ad esso l’OCSE dedica molti passaggi, a marcare proprio la sua strategica centralità per avviare una crescita solida e duratura.

Allo stesso tempo, il report mette in guardia da passi falsi al riguardo:

“La rapida attuazione delle riforme strutturali e dei piani di investimento pubblico nel PNR sarà fondamentale per sostenere l’attività a breve termine e gettare le basi per una crescita sostenibile a medio termine...Al contrario, i ritardi nell’attuazione del piano nazionale di ripresa e resilienza (NRRP) potrebbero ridurre la crescita del Pil.”

Le criticità sono diverse nei confronti dell’Italia sulla gestione finora dimostrata dei fondi Ue:

“...la spesa dei fondi NGEU è in netto ritardo, con una spesa cumulata alla fine del 2022 inferiore di circa il 50% rispetto ai piani di spesa iniziali, il che riflette principalmente i ritardi nell’attuazione dei progetti di investimento pubblico. Le priorità dovrebbero essere la rapida sostituzione dei progetti non fattibili con altri fattibili e il rafforzamento della capacità della pubblica amministrazione di gestire e attuare in modo efficiente i progetti di spesa pubblica previsti dal PNR.”

L’Italia può fare il salto di qualità solo con una intelligente gestione delle risorse Ue: crescita e diminuzione del debito dipendono molto dal Pnrr, sul quale il Paese sta mostrando crepe rischiose.

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