Isee prima casa under 36: cosa sapere per non pagare le tasse anche nel 2023

Patrizia Del Pidio

10 Marzo 2023 - 11:07

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Il bonus prima casa under 36 è stato prorogato anche nel 2023, ecco cosa bisogna assolutamente sapere nel fare l’Isee.

Isee prima casa under 36: cosa sapere per non pagare le tasse anche nel 2023

Per poter godere del bonus prima casa under 36 è necessario l’Isee, ma cosa bisogna assolutamente sapere? Il beneficio prevede una serie di agevolazioni che comprendono anche l’esenzione da una serie di imposte, quindi, è importante sapere se si è in possesso o meno dei requisiti che permettono di risparmiare sull’acquisto della prima casa.

È importante avere chiare tutte le caratteristiche dell’agevolazione, visto che la Legge di Bilancio 2023 l’ha prorogata per altri dodici mesi fissando, di fatto, la sua scadenza al 31 dicembre 2023.

Il bonus prima casa under 36, qualora in possesso dei requisiti, porta un taglio delle tasse non indifferente:

  • per le compravendite non soggette a IVA, esenzione dal pagamento dell’imposta di registro, ipotecaria e catastale;
  • per gli acquisti soggetti a IVA, oltre all’esenzione dalle imposte di registro, ipotecaria e catastale, riconoscimento di un credito d’imposta di ammontare pari all’Iva corrisposta al venditore;
  • come per gli altri atti di acquisto assoggettati all’imposta di registro proporzionale, anche quello di acquisto prima casa under 36 è esente, inoltre, dall’imposta di bollo.

Il credito d’imposta può essere:

  • portato in diminuzione dalle imposte di registro, ipotecaria, catastale, sulle successioni e donazioni dovute sugli atti e denunce presentati dopo la data di acquisizione del credito:
  • utilizzato in diminuzione delle imposte sui redditi delle persone fisiche dovute in base alla dichiarazione da presentare dopo la data dell’acquisto agevolato;
  • utilizzato in compensazione tramite modello F24, nel quale va indicato il codice tributo “6928”;
  • esenzione dall’imposta sostitutiva per i finanziamenti erogati per l’acquisto, la costruzione e la ristrutturazione di immobili a uso abitativo.

Vediamo quindi quali sono le informazioni necessarie per avere accesso al bonus prima casa under 36 e quale Isee serve per usufruire dell’incentivo.

Isee prima casa under 36: cosa bisogna assolutamente sapere per non pagare le tasse

I requisiti per usufruire del bonus prima casa under 36 sono due: il primo riguarda l’età di chi acquista l’abitazione, e il secondo concerne l’aspetto economico e patrimoniale. Possono beneficiare del bonus, infatti:

  • chi ancora non ha compiuto 36 anni nell’anno in cui l’atto viene stipulato;
  • i giovani con un Isee non superiore a 40.000 euro annui.

Queste sono le condizioni per poter accedere all’agevolazione. Ma quale Isee bisogna presentare, quello ordinario o il modello corrente?

In generale, va presentato il modello Isee ordinario, che è valido a decorrere dal 1° gennaio o, se successiva, dalla data di presentazione della DSU, fino al 31 dicembre dell’anno a cui fa riferimento. L’ISEE ordinario però fotografa la situazione patrimoniale e reddituale dei 24 mesi precedenti all’anno di presentazione (quindi l’ISEE 2023 riporta i dati del 2020).

L’Isee corrente, invece, è un documento che riporta i dati di redditi e patrimoni degli ultimi 12 mesi (quindi l’ISEE corrente 2023 riguarda le informazioni economiche del 2022).

Il problema principale per i giovani under 36 che decidono di acquistare una prima casa, è che molto spesso prima di farlo vivono ancora con i genitori. E ad incidere, quindi, sulla possibilità di rientrare o meno nell’agevolazione non sarà solo il reddito del giovane in questione ma di tutto il suo nucleo familiare.

Va meglio, invece, a chi è uscito dal proprio nucleo familiare originario e vive in una casa in affitto. In quel caso a contare, infatti, sarà solo il proprio Isee e non anche i redditi del nucleo familiare di origine.

Isee prima casa under 36: quando si può presentare il modello corrente?

Se la situazione lavorativa, economica o patrimoniale dei componenti del nucleo familiare è significativamente cambiata rispetto alla situazione rappresentata nella Dsu ordinaria è consentito far ricorso all’Isee corrente.

I casi in cui può presentare l’Isee corrente sono i seguenti:

  • sospensione, riduzione o perdita dell’attività lavorativa;
  • interruzione di trattamenti previdenziali, assistenziali e indennitari;
  • diminuzione (rispetto all’Isee ordinario) superiore al 25% del reddito familiare complessivo;
  • di diminuzione (rispetto all’Isee ordinario) superiore al 20% della situazione patrimoniale.

L’ISEE corrente, a differenza di quello ordinario, in caso di variazione della sola componente reddituale, ha una validità ridotta, cioè di sei mesi dalla data di presentazione del modulo sostitutivo della Dsu.

Nel caso di aggiornamento della sola componente patrimoniale, o di entrambe le componenti reddituale e patrimoniale, ha validità fino al 31 dicembre dell’anno di presentazione del modulo sostitutivo della Dsu.

In ogni caso, se intervengono variazioni nella situazione occupazionale o nella fruizione dei trattamenti, l’Isee corrente deve essere aggiornato entro due mesi dalla variazione.

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