ISEE 2020, saldo e giacenze nel mirino dei controlli sui conti correnti

Rosaria Imparato

16 Gennaio 2020 - 14:30

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ISEE 2020, nuovi controlli in arrivo sui conti correnti dei contribuenti che hanno richiesto la precompilata. Nel mirino del Fisco ci sono anche saldo e giacenza media di buoni postali. La novità è contenuta nel messaggio n. 96 del 13 gennaio dell’INPS.

ISEE 2020, saldo e giacenze nel mirino dei controlli sui conti correnti

ISEE 2020, dal 1° gennaio sono partiti i controlli sui conti correnti e sui buoni postali dei contribuenti che hanno richiesto la precompilata.

L’ISEE precompilato ha infatti esordito il 1° gennaio 2020 in via sperimentale, e gli accertamenti del Fisco riguardano saldo e giacenza media sui conti correnti dei contribuenti che richiedono la precompilata per accedere a una prestazione agevolata.

A questo scopo, i contribuenti autodichiarano una serie di dati, che vanno dalla composizione del nucleo familiare fino al patrimonio mobiliare.

Da quest’anno l’INPS controlla anche i dati contenuti nell’Anagrafe Tributaria, cercando il riscontro non solo con quanto dichiarato dal contribuente, ma anche con la consistenza, ovvero la disponibilità finanziaria su conti correnti, libretti postali e depositi di tutti i componenti del nucleo familiare.

La novità è contenuta nel messaggio numero 96 del 13 gennaio dell’INPS, con il quale l’Istituto ha diffuso le istruzioni relative alla compilazione della DSU ai fini ISEE 2020.

ISEE 2020, saldo e giacenza nel mirino dei controlli sui conti correnti

I conti correnti dei contribuenti continuano a essere sottoposti a controlli. Il nuovo metodo individuato dalle Istituzioni è tramite i dati autodichiarati nella richiesta per l’ISEE precompilato 2020.

L’ISEE precompilato ha esordito in via sperimentale il 1° gennaio 2020, e dalla stessa data sono partiti in automatico i controlli sui conti correnti.

Nello specifico, finiscono nel mirino del Fisco saldo e giacenza media dei conti correnti, dei libretti postali e dei depositi.

Lo scopo è quello di rendere i controlli più specifici: finora, l’incrocio dei dati verificava solo che se i conti correnti dichiarati corrispondevano a quelli presenti nell’archivio.

Dal 1° gennaio 2020, invece, vengono verificate anche le cifre.

La novità è contenuta nel messaggio numero 96 dell’INPS, con cui l’Istituto ha fornito le istruzioni per la compilazione della DSU precompilata ai fini ISEE.

Nel messaggio dell’INPS si legge:

“[...] a decorrere dal 1° gennaio 2020, il controllo del patrimonio mobiliare sia per la DSU non precompilata che per quella precompilata (in caso di modifiche dei dati del patrimonio mobiliare precompilati) riguarderà le informazioni relative al saldo e alla giacenza dei rapporti posseduti.”

Ad essere oggetto specifico di controlli sarà il valore del patrimonio mobiliare complessivo del nucleo familiare.

Le eventuali omissioni o difformità saranno riportate nella sezione delle annotazioni dell’attestazioni ISEE, dove si trovano le informazioni dei componenti per i quali sono state rilevate tali omissioni o difformità.

I dati riportati sono:

  • i codici fiscali dei componenti per i quali sono state rilevate le omissioni o difformità;
  • l’elenco dei rapporti finanziari esistenti nell’Anagrafe dei rapporti;
  • il codice fiscale dell’operatore finanziario e la sua denominazione (Banca, Poste italiane, ecc.);
  • la data di inizio e l’eventuale data di fine dei rapporti finanziari.

ISEE 2020, al via i controlli sui conti correnti: cosa fare in caso di omissione o difformità nella DSU

Cosa può fare il contribuente a cui sono state riscontrate omissioni o difformità nella DSU?

A rispondere è sempre il messaggio 96 dell’INPS, che prevede tre diversi modi con cui il cittadino può procedere.

La prima soluzione è quella di cominciare ex novo, ovvero presentare una nuova DSU, naturalmente con le informazioni che in un primo momento sono sono state omesse o diversamente esposte.

Un’altra opzione è fare domanda per la prestazione agevolata presentando l’ISEE con omissioni o difformità. In questo caso, però, l’Ente erogatore potrebbe richiedere al cittadino la documentazione che dimostri la completezza e la veridicità dei dati indicati nella dichiarazione.

Il cittadino può richiedere tale documentazione solo all’intermediario (Banca, Poste Italiane, ecc) che ha comunicato i rapporti all’Agenzia dell’Entrate.

La terza modalità è valida solo se la DSU era stata richiesta tramite CAF. In questo caso, si può richiedere al CAF la rettifica della DSU, con effetto retroattivo, ma solo se quest’ultimo ha commesso un errore.

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