L’Iran vuole attaccare due Paesi europei

Luna Luciano

15 Giugno 2025 - 10:38

L’Iran minaccia Gran Bretagna e Francia: se interverranno in difesa di Israele, potrebbero finire anche loro nel mirino degli attacchi di Teheran. Ecco perché.

L’Iran vuole attaccare due Paesi europei

L’Iran ha avvisato l’Europa: è il momento che alcuni Paesi come Francia e Gran Bretagna si facciano da parte e non interferiscano difendendo Israele, altrimenti potrebbero presto diventare gli obiettivi di nuovi raid. È questo ciò che hanno rivelato i media iraniani citati da Reuters. Dopo l’attacco di Israele a Teheran, che potrebbe portare a un’escalation internazionale, con 78 morti, il Paese ha deciso di reagire colpendo Tel Aviv.

La guerra tra i due Paesi è iniziata e, nonostante sia stato Israele ad attaccare per primo, nonostante abbia violato leggi internazionali e diritti umanitari, nonostante stia compiendo un genocidio a Gaza, l’Europa e il resto dell’Occidente continuano a difendere un Paese sionista.

L’escalation militare tra Iran e Israele, infatti, non può essere compresa senza tenere conto di questo squilibrio nel trattamento mediatico e politico che l’Occidente riserva ai due attori: da una parte Israele, che gode di una solida copertura diplomatica e militare in quanto si presenta come “ultimo pilastro della democrazia in Medio Oriente”, anche quando le sue azioni si spingono ben oltre il diritto internazionale e non hanno nulla di democratico; dall’altra l’Iran, isolato e demonizzato, anche quando agisce in risposta a provocazioni.

Ora, il messaggio iraniano è chiaro: se la Gran Bretagna e la Francia continueranno a supportare attivamente le operazioni israeliane, difendendo il Paese dagli attacchi dell’Iran, le loro basi militari in Medio Oriente potrebbero diventare obiettivi militari. Una minaccia esplicita, che rende il conflitto potenzialmente globale, e che dovrebbe spingere le capitali europee a riflettere sul ruolo che vogliono avere in questa crisi. Scopriamo cosa ha detto l’Iran e le parole di Israele per giustificare questo attacco.

Israele accusa l’Iran: “sta preparando un attacco”

Durante un briefing a Roma, l’ambasciatore israeliano in Italia, Jonathan Peled, ha affermato che l’Iran starebbe preparando una nuova invasione del territorio israeliano, sfruttando milizie alleate presenti in Siria, Iraq e altre aree strategiche della regione. Secondo Peled, l’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023 avrebbe incoraggiato Teheran a perseguire una strategia militare più diretta, mirando alla distruzione dello Stato di Israele. Inoltre, ha dichiarato che l’Iran è vicino a completare la capacità di costruire nove bombe atomiche e dispone di centinaia di missili balistici in grado di raggiungere Roma, Parigi e Londra.

Tuttavia, dietro queste accuse si cela una strategia retorica ormai consolidata da parte di Israele: quella dell’“attacco preventivo”. Una narrazione che serve a giustificare operazioni militari unilaterali, spesso illegittime secondo il diritto internazionale, sostenendo che si tratti di azioni difensive. È lo stesso schema utilizzato contro la popolazione palestinese, dove ogni possibile minaccia diventa il pretesto per nuove offensive, bombardamenti di ospedali e scuole e occupazioni territoriali.

Israele ha costruito negli anni una politica espansionistica che si maschera da autodifesa. Ogni nuovo attacco viene giustificato come necessario per prevenire un futuro peggiore, ignorando le responsabilità storiche e le continue violazioni dei diritti umani a Gaza e Cisgiordania.

Nonostante abbia attaccato per primo nel caso iraniano, Israele si presenta come la parte offesa. L’obiettivo sembra sempre lo stesso: mantenere un’egemonia militare nella regione, contenere ogni potenziale rivale e contare sull’appoggio incondizionato dell’Occidente per agire senza reali conseguenze.

Perché l’Iran potrebbe attaccare Gran Bretagna e Francia

Le minacce rivolte dall’Iran a Francia e Gran Bretagna non nascono dal nulla, ma si inseriscono in un contesto di crescente frustrazione nei confronti dell’Occidente, accusato da Teheran (e non solo) di “ipocrisia politica” e doppio standard. Mentre Israele continua ad agire indisturbato contro obiettivi civili e militari in Palestina, con un bilancio di vittime che ha assunto proporzioni genocidarie, l’Europa resta in silenzio o, peggio, giustifica e sostiene tali operazioni. Le basi militari francesi e britanniche in Medio Oriente rappresentano per l’Iran simboli concreti di quel sostegno e, quindi, obiettivi legittimi in caso di ulteriori interferenze.

L’immobilismo politico dell’Occidente è tanto più grave quanto più evidente è la sproporzione nei mezzi e nei danni causati da Israele. Mentre l’Iran, pur con tutte le sue responsabilità, reagisce a un’aggressione diretta, le cancellerie europee condannano la risposta senza mai interrogarsi sull’attacco originario. Questo atteggiamento alimenta la convinzione, in Iran e in molte altre parti del mondo, che l’Europa e soprattutto gli Stati Uniti siano complice del progetto israeliano di dominio militare nel Medio Oriente, e che abbia abbandonato i valori di legalità e giustizia internazionale in nome di alleanze strategiche.

È in questo quadro che va letta la minaccia iraniana: come un avvertimento politico e militare. Il rischio è che, se l’Europa continuerà ad ignorare le sue responsabilità e a sostenere attivamente Israele, la guerra possa davvero estendersi oltre i confini regionali, coinvolgendo direttamente capitali europee che fino ad ora si sono illuse di poter restare al sicuro, pur giocando un ruolo attivo nel conflitto.

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