Le dimissioni del premier Ishiba aprono una crisi politica in Giappone, tra investimenti Usa vincolanti e un’ondata migratoria cinese destinata a cambiare volto al Paese
Il futuro del Giappone è di nuovo tutto da scrivere. Le dimissioni del premier Shigeru Ishiba hanno riportato il Paese nel limbo dell’incertezza politica in un momento storico a dir poco delicato.
Con l’economia stagnante, l’incognita sempre viva dei dazi di Donald Trump, l’aumento del costo di numerosi beni di prima necessità e dell’energia, e la risorsa del turismo trasformatasi in piaga infernale, a Tokyo sarebbe servito, ora più che mai, un governo forte in grado di guidare la nave fuori dalla tempesta. Al contrario, il transatlantico nipponico dovrà proseguire ancora una volta con il pilota automatico facendo ben attenzione a evitare iceberg e scogli.
Tuttavia, in attesa di capire chi sarà l’erede di Ishiba, ci sono due tendenze socio-economiche interessanti da evidenziare. La prima chiama in causa il legame economico con gli Stati Uniti: al netto delle tariffe e del complicato rapporto con Trump, il Giappone accoglierà presto ingenti investimenti provenienti da oltre Oceano; soldi che dovrebbero servire a costruire progetti più o meno strategici. [...]
Accedi ai contenuti riservati
Navighi con pubblicità ridotta
Ottieni sconti su prodotti e servizi
Disdici quando vuoi
Sei già iscritto? Clicca qui
© RIPRODUZIONE RISERVATA