AI Act: il Parlamento europeo ha approvato il regolamento sull’intelligenza artificiale

Niccolò Ellena

14/06/2023

14/06/2023 - 16:03

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Il Parlamento europeo ha approvato l’AI Act, ossia il regolamento sull’intelligenza artificiale. Bocciati gli emendamenti per autorizzare il riconoscimento facciale in luoghi pubblici e in diretta.

AI Act: il Parlamento europeo ha approvato il regolamento sull’intelligenza artificiale

Oggi il Parlamento europeo, in seduta plenaria a Strasburgo, ha votato per approvare le modifiche alla bozza dell’Artificial Intelligence Act, anche conosciuto come AI Act, proposte dalla Commissione europea. I voti favorevoli sono stati 499, quelli contrari 28, mentre gli astenuti sono stati 93.

Con questo successo, l’Unione europea si avvicina di un passo al suo obiettivo: stabilire uno standard globale per l’intelligenza artificiale, così da garantire ai cittadini la possibilità di utilizzarla in maniera sicura.

Al regolamento ha lavorato anche l’europarlamentare italiano Brando Benifei in qualità di correlatore. Durante la conferenza in cui è stato presentato il risultato del lavoro svolto, Benifei ha affermato che «oggi abbiamo fatto la storia», poiché il Parlamento ha fatto da apripista per creare un’intelligenza artificiale responsabile.

AI Act: no al riconoscimento facciale in pubblico e in diretta

Tra gli emendamenti dell’AI Act che non sono stati approvati c’è quello presentato dal Partito popolare europeo (Ppe), che prevedeva la possibilità di usare il riconoscimento facciale in pubblico e in diretta. Alla base di questa proposta c’era la volontà di sfruttare questa tecnologia per monitorare i confini dell’Unione europea per motivi di sicurezza nazionale o in caso di minori dispersi.

Il riconoscimento biometrico non potrà avvenire in diretta, ma solamente su delle registrazioni previa autorizzazione di un giudice per accertare reati già commessi.

Le novità incluse nell’AI Act

Come abbiamo già scritto in questo articolo, l’AI Act ha un approccio basato sul rischio. In particolare, gli operatori e i fornitori di servizi che sfruttano l’intelligenza artificiale avranno obblighi in base ai rischi che possono generare le loro tecnologie.

I rischi individuati dal Parlamento sono divisi per livelli e vanno da inaccettabile, e quindi proibito, a nullo.

Ad essere vietati assolutamente, secondo quanto riportato dall’Ansa, saranno i sistemi che classificano le persone in base al loro punteggio sociale, i sistemi di identificazione biometrica remota «in tempo reale» e «a posteriori» in spazi accessibili al pubblico; i sistemi di categorizzazione biometrica che si basano su caratteristiche sensibili come genere, razza, etnia, cittadinanza, religione e orientamento politico; i sistemi di polizia predittiva che si basano su profilazione, ubicazione o comportamenti criminali passati; i sistemi di riconoscimento delle emozioni utilizzati dalle Forze dell’ordine, nella gestione delle frontiere, nel luogo di lavoro e negli istituti d’istruzione; e quelli per l’estrazione non mirata di dati biometrici presi da Internet o da filmati di telecamere a circuito chiuso per creare database di riconoscimento facciale (in violazione dei diritti umani e del diritto alla privacy).

Alla lista dei sistemi di intelligenza artificiale ad alto rischio sono stati inoltre aggiunti i sistemi di intelligenza artificiale che possono comportare danni per la salute, la sicurezza, i diritti fondamentali delle persone o l’ambiente; quelli utilizzati per influenzare gli elettori e l’esito delle elezioni; e i sistemi di raccomandazione utilizzati dalle piattaforme di social media cosiddette Vlop (Very large online platforms).

I sistemi di intelligenza artificiale generativa come ChatGPT dovranno essere maggiormente trasparenti, in particolare dovranno rendere riconoscibili i loro output, così da agevolare il riconoscimento dei deepfake, e dovranno condividere delle sintesi dettagliate dei dati protetti dal diritto d’autore utilizzati per il loro addestramento.

Con questa votazione possono finalmente avere inizio i triloghi, ossia i negoziati tra le tre principali istituzioni dell’Ue: Parlamento, Commissione e Consiglio dell’Unione europea.

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