L’inflazione in Eurozona tocca il record: +4,9%, è il picco?

Violetta Silvestri

30/11/2021

30/11/2021 - 12:22

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Con i dati preliminari, l’inflazione in Eurozona ha toccato il livello record: +4,9% su base annuale, fin dove arriverà? La risposta dovrebbe darla la BCE nel prossimo incontro, che sarà cruciale.

L’inflazione in Eurozona tocca il record: +4,9%, è il picco?

L’inflazione dell’Eurozona è salita a un livello record e ha superato tutte le previsioni, aggiungendosi alle sfide cruciali che la BCE sarà chiamata ad affrontare nel delicato vertice del 16 dicembre.

Se da una parte la variante Omicron sta scombinando le previsioni su ripresa economica, balzo del PIL e decisioni di politica monetaria, è l’aumento dei prezzi che tormenta maggiormente le banche centrali.

Con l’inflazione - preliminare - al 4,9% e ben oltre le attese in Eurozona, cosa deciderà Lagarde?

Prezzi in aumento record in Eurozona: i dettagli

I risultati preliminare di Eurostat sono stati chiari: i prezzi al consumo sono aumentati del 4,9% annuo a novembre, battendo tutte le 40 previsioni in un sondaggio di Bloomberg, dove la media si aspettava un +4,5%. Anche la misura senza le componenti volatili, come cibo ed energia, ha raggiunto un record.

La voce energetica è risultata ancora la più pesante per l’indice annuale di novembre, con un rialzo del 27,4% rispetto al +23,7% di ottobre.

I dati sono allarmanti nelle principali economie dell’area.
In Germania, Paese storicamente allarmato dall’inflazione elevata, i prezzi hanno toccato il massimo da 29 anni a novembre. Sono aumentati del 6% rispetto a un anno fa, come misurato dall’indice armonizzato dei prezzi al consumo.

La tendenza è la stessa in Francia, dove il tasso di inflazione ha raggiunto il 3,4% a novembre, il valore più alto dal 2008. Anche l’Italia ha registrato un +3,8% preliminare su base annua in questo mese, con un boom inarrestabile dei prezzi energetici.

Anticipando l’ipotesi del picco dell’inflazione questo mese, i funzionari della BCE hanno raddoppiato gli sforzi negli ultimi giorni per rassicurare i cittadini sulla straordinarietà, e quindi transitorietà, del costo della vita elevato, guidato dall’energia e da una serie di fattori temporanei.

Intanto, l’accelerazione dei prezzi in Eurozona è storica, come mostrato dal grafico Bloomberg, elaborato su dati Eurostat:

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La BCE stretta fra inflazione e variante

L’invito alla calma di Lagarde e altri esponenti BCE dinanzi al nuovo timore variante potrebbe non bastare a calmare mercati, speculatori, dubbi dopo i dati sull’inflazione.

Il presidente della Bundesbank tedesca, Jens Weidmann, che si dimetterà alla fine dell’anno, ha già lanciato l’allarme, affermando che è possibile che il ritmo di crescita prezzi dell’area dell’euro rimanga al di sopra dell’obiettivo del 2% della BCE a medio termine.

Il suo omologo spagnolo Pablo Hernandez de Cos ha messo in guardia contro una rimozione prematura del supporto. Lunedì 29 novembre, dopo che i dati hanno mostrato un tasso nazionale del 5,6% - il più alto in quasi tre decenni - ha sostenuto che non c’è motivo di affrettarsi a fermare gli acquisti di obbligazioni dato che le pressioni sui prezzi si attenueranno in modo molto significativo nel secondo trimestre.

Il vicepresidente della BCE Luis de Guindos ha affermato, in un’intervista a Les Echos:

“C’è il rischio che l’inflazione non scenda così rapidamente e quanto avevamo previsto...la presidente della Bce ha annunciato che gli acquisti netti (nell’ambito del programma di emergenza) termineranno a marzo. Ma potrebbero essere ripresi se necessario”

Boštjan Vasle, membro del consiglio direttivo della BCE, capo della banca centrale slovena, ha dichiarato su Politico.eu:

“Data la crescente probabilità che l’inflazione non diminuirà così velocemente e non come previsto, è necessaria grande cautela per quanto riguarda i nostri strumenti politici. Dobbiamo lasciare la porta aperta se la situazione si evolve in entrambe le direzioni.”

Egli preferisce non fare previsioni, pur considerando improbabili aumenti dei tassi di interesse il prossimo anno.

Con l’inflazione galoppante e lo scenario variante, la Banca Centrale Europea potrebbe però rivedere i suoi piani monetari. Per questo, la riunione del 16 dicembre è molto attesa.

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