L’incertezza spinge i depositi bancari a quota 1.682 miliardi

Pierandrea Ferrari

21 Ottobre 2020 - 17:09

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Il rapporto mensile di Abi, Associazione bancaria italiana, registra a settembre un incremento anno su anno dell’8% dei conti bancari degli italiani.

L’incertezza spinge i depositi bancari a quota 1.682 miliardi

Cresce il volume dei depositi bancari degli italiani. Secondo il rapporto di ottobre di Abi, infatti, la persistente incertezza economica spinge gli italiani a parcheggiare liquidità. In aumento anche il ricorso ai prestiti bancari grazie a tassi di interesse particolarmente bassi.

I dati rilevati da Abi destano preoccupazione. La crescita dei depositi detenuti in banca richiama tipici scenari di crisi, con una liquidità sui depositi pronta alla convergenza con il Pil atteso nel 2020.

I dati di Abi

È dell’8% la crescita anno su anno dei depositi bancari rilevata da Abi nel suo rapporto relativo al mese di settembre. La liquidità degli italiani sale dunque a 1.682 miliardi, in aumento rispetto ai 1.671 miliardi registrati nel mese di agosto. Il volume dei depositi bancari si avvicina dunque al Pil italiano nel 2019, a quota 1.787 miliardi.

Cresce parallelamente il ricorso ai prestiti bancari. Secondo i dati pubblicati dalla Banca d’Italia, infatti, i finanziamenti a famiglie e imprese a settembre è in crescita del 4,8% rispetto a un anno fa. Il dato, ad agosto di quest’anno, si era attestato sul 4,1%.

I tassi d’interesse sulle operazioni di finanziamento rimangono particolarmente bassi, fino a toccare nuovi minimi storici. Il tasso medio sul totale dei prestiti si attesta sul 2,27%, in diminuzione rispetto al mese precedente (2,31%) e al periodo pre-crisi (fine 2017, 6,18%).

Perché l’aumento dei depositi bancari non è una buona notizia

Il rapporto mensile di Abi rileva la crescente preoccupazione degli italiani al tempo della pandemia. Quello di trattenere liquidità è un trend tipico delle crisi ed è ampiamente condiviso dalle principali economie europee, dalla Francia alla Gran Bretagna, con unica eccezione della Germania, dove i risparmiatori, in tempi avversi, ricorrono tradizionalmente ai contanti.

Il dato sul volume dei depositi bancari, trainato anche dal ricorso ai prestiti in aumento, solleva diversi campanelli d’allarme. Il capitale nei conti correnti è sostanzialmente un capitale bloccato che non matura nel tempo e il progressivo aumento dei prezzi di beni e servizi porterà alla diminuzione del potere d’acquisto.

Inoltre il capitale trattenuto danneggia fortemente l’economia. Le misure volte al contenimento del coronavirus hanno inevitabilmente portato alla contrazione dei consumi e i risvolti psicologici della pandemia hanno incrementato la riluttanza dei consumatori all’acquisto. La parsimonia degli italiani rischia dunque di rallentare la ripresa economia nei prossimi mesi, mettendo a repentaglio le aziende già minacciate dalla seconda ondata del virus.

Cattive notizie anche sul versante delle imprese che, fiaccate da mesi difficili e intimorite dalla crescita esponenziale dei contagi, rimangono su una posizione di sostanziale prudenza. Questa prudenza implica una minore propensione all’investimento da parte degli imprenditori, causando una contrazione del mercato del lavoro e un rallentamento del processo di modernizzazione.

RAPPORTO MENSILE ABI – Ottobre 2020
Il report dell’ABI (Ottobre 2020) descrive lo stato dei depositi bancari e dei prestiti a famiglie e imprese.

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