Cosa succede se i mercati smettono di premiare la qualità e iniziano a premiare la connessione politica? Il caso Buffett ci aiuta a capire come cambia il rapporto tra istituzioni e investimenti.
Per oltre mezzo secolo Warren Buffett è stato il punto di riferimento per milioni di investitori. Il suo stile: sobrio, razionale, fondato su pochi principi solidi. Comperare aziende semplici, ben gestite, con un vantaggio competitivo duraturo e un prezzo inferiore al loro valore intrinseco. Un approccio che ha funzionato per decenni e che ha superato cicli economici, crisi e rivoluzioni tecnologiche.
Ma cosa succede se il contesto che ha reso possibile quella strategia sta cambiando? Se il “campo da gioco” non è più quello stesso terreno stabile, meritocratico e competitivo in cui Buffett ha prosperato?
A offrire una chiave interpretativa utile è la teoria sviluppata da Daron Acemoglu, Simon Johnson e James A. Robinson, recentemente premiati con il Nobel per l’economia. Il loro lavoro, diventato celebre grazie al libro Why Nations Fail, esplora il modo in cui le istituzioni di una nazione – quelle che regolano la vita sociale, politica ed economica – determinano il successo o il fallimento della nazione. [...]
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