Satya Nadella, CEO di Microsoft, rivela qual è il “superpotere” degli esseri umani che non potrà mai essere replicato dall’intelligenza artificiale sul posto di lavoro.
In un recente episodio del podcast “MD Meets”, il CEO di Microsoft, Satya Nadella, ha ribadito che in un’epoca in cui l’intelligenza artificiale sta assumendo compiti sempre più tecnici, fare affidamento solo sul quoziente intellettivo (QI) non basta più. “L’intelligenza ha un suo valore, ma non è l’unica cosa di cui c’è bisogno. Se un leader ha solo QI senza EQ, è semplicemente uno spreco di QI”, ha affermato.
Per Nadella, l’intelligenza emotiva (EQ) e la capacità di relazionarsi - spesso etichettate come competenze trasversali - vanno considerate invece come competenze strategiche. Capacità come l’intelligenza sociale, l’empatia, la creatività e la capacità di ascolto diventano così fondamentali, in un mondo in cui l’AI si occupa principalmente di compiti ripetitivi o tecnicamente complessi.
Negli ultimi mesi, Microsoft ha avviato una revisione dei vertici, con l’ingresso di nuove divisioni dedicate all’intelligenza artificiale e la creazione di un “superintelligence team” con l’obiettivo di sviluppare un’AI capace di superare l’uomo in compiti complessi.
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Empatia e innovazione secondo Microsoft
L’enfasi sull’intelligenza emotiva non è una novità per Microsoft. Già dal 2014, con Nadella alla guida, l’azienda ha avviato un percorso culturale che mira a mettere le persone al centro, trasformando il modo di innovare e progettare prodotti.
Sotto la guida di Nadella, l’azienda ha promosso una cultura di innovazione dal basso, coinvolgendo i dipendenti in maratone di programmazione, collaborazioni trasversali tra team e valorizzazione delle intuizioni indipendentemente dal ruolo. Questo approccio ha generato nuove funzionalità, spesso nate da esigenze specifiche di persone con disabilità, che poi si sono rivelate utili per un pubblico più ampio.
Un esempio emblematico riguarda un ingegnere di Microsoft con disabilità uditiva che ha proposto una funzione di sfocatura dello sfondo durante le videochiamate per leggere meglio le labbra. Da quell’idea sono poi nate delle vere e proprie configurazioni che sono tutt’ora presenti in piattaforme come Teams e Skype.
Per Nadella, empatia significa “connettere nuove idee con un crescente senso di comprensione per gli altri” e guidare con “scopo e orgoglio”, evitando competizione distruttiva e sfiducia.
Perché oggi le competenze “umane” pesano più di prima
La riflessione di Nadella arriva in un momento in cui l’AI sembra capace di sostituire sempre più ruoli, non solo operativi ma anche cognitivi. In questo contesto, ciò che resta esclusivo dell’umano diventa un vantaggio competitivo determinante, in particolare nelle posizioni di leadership.
L’esperienza di Microsoft mostra che mettere le persone al centro - ascoltare esperienze, valorizzare diversità, promuovere inclusione - non è solo una scelta etica, ma un motore concreto di innovazione. Progettare prodotti pensati per esigenze specifiche porta spesso a soluzioni più efficaci per tutti e apre nuove direzioni di sviluppo tecnologico.
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