I greci sono furiosi. Stanno invadendo i supermercati, colpa dei prezzi troppo alti

Andrea Fabbri

16 Giugno 2025 - 17:01

Continua a salire il malcontento nei Paesi Europei per i prezzi dei generi di prima necessità. L’ultima protesta a Salonicco ha portato a 21 arresti

I greci sono furiosi. Stanno invadendo i supermercati, colpa dei prezzi troppo alti

Negli ultimi tre anni i prezzi nei supermercati sono aumentati di poco più del 10%. E nella maggior parte dei Paesi UE gli stipendi sono rimasti invariati.

Un calo del potere d’acquisto delle famiglie che sta scatenando una lunga ondata di proteste in tutta Europa. L’ultima è stata quella di Salonicco, che ha portato all’arresto di 21 persone.

Le proteste colpiscono i supermercati

Pochi giorni fa un gruppo di manifestanti greci ha bloccato un supermercato del centro di Salonicco per poi attaccare alla vetrina uno striscione in cui si richiedeva la riduzione dei prezzi dei beni di prima necessità.

Una protesta che ha coinvolti anziani, pensionati, studenti e semplici cittadini e che, purtroppo, è sfociata in episodi di grande tensione.

Il bilancio della giornata è stato quello di numerose vetrine rotte, 21 persone arrestate e centinaia di agenti delle Forze dell’Ordine a presidiare i principali supermercati cittadini.

I fatti di Salonicco sembrano essere solo l’inizio. Gli organizzatori della manifestazione, dopo aver radunato le persone sui social network, hanno annunciato che la protesta colpirà i negozi per tutta l’estate finché non verranno abbassati i prezzi.

Proteste nei supermercati: l’onda lunga dell’Europa Orientale e il caso svedese

Questo è soltanto l’ultimo capitolo di un’ondata di proteste che sta scuotendo l’Europa da inizio 2025. Tutto è iniziato dalle proteste in alcune catene di supermercati della Serbia e della Croazia, per poi estendersi verso l’Est Europa, verso i Balcani, e, come abbiamo appena visto, anche in Grecia, Paese in cui la principale associazione dei consumatori ha apertamente invitato i cittadini a boicottare i punti vendita.

Per evitare ulteriori malumori, lo scorso febbraio, la Lituania ha istituito un nuovo organismo per monitorare i prezzi dei prodotti, mentre le autorità ungheresi hanno invitato produttori e trasformatori di alimenti a evitare di coordinare ulteriori aumenti dei prezzi.

Le proteste stanno dilagando, a sorpresa, anche in Svezia, uno dei Paesi UE più “ricchi” in assoluto. Dal 17 marzo scorso moltissimi svedesi si stanno tenendo alla larga dalle principali catene per manifestare il proprio dissenso in merito all’aumento senza controllo dei prezzi. Una protesta diventata “virale” grazie ai social e che è finita molto velocemente nel dibattito politico.

Cosa sta succedendo in Italia

La situazione sta diventando calda, e non soltanto a livello climatico, anche in Italia. Pochissimi giorni fa alcuni membri di Ultima Generazione hanno invaso pacificamente i supermercati di 12 città per protestare contro i rincari di pane, pasta, olio e riso, e per chiedere che il governo mantenga la promessa di tagliare l’Iva sui prodotti di prima necessità.

La protesta degli attivisti si spinge anche oltre e chiede che il taglio delle tasse (attualmente l’Iva su questi prodotti è compresa tra il 4 e il 10%) sia finanziato da una tassa sugli extraprofitti delle grandi aziende che hanno più impatto negativo a livello climatico e sociale.

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