Quali sono i fiumi più inquinati d’Italia e al mondo? Entriamo nei dettagli per scoprire i peggiori in assoluto (e dove si trovano).
L’inquinamento dei fiumi è uno dei problemi ambientali più gravi e sottovalutati a livello globale. Ogni giorno milioni di tonnellate di rifiuti, plastiche, sostanze chimiche e scarichi industriali finiscono nei corsi d’acqua, compromettendo la salute degli ecosistemi e mettendo a rischio la sicurezza delle persone.
Le conseguenze, d’altronde, non riguardano solo la biodiversità acquatica. L’inquinamento fluviale impatta anche la qualità dell’acqua potabile, la pesca, l’agricoltura e la sicurezza alimentare. Ma quali sono i fiumi più inquinati d’Italia e nel mondo? Di seguito forniremo una classifica per cercare di capire di quali si tratta, tenendo conto di diversi fattori, come le cause principali, le quantità di rifiuti presenti e i rischi per l’ambiente e la salute umana.
I fiumi più inquinati in Italia
Prima di passare all’elenco dei corsi d’acqua più inquinati del nostro Paese, è importante ricordare che i dati provengono da fonti istituzionali come ISPRA, ARPA e Legambiente, che ogni anno monitorano la qualità delle acque superficiali. Le cause principali dell’inquinamento in Italia sono legate agli sversamenti industriali non controllati, alla gestione inadeguata dei reflui urbani, all’uso massiccio di pesticidi e fertilizzanti in agricoltura e, non meno importante, alla dispersione della plastica. In alcuni casi, come vedremo, i livelli di contaminazione sono così elevati da compromettere seriamente la biodiversità e la salute umana. Basti pensare che, secondo il report Goletta Verde 2025 di Legambiente, su 101 foci monitorate in Italia ben 54% risultano inquinate o fortemente inquinate, confermando come l’inquinamento dei corsi d’acqua rimanga una delle principali emergenze ambientali nazionali.
Fiume Sacco (Lazio)
La valle del Sacco rappresenta uno degli esempi più gravi di inquinamento industriale storico in Italia. L’area è stata inserita fra i Siti d’Interesse Nazionale per la presenza di solventi organici, metalli pesanti e composti organici persistenti. Questi inquinanti persistono nel suolo e nelle acque sotterranee, richiedendo interventi di bonifica complessi.
Fiume Lambro (Lombardia)
Il Lambro, che attraversa la cintura metropolitana di Milano, è sottoposto a pressioni urbane e industriali. Accumula microplastiche, microfibre e sversamenti di idrocarburi e oli. La densità di popolazione e l’uso intensivo del territorio rendono il fiume particolarmente vulnerabile, soprattutto durante forti piogge o piene, che favoriscono l’aumento dei carichi inquinanti lungo il corso d’acqua.
Fiume Sarno (Campania)
Il Sarno è tristemente noto per essere uno dei fiumi più inquinati d’Europa. Scarichi industriali storici, reflui civili e contaminazione da metalli pesanti rendono le acque torbide e maleodoranti. Nonostante i piani di bonifica e gli interventi strutturali, la qualità delle acque resta critica.
Fiume Tevere (Lazio)
Il Tevere, soprattutto nel tratto urbano che attraversa Roma, subisce forti pressioni per via di scarichi fognari, rifiuti plastici e apporti nutritivi elevati. Progetti di monitoraggio partecipato, come campagne civiche e universitarie, documentano criticità ricorrenti. Gli interventi di pulizia, adeguamento depurativo e comunicazione sono attivi ma spesso insufficienti a risolvere il fenomeno in modo strutturale.
Fiume Aterno-Pescara (Abruzzo)
Il Fiume Aterno-Pescara è soggetto a scarichi industriali e agricoli che compromettono la qualità delle acque e la biodiversità locale. Le criticità principali riguardano nitrati, pesticidi e composti chimici persistenti che richiedono un monitoraggio continuo.
Fiume Oliva (Calabria)
Il Fiume Oliva presenta livelli preoccupanti di metalli pesanti e rifiuti industriali non controllati. Questo inquinamento costituisce una seria minaccia per l’ambiente circostante e per la salute pubblica, in quanto può contaminare falde e terreni circostanti utilizzati per agricoltura e allevamento.
Fiume Aniene (Lazio)
L’Aniene, affluente del Tevere, mostra elevati livelli di solventi chimici e cariche batteriche, con conseguenze negative sulla fauna e sulla flora acquatica. La presenza di scarichi urbani non depurati e attività industriali lungo il corso peggiora la qualità delle acque, rendendo alcune zone inadatte alla balneazione.
Fiume Olona (Lombardia)
L’Olona è da tempo interessato da pressioni industriali e presenza di sostanze chimiche persistenti, tra cui i PFAS. Negli ultimi anni, l’elevato livello di contaminazione ha spinto le istituzioni a intensificare le attività di monitoraggio, avviare interventi di bonifica e promuovere strategie di gestione coordinate per tutelare l’ecosistema fluviale.
Fiume Arno (Toscana)
L’Arno è soggetto a forti pressioni urbane e agricole, oltre alla presenza di microplastiche e microfibre tessili, che si accumulano lungo il corso del fiume, con effetti negativi sugli ecosistemi fluviali. Durante le piene, l’aumento del trasporto di particelle solide e sostanze inquinanti amplifica la diffusione della contaminazione, rendendo più complessa la gestione della qualità dell’acqua.
Fiume Bacchiglione (Veneto)
Il Bacchiglione è interessato da fenomeni di eutrofizzazione, scarichi urbani e criticità industriali locali, con effetti significativi sulla qualità dell’acqua e sull’equilibrio ambientale. Situazioni analoghe si riscontrano anche nei corsi del Retrone e del Fratta Gorzone, dove l’accumulo di nutrienti e sostanze chimiche favorisce la proliferazione di alghe e il deterioramento degli habitat acquatici. Questi problemi evidenziano l’urgenza di una gestione integrata del territorio, con interventi coordinati di depurazione, bonifica e monitoraggio costante.
I fiumi più inquinati al mondo
Se la situazione italiana desta preoccupazione, il quadro diventa ancora più drammatico quando si osserva il contesto globale. In molte aree del pianeta, i fiumi sono diventati vere e proprie discariche a cielo aperto, soffocati da tonnellate di plastica, sostanze chimiche, metalli pesanti e scarichi industriali tossici. Secondo le più recenti analisi dell’UNEP e di studi internazionali, soltanto dieci grandi fiumi sono responsabili di circa il 90% della plastica che raggiunge gli oceani. Di seguito vedremo quali sono i corsi d’acqua più compromessi e le principali cause che hanno portato a questo stato di emergenza.
Citarum (Giava, Indonesia)
Il Citarum è spesso citato come il fiume più inquinato al mondo. Scorre attraverso una delle regioni più densamente popolate e industrializzate dell’Indonesia, raccogliendo rifiuti da oltre 2 mila fabbriche, plastica, acque reflue non trattate e metalli pesanti. La qualità dell’acqua è così compromessa, da essere spesso inutilizzabile anche per scopi agricoli o domestici non trattati.
Gange (India)
Il Gange è un fiume sacro per milioni di persone, ma la sua qualità dell’acqua è compromessa da scarichi industriali, liquami urbani e pratiche funerarie non sempre compatibili con la tutela ambientale. Nonostante gli sforzi di pulizia, la gestione rimane una sfida enorme da affrontare.
Yamuna (India)
Affluente del Gange, lo Yamuna attraversa l’area metropolitana di Delhi e subisce forti pressioni da scarichi urbani non trattati. Alcuni segmenti del fiume risultano ecologicamente degradati, con elevata carica batterica e reflui che ne compromettono l’uso sia ricreativo sia per la pesca.
Mississippi (Stati Uniti)
Il Mississippi è uno dei fiumi più lunghi degli Stati Uniti e subisce pressioni da scarichi agricoli, industriali e urbani. La presenza di nutrienti in eccesso ha portato alla formazione di zone morte nel Golfo del Messico, compromettendo la biodiversità e la qualità dell’acqua.
Buriganga (Bangladesh)
Il Buriganga, che attraversa Dhaka e le aree circostanti, è gravemente colpito da scarichi di concerie e industrie leggere, oltre che da rifiuti domestici. Tratti del fiume mostrano bassissimi livelli di ossigeno disciolto e alte concentrazioni di contaminanti chimici e biologici, con impatti evidenti sulla vita acquatica e sulla popolazione che vive lungo le sue sponde.
Marilao (Filippine)
Il fiume Marilao è noto per la contaminazione proveniente da industrie chimiche, rifiuti solidi e scarichi non trattati. La qualità dell’acqua è spesso compromessa da sostanze tossiche che hanno impatti diretti sulla salute della popolazione locale e sulle attività agricole.
Yellow River (Cina)
Il Fiume Giallo, o Huang He, è noto per l’elevata sedimentazione e per l’inquinamento da plastica e contaminanti chimici. La qualità dell’acqua è fortemente compromessa, rendendo la tutela ambientale e la gestione sostenibile delle risorse idriche sfide particolarmente complesse lungo tutto il suo corso.
Tietê (Brasile)
Il Tietê scorre attraverso San Paolo ed è gravemente inquinato da scarichi industriali, urbani e agricoli. Nonostante gli sforzi di depurazione, la qualità dell’acqua rimane compromessa, con impatti non indifferenti sulla salute pubblica e sull’ambiente.
Techa (Russia)
Il fiume Techa è stato contaminato da scarichi radioattivi provenienti dal complesso industriale di Mayak. La contaminazione ha avuto conseguenze gravi sia sulla salute delle comunità che vivono nell’area circostante, sia sull’intero ecosistema fluviale, causando danni ambientali di lunga durata.
Coatzacoalcos (Messico)
Il fiume Coatzacoalcos è fortemente compromesso dagli scarichi industriali. La mancanza di controlli ambientali adeguati ha aggravato la situazione, provocando seri problemi per la salute delle popolazioni che vivono nell’area e determinando un significativo deterioramento dell’ambiente naturale circostante.
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