Guerre e banche centrali, nuovi shock in arrivo sui mercati?

Violetta Silvestri

14/06/2025

Mercati alle prese con guerre e decisioni cruciali delle banche centrali: cosa sta per accadere?

Guerre e banche centrali, nuovi shock in arrivo sui mercati?

La prossima settimana si preannuncia davvero “calda” per i mercati mondiali: non solo le temperature estive si impenneranno in Europa soprattutto, ma anche Borse e asset potrebbero registrare tonfi o movimenti estremi a causa della complessità geopolitica dell’attuale contesto.

All’imprevedibilità della politica dei dazi di Trump e all’incertezza che domina ormai sul fronte ucraino si è ora aggiunta la drammatica escalation tra Israele e Iran. Come se non bastasse la persistente e disumana distruzione di Gaza a tormentare il Medio Oriente, lo scontro diretto tra Tel Aviv e Teheran lancia un allarme davvero pericoloso.

Il prezzo del petrolio si è già impennato e i mercati hanno subito un primo tonfo. Cosa accadrà la prossima settimana? I riflettori sono puntati anche su Fed e altre banche centrali, tutte in riunione. Tassi fermi sulla scia di così tanta incertezza e paura di un rialzo inflazionistico?

Tra guerre e decisioni di politica monetaria, i mercati globali sono pronti a nuovi potenziali shock. Cosa sta per accadere?

Guerra Israele-Iran: lo scenario peggiore si sta concretizzando?

Gli attacchi di Israele contro l’Iran rappresentano uno dei maggiori rischi geopolitici che da tempo preoccupano gli investitori, ma che ora è diventato realtà.

I mercati seguiranno da vicino la reazione di Teheran. L’impatto iniziale è stato un’impennata dei prezzi del petrolio, un calo delle azioni e un rally dei beni rifugio, dall’oro ai titoli di Stato. Non è chiaro nemmeno come si evolverà il sesto round di colloqui nucleari tra Stati Uniti e Iran, previsto per domenica in Oman.

Tutto ciò ha implicazioni per l’economia mondiale e, a meno che la situazione non si calmi rapidamente, è probabile che si verifichi maggiore volatilità.

Banche centrali in riunione, quale destino per i tassi?

La questione se la Fed sia più preoccupata per l’inflazione o per il mercato del lavoro è al primo posto nell’agenda degli investitori che cercano maggiore chiarezza sulle prospettive dei tassi di interesse, nel contesto della rinnovata tensione in Medio Oriente e delle sue implicazioni per i prezzi del petrolio.

Si prevede che la banca centrale statunitense manterrà invariati i tassi mercoledì, ma per la prima volta da marzo, quando sono state riviste al rialzo le stime complessive di inflazione e disoccupazione, pubblicherà proiezioni sulla politica monetaria e sull’economia.

I mercati prevedono circa due tagli da 25 punti base entro la fine dell’anno, il primo dei quali sarà probabilmente effettuato a settembre.

La Banca del Giappone darà il via lunedì alla sua riunione di politica monetaria di due giorni, in un momento cruciale per gli investitori in cerca di indicazioni sulla traiettoria dei tassi della BOJ e sui piani di riduzione delle obbligazioni.

Ci si aspetta che i politici mantengano la posizione sui tassi, ma il “diavolo” si nasconderà nei dettagli della loro dichiarazione e della conferenza stampa del governatore Kazuo Ueda, secondo gli analisti. La Banca del Giappone ha promesso di continuare ad aumentare i tassi se l’inflazione di fondo si avvicina all’obiettivo del 2%, ma la strada da percorrere è diventata meno certa.

Non solo. La serie di decisioni sui tassi di interesse continua in Europa, con riunioni delle banche centrali programmate in Svezia, Svizzera, Norvegia e Regno Unito. La Riksbank svedese darà il via alle operazioni martedì, con i mercati che scommettono su un taglio dei tassi di 25 punti base.

Giovedì la giornata sarà intensa: si prevede che la Norges Bank manterrà i tassi invariati, mentre la Banca nazionale svizzera (BNS) taglierà i tassi di 25 punti base, con una remota possibilità di un taglio di 50 punti base.

L’inflazione svizzera è diventata negativa a maggio, alimentando il dibattito sulla possibilità che la Svizzera diventi la prima grande economia a tornare a tassi negativi.

Nel frattempo, i deboli dati sull’occupazione nel Regno Unito hanno fatto aumentare la prospettiva di ulteriori tagli da parte della Banca d’Inghilterra (BoE) per il resto del 2025, ma i mercati continuano a non aspettarsi alcuna variazione dei tassi giovedì.

Geopolitica e G7 nel mirino dei mercati

Geopolitica, commercio e molto altro saranno i temi del vertice del G7 che si terrà ad Alberta, Canada, dal 15 al 17 giugno.

Un accordo tra Stati Uniti e Cina per rimettere in carreggiata la tregua commerciale sarebbe auspicato. Il Giappone, ad esempio, spera in un accordo commerciale a margine.

Occhio anche all’Europa. Alcuni sospettano che l’UE potrebbe accettare un dazio statunitense del 10% senza ritorsioni per i maggiori impegni statunitensi nei confronti della NATO e dell’Ucraina.

L’Unione vuole discutere anche la riduzione del tetto massimo di prezzo del petrolio russo stabilito dal G7, nel tentativo di ridurre le forniture energetiche russe. La maggior parte dei membri del G7 sembra pronta a farlo senza gli Stati Uniti.

Secondo quanto riportato dalla stampa internazionale, Volodymyr Zelenskiy un altro incontro con Trump al G7. E il Canada, Paese ospitante del G7 e desideroso di diversificare gli scambi commerciali con gli Stati Uniti, ha invitato l’indiano Narendra Modi, dopo l’inasprimento delle relazioni bilaterali degli ultimi anni.

L’intreccio geopolitico che passa per la riunione è intricato e cruciale.

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