Il silenzio della Lega sulla richiesta di grazia per i terroristi altoatesini

Alessandro Cipolla

11 Ottobre 2019 - 15:04

L’allarme lanciato dal consigliere regionale Alessandro Urzì: il governatore del Tirolo Günther Platterha chiesto che venga concessa la grazia ai tre terroristi altoatesini attivi negli anni ‘60, con la Provincia a guida Svp-Lega che dovrà decidere se appoggiare questa richiesta.

Il silenzio della Lega sulla richiesta di grazia per i terroristi altoatesini

Quella dei “bravi ragazzi della Valle Aurina” è una storia che in Italia è stata ormai quasi dimenticata, ma che in Alto Adige la ricordano ancora molto bene vista la serie di attentati che furono compiuti contro italiani e Forze dell’Ordine negli anni ‘60.

Per questi fatti Heinrich Oberleiter, Siegfried Steger e Sepp Forer sono stati condannati in contumacia all’ergastolo, ma in prigione non ci sono mai finiti visto che da tempo vivono in Germania e in Austria.

Per loro adesso il governatore del Tirolo Günther Platter ha chiesto che venga concessa la grazia da parte del Presidente Sergio Mattarella, visto che questa decisione “avrebbe una valenza di pacificazione”.

Una richiesta questa che ha suscitato l’indignazione da parte di Alessandro Urzì, consigliere regionale e provinciale de L’Alto Adige nel Cuore Fratelli d’Italia, che ora chiede alla Lega di non avallare questa richiesta dato che il Carroccio dopo le ultime elezioni guida adesso la Provincia insieme al Svp.

Grazia ai terroristi altoatesini: cosa farà la Lega?

Consigliere Urzì cosa sta avvenendo Bolzano, davvero voglio chiedere la grazia per i terroristi altoatesini?

Purtroppo è così. Facciamo appello affinché questa scellerata richiesta non venga firmata almeno da tutti coloro che hanno festeggiato, con noi, la consegna di Cesare Battisti ala polizia penitenziaria italiana dopo tanti anni di latitanza dorata. Quella che sollevo è una questione di diritto, che riguarda la dignità delle sentenze pronunciate dalla Giustizia italiana verso assassini senza scrupoli che hanno agito avendo in odio l’Italia e per la secessione di una porzione del nostro territorio nazionale. Hanno lasciato sul campo, distruzioni, lutti per l’omicidio di decine di uomini in divisa e ferite politiche ancora aperte. Delitti orribili di cui non si sono mai pentiti. E non hanno scontato un solo giorno di carcere. Altro che grazia!

Ogni anno in Italia, dal 2007, il 9 maggio viene celebrata la giornata nazionale per le vittime del terrorismo. Un’iniziativa di grande valore che dovrebbe richiamare all’unità del Paese. Cosa succede in Alto Adige?

Il 9 maggio è la ricorrenza istituita con la legge 4 maggio 2007 n° 56 voluta dalla Repubblica Italiana per celebrare istituzionalmente sotto gli auspici del Capo dello Stato le vittime del terrorismo. Il 9 maggio come data simbolo, il giorno in cui furono uccisi sia Peppino Impastato che Aldo Moro. In Alto Adige non solo la giornata del 9 maggio, per cui da anni chiedo inutilmente a Provincia e Regione delle celebrazioni ufficiali a memoria delle oltre venti vittime civili e militari del terrorismo separatista, non viene celebrata ma al contrario al suo posto, in spregio della memoria delle vittime, si organizzano manifestazioni di omaggio per i carnefici. Lo scorso maggio è stata addirittura allestita una mostra dall’Andreas Hofer Bund Tirol e dal Südtiroler Heimatbund dal titolo apertamente apologetico: “Il Bas (la sigla terroristica che firmò diversi attentati anche mortali), martire della Libertà”. Una mistificazione storica che se offende la verità è tanto più violenta ed insopportabile proprio per la scelta della data, all’indomani della giornata dedicata alle vittime del terrorismo. Nessuna autorità pubblica locale, escluso il sottoscritto, ha protestato.

Quanto lei denuncia ha evidentemente origine in una storica insofferenza, chiamiamola così, da parte degli altoatesini di lingua tedesca verso la minoranza italiana. Come sono i rapporti fra le due comunità?

Fra i cittadini ottimi. Ricordiamoci poi che esiste una comunità sempre più ampia di cosiddetti “mistilingui”, figli di unioni fra genitori di lingua diversa (italiana, tedesca e ladina), che si colloca in modo elastico fra le diverse comunità facendosene ponte. Ma “il sistema dell’autonomia” obbliga tutti a dichiararsi, ad essere o italiani o tedeschi o ladini. E ci sono forze politiche che rappresentando la maggioranza dei cittadini (di lingua tedesca) si arrogano il titolo di imporre le proprie regole su tutto, spesso mortificando la Comunità di lingua italiana, inascoltata. Solo in questi giorni è stata per esempio votato in Consiglio provinciale la sostituzione del nome stesso italiano dell’Alto Adige in un provvedimento di legge. “Alto Adige” è troppo “italiano”, addirittura è stato accusato di essere “fascista”. E così non si vorrebbe più fare usare questa dizione di identità, e il Presidente della Provincia ha dichiarato che se fosse per lui gli Italiani dovrebbero adeguarsi a chiamarlo solo “Sudtirolo”. Insomma fra grandi e piccole provocazioni si continuano ad incassare passi indietro. Nel campo dell’economia ormai è evidente: il tessuto imprenditoriale italiano ormai è in profonda agonia, in termini culturali resiste una offerta solo nei maggiori centri urbani, in periferia non ci sono più punti di aggregazione e spesso anche scuole. In tutta la valle Venosta (90 chilometri) non c’è una sola scuola media in lingua italiana.

Alle ultime amministrative nella provincia di Bolzano è avvenuto qualcosa di storico. La Lega è andata al governo con la Svp facendo una campagna elettorale distante dagli altri partiti tradizionali del centrodestra. Perché?

Per timore che la Svp ponesse poi pregiudiziali sul suo ingresso in maggioranza. La nostra fermezza su una serie di valori e principi non è gradita da parte della Svp. Comprensibile la scelta strategica della Lega ma così, abbiamo detto dal primo momento, abbiamo reso più debole la rappresentanza italiana in maggioranza. Confidiamo di realizzare l’unione del Centrodestra con la Lega alle prossime elezioni amministrative di primavera.

La Lega di Salvini ha nel suo dna e karma l’autonomia dei territori, non ritiene che questa vocazione, unita alle spinte secessioniste altoatesine rischi di minare la convivenza con la popolazione italiana?

L’argine ad ogni tentazione in questa direzione, da qualunque parte arrivi, siamo proprio noi. Ci sentiamo una sentinella, in questo senso.

Sulla vicenda della grazia ai terroristi che posizione ha preso la Lega e qual’è l’appello che si sente di lanciare a Salvini e alle Istituzioni nazionali?

Abbiamo richiesto che si mettano in chiaro le posizioni di tutti. Non ci possono essere ambiguità su temi delicati come questi. Ora con il governo rossogiallo non nascondo che abbiamo molte preoccupazioni. Il PD nel passato si è dimostrato acriticamente appiattito sulle posizioni della Svp con cui governa ancora molti comuni in Alto Adige. La Svp ha ricambiato sinora con un atteggiamento benevolo perché interessato verso il nuovo governo. Per tornare alla parte italiana, mi aspetto che chi ha festeggiato la consegna alle autorità italiane di Cesare Battisti faccia muro contro ogni ipotesi di concessione della grazia agli stragisti secessionisti antitaliani. Senza se e senza ma.

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